É arrivata anche la fine di Xfactor 9. Questi due anni sono volati e hanno lasciato solo un dolce ricordo che inizia a sfumare. Ci metto un attimo ad incrociare i suoi occhi lucidi e capisco che qualcosa non va.
-Mik, tutto bene? Ci vediamo l'anno prossimo- gli sorrido e spero che sdrammatizzare sia la soluzione per riempire il vuoto che sento.
-Anche a me mancherai- sussurro. Il silenzio intorno a noi sembra quasi schiacciarmi. Il suo sguardo si incupisce maggiormente a quelle parole. Sospira rumorosamente. -Fede, io no torno l'ano prossimo- lo dice con un immensa tristezza e sento il mio cuore sgretolarsi.
-Cosa? Perché?- chiedo shockato. Ringrazio Dio che siamo soli perché sento le lacrime bruciarmi gli occhi.
-Questo é un addio- sussurra accennando un sorriso. Un sorriso falso e triste. Lo guardo incapace di parlare. Si alza dal divano e vorrei dire qualunque cosa pur di fermarlo e fargli cambiare idea ma le parole mi muoiono in gola. Apre la porta del mio appartamento e si gira un' ultima volta a guardarmi ma non dice nulla. Come tutte le cose belle anche questa doveva avere una fine. -Addio Fede- sussurra e accenna un sorriso ma ha gli occhi lucidi. Chiude le porta e quando mi ritrovo solo capisco che non posso lasciarglielo fare. Non posso farlo uscire così dalla mia vita. Forse non dovrei sentirmi così male all'idea di non poterlo mai più rivedere, forse il mio cuore non dovrebbe battere così forte ogni volta che lui sorride, forse non mi sarei dovuto innamorare di lui, non mi sarei dovuto innamorare di uno dei miei migliori amici ma é successo e non si puó tornare indietro. Mi prendo la testa tra le mani e scoppio a piangere. Mik, mi tengo dentro il vuoto che di te mi resta.Sono passati due giorni. Sono quasi certo che Mika sia tornato a Londra a vivere la sua vita felice. Con Andreas e senza di me. E sono sicuro che non gli importi se mi sto uccidendo a forza di ubriacarmi. Me lo posso immaginare mentre fa l'albero di Natale con il suo fidanzato, magari con Melachi e Amira che girano per casa, il camino acceso, la neve e tutte quelle stronzate da famiglia perfetta. Ho voglia di vomitare. Giulia mi ha lasciato quando ha visto come mi stavo riducendo. All'inizio non capiva il mio comportamento ma quando ha capito se n'é andata, lasciandomi completamente solo.
Credo che siano le quattro di notte e mi ritrovo seduto su una panchina in un parco e non ho la minima idea di dove sono. La bottiglia di Jack Daniels che tengo stretta in una mano é ormai quasi vuota. Bevo l'ultimo sorso e la lancio. Guardo attentamente il momento in cui si frantuma al suolo perché sono certo che il mio cuore abbia fatto la stessa fine due giorni prima. Prendo il cellulare dalla tasca della felpa. Nessun messaggio. Nessuna chiamata. Se n'é andato senza nessuna spiegazione, é sparito dalla mia vita come se gli ultimi due anni non fossero mai esistiti e come se non gli importasse nulla di me e della nostra amicizia. Cerco il numero in rubrica e quando lo sento squillare capisco cosa sto facendo. -Federico? Sono quattro di notte! Sei pazzo- sorrido al suono della sua voce.
-Perché rispondi al telefono alle quattro di notte?- chiedo. -Stai benne?- sembra preoccupato.
-No, la vita fa schifo e da quando te ne sei andato ancora di più- sorrido amaramente. -Fede, sei ubriaco?- chiede alzando il tono della voce. -Forse- rido. Lo sento sospirare rumorosamente ma lo conosco abbastanza bene per sapere che sta sorridendo e che probabilmente ha alzato gli occhi al cielo. -Dove sei? Io vengo e porto te a casa- dice serio. -Voli da Londra sin qui per me? Sono lusingato- dico. -Federico, dimmi dove cazzi sei!- questa volta sembra seriamente incazzato. Mi guardo intorno e cerco di capire dove sono. Gli do qualche indicazione per raggiungermi e dopo dieci minuti una figura alta entra dal cancello del parco. Quando lo vedo il mio cuore si ferma e poi inizia a battere troppo forte. Si ferma davanti a me guardandomi severo. -Tu é come bambino!- quasi urla. Sorrido. -Sono felice di vederti- dico. Lui mi guarda sorpreso. -Ti porto a cassa- mi prende per mano e rabbrividisco a quel contatto. -Perché sei qui? Perché non sei a Londra con Andreas?- chiedo liberandomi dalla sua presa. Lui mi guarda impassibile. I capelli spettinati, le occhiaie, gli occhi lucidi e vestiti stropicciati ma é comunque bellissimo. -Andiamo- dice riprendendomi la mano.
Arriviamo al mio appartamento. Mi avvolge un braccio intorno alla vita e mi aiuta a salire le scale. Mi fa sedere sul letto perché non mi reggo in piedi. -Ti serve aiuto?- chiede incerto. Annuisco convinto perché so che non avró altre occasioni per avere il mio amico così vicino. Si avvicina e mi sfila la felpa, poi la maglietta lasciandomi a petto nudo. Sorrido apertamente quando vedo che cerca di distogliere lo sguardo il prima possibile. Gli sollevo il mento con un dito costringendolo a guardarmi negli occhi. -Perché non sei a Londra?- chiedo ancora. -Parto domani- dice freddo mentre mi toglie le scarpe. -Perché te ne vuoi andare?- domando con le lacrime agli occhi. -Fede sei ubriaco, dormi- mi sfila i pantaloni. Invece che sdraiarmi mi alzo in piedi. -Rispondi- sussurro avvicinandomi al suo viso. Percepisco il suo nervosismo.
-Io non posso vivere senza di te Mik. Da quando ti conosco la mia vita é cambiata completamente. E ora non puoi sparire, non puoi.Ho bisogno di te. So che ti puó sembrare strano ma...ti amo- a quelle parole sgrana gli occhi.
-Sei più ubriaco di quanto pensassi- dice senza guardarmi negli occhi. Gli prendo il viso tra le mani. -Si, sono ubriaco ma ti amo. Ti amo dalla prima volta che mi hai stretto la mano e non voglio fare finta che non sia così. Solo quando ti ho visto uscire dalla mia vita ho capito che non potevo fare a meno di te. Ti amo Mika, Mik , Michael o come cazzo vuoi essere chiamato.- vedo i suoi occhi diventare lucidi. Annulla la distanza tra di noi e fa scontrare le nostre labbra per la prima volta. Le nostre lingue si incontrano. Inizio a sbottonare la sua camicia e la lascio cadere a terra. Lo spingo verso il letto, facendolo cadere sul materasso. Riunisco le nostre labbra e gli sbottono i pantaloni che poi finiscono ai piedi del letto con il resto della roba. Siamo entrambi in boxer ma anche quelli non ci mettono molto a sparire. Inverte le posizioni e mi ritrovo sotto di lui. Gli lascio un succhiotto sul collo. -Sei sicuro?- chiede guardandomi. -si, certo- sussurro. Mi da un bacio a stampo ed entra piano dentro di me. Le spinte si fanno sempre più forti e veloci sino a che non veniamo entrambi contemporaneamente. Crolla accanto a me e mi avvolge con le braccia stringendomi al suo petto.Quando apro gli occhi la luce del sole ha invaso la stanza. Mi giro ma accanto a me il letto é vuoto. Sento la paura crescere dentro di me. Non puó averlo fatto. Mi alzo velocemente e mi rivesto. Corro in cucina e noto un biglietto sul tavolo. No no no no. Lo prendo con mani tremanti.
Ciao Fede
No sono bravo con li addio. Perdonami.Mik
Non puó averlo fatto. Non puó. Sento le lacrime bruciarmi gli occhi e le gambe tremare. Cado in ginocchio con ancora il biglietto stretto tra le mani. Passa almeno un'ora prima di trovare la forza per alzarmi. Strappo il biglietto che ho tra le mani. Prendo una sedia e la lancio contro la parete. Qualunque cosa si possa rompere finisce per terra. Quando non ho più la forza di stare in piedi mi siedo sul divano e inizio a singhiozzare. Come faccio a perdonarti Michael. Cerco il cellulare e scrivo un messaggio.
A Mik:
Io ti ho detto ti amo, tu mi hai detto addio. Non posso perdonarti per avermi lasciato nonostante quello che é successo.La risposta a quel messaggio non arrivó.
Credo siano passati almeno cinque giorni ma non ne sono sicuro. Sono stati sicuramente i giorni più lunghi della mia vita. Per quanto possa bere il viso di Mika é incollato nella mia testa come una foto. É sempre lì e mi sorride solo per ricordarmi quanto mi manca quel sorriso. Da giormi mia madre cerca di contattarmi ma non rispondo. Anche Giulia e Ax mi hanno mandato dei messaggi ma non li ho neanche letti. Sento qualcuno bussare alla porta e la prima idea é quella di non aprire. Mi convinco ad alzarmi dopo dieci minuti. Apro la porta e sento il mondo crollarmi addosso. I capelli più incasinati del solito, profonde occhiaie scure, occhi spenti e non luminosi come sempre, labbra screpolate e un'aria distrutta ma non posso fare a meno di pensare a quanto sia bello. -Cosa ci fai qui?- domando. Il mio aspetto non deve essere molto meglio del suo. -Posso entrare?- sussurra. Mi sposto per farlo passare. Quando me lo sono ritrovato davanti é stato come tornare a respirare.
-Quindi?Sei venuto per spezzarmi il cuore un'altra volta?- chiedo secco. Vedo i suoi occhi riempirsi di lacrime. -Mi dispiace- sussura -per tutto-.
-Cosa ti devo dire?- domando alzando la voce. -I don't know-
-Io non so cosa vuoi. Perché sei qui adesso? Perché sei andato via? Io non riesco a capirti!- urlo. -Io era confuso. Tu era ubriaco e non lo so io ha avuto paura. Questi giorni senza te sono stati i più brutti di mia vita. Perdonami.- sussurra. Lo guardo senza dire niente perché sinceramente non so cosa dire.
-Fede..- richiama la mia attenzione e si avvicina. -Anche io ti amo-. A quelle parole il mio cuore si ferma. -Cosa?-
-Ti amo, mi dispiace- sussurra.
-E Andreas?- chiedo. -Io ha lasciato lui. Non potevo stare con lui se pensava sollo a te- accenna un sorriso. -Promettimi che non lo rifarai mai più.- sussurro. Annuisce convinto. -Io non ti lascieró mai più solo- dice sorridendo. -Tu mi sta perdonando?- chiede. Lo guardo con dolcezza. -Anche se volessi non potrei vivere senza di te- sussurro. Le nostre la labbra si incontrano e Dio solo sa quanto mi sono mancate in questi giorni quelle labbra sottili. -Ti amo Mik-
-I love you Federico-Dovevo scrivere il capitolo della ff ma mi é venuta quest'idea e quindi eccomi qua. Spero che vi piaccia. Commentate e fatemi sapere. Si accettano anche critiche ovviamente! Per chi segue anche la mia ff prometto che aggiorneró presto. ❤