-Capitolo I-

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Kayla Green alzò al massimo il volume della sua playlist preferita e ignorò la musica allegra e le risate che si infiltravano sotto la porta chiusa del suo ufficio. Era l'unica a odiare quel periodo dell'anno? Doveva pur esserci qualcun altro là fuori che la pensava come lei. Qualcuno che non si aspettava che il Natale fosse felice e gioioso. Qualcuno che sapeva che il vischio è velenoso. Guardò cupa i morbidi fiocchi di neve che volteggiavano pigri dietro una delle due pareti di vetro dello spazioso ufficio d'angolo. Non aveva sperato in un bianco Natale, ma a quanto pareva le sarebbe toccato lo stesso. Sotto di lei, le strade di Manhattan erano stipate di turisti, impazienti di godersi New York addobbata per le feste. Un enorme abete luccicava davanti al Rockefeller Centre e il fiume Hudson risplendeva in lontananza, un nastro grigio argento che brillava nella luce invernale. Kayla diede le spalle alla neve, all'albero e ai grattacieli sfavillanti del centro, e tornò a concentrarsi sullo schermo del computer. Un istante dopo la porta si aprì e Tony, che occupava la sua stessa posizione ma nel dipartimento Sport e Spettacoli, comparve con due bicchieri di champagne in mano. Kayla si tolse gli auricolari. «Chi cavolo a scelto questa musica?» «Non ti piace?» Il primo bottone della camicia era slacciato e lo scintillio negli occhi di Tony lasciava intendere che quello non fosse il suo primo bicchiere di champagne. «È per questo che ti nascondi nel tuo ufficio?» «Sono alla ricerca della pace interiore, ma posso accontentarmi anche di quella esteriore, quindi se potessi chiudere la porta quando esci, sarebbe fantastico.» «Avanti Kayla. Stiamo festeggiando il nostro anno migliore in assoluto. È una tradizione inglese: ubriacarsi, cantare canzoni orribili al karaoke e flirtare con i colleghi.» «Chi te l'ha detto?» «Ho visto Il diario di Bridget Jones.» «Giusto.» la musica le faceva pulsare la testa. Era sempre la stessa storia, in quel periodo dell'anno. La sensazione di panico che le serrava la bocca dello stomaco. La fitta al petto che non se ne andava fino al 26 dicembre. «Tony, hai bisogno di qualcosa? Perché vorrei continuare a lavorare.» «È la festa dell'ufficio. Non puoi lavorare fino a tardi, stasera.» Per quanto la riguardava era la serata perfetta per lavorare fino a tardi. «Hai visto Canto di Natale? O hai letto il libro?» Un bicchiere di champagne le comparve davanti alla scrivania. «Immagino che tu non sia Tiny Tim, quindi restano solo Scrooge o uno dei fantasmi.» «Sono Scrooge, ma senza quel pigiama orribile.» Kayla ignorò lo champagne e guardò fuori dalla porta. «C'è Melinda?» «'ultima volta che l'hanno vista, era intenta a ingraziarsi l'amministratore delegato di Adventure Travel, che ti ha cercata per tutta la sera per ringraziarti di persona per l'anno fantastico della sua compagnia. Le prenotazioni sono aumentate del duecento per cento da quando ti occupi di loro. Non solo, sei riuscita a far mettere la sua foto sulla copertina di Time.» Sollevò il bicchiere e la sua bocca si contorse in un sorriso. «Finché non sei arrivata a New York, ero io la promessa dell'ufficio. Brett mi dava le dritte su come stare in alto. Ero pronto a diventare il più giovane vicepresidente della società.» Un allarme le risuonò in testa. «Tony...» «Ora sembra che questo onore toccherà a te.» «Sei ancora la promessa dell'ufficio. Lavoriamo in dipartimenti diversi, in fondo. Non possiamo parlarne domani?» Kayla frugò nella borse in cerca di una relazione. Avrebbe tanto voluto ficcarcisi lei e chiudersi dentro fino a gennaio. «Sono davvero occupata.» «Troppo occupata per coccolare un po'il mio ego?» Kayla guardò lo champagne. «Ho sempre pensato che ciascuno dovrebbe occuparsi del proprio.» Tony rise piano. «Detto da chiunque altro avrei pensato che ci fosse un sottinteso, ma tu non ricorri ai sottintesi, giusto? Non ne hai tempo. Così come non hai tempo per le feste o le cene o per bere qualcosa dopo il lavoro. Non hai tempo per nient'altro a parte il lavoro. Per Kayla Green, vicepresidente associato di Turismo e Settore alberghiero, l'unica cosa che conta è il lavoro successivo. Lo sai che in ufficio gira una scommessa sul fatto che vai a dormire con il telefono?» «Che vado a dormire con il telefono. Tu no?» «No. Ogni tanto vado a dormire con un essere umano, Kayla. Una donna sexy e nuda. Ogni tanto mi dimentico del lavoro e mi godo una notte di sesso davvero incredibile.» Posò gli occhi su di lei, in un messaggio inequivocabile, e Kayla si pentì di non aver chiuso a chiave la porta dell'ufficio. «Tony...» «Probabilmente sto per fare la figura dell'idiota, ma...» «Per favore, evita.» Kayla rinunciò a cercare il dossier, nel caso le fosse servito avere le due mani libere. «Torna alla festa.» «Sei la donna più sexy che abbia mai conosciuto.» Oh, cazzo. «Tony...» «Quando ti sei trasferita qui da Londra, direttamente nella posizione di vicepresidente associato, ammetto che ero pronto ad odiarti, ma ci hai stregati con i tuoi modi inglesi e hai stregato Brett con il tuo istinto per gli affari.» Si chinò in avanti. «E hai stregato me.» Kayla guardò il bicchiere in mano al collega. «Quanti ne hai bevuti?» «L'altro giorno ti guardavo in sala riunioni, mentre ti presentavi al cliente. Non stai mai ferma.» «Penso meglio se cammino.» «Già, cammini in quella gonnellina attillata che ti mette in risalto il culo e su quei tacchi vertiginosi che ti mettono in risalto le gambe chilometriche. E per tutto il tempo mentre camminavi io pensavo: "Kayla Green ha la mente più brillante del settore, ma ha anche un fantastico paio di gambe...» «Tony...» «E non solo le gambe, anche degli straordinari occhi verdi capaci di uccidere un uomo a dieci metri di distanza.» Kayla lo fissò per qualche istante, poi scosse la testa. «No. Non funziona. Sei ancora vivo, quindi ti sbagli anche su questo. Adesso torna alla festa.» «Usciamo di qui, Green. A casa mia. Soltanto tu, io e il mio letto gigante.» «Tony...» Cercò di trovare il tono giusto. Deciso, formale e per nulle interessato. «Capisco quanto coraggio ti ci sia voluto per essere onesto sui tuoi sentimenti e sarò altrettanto sincera.» Non proprio, in realtà, ma più del solito.«A parte il fatto che non avrei mai una storia con un collega, perché sarebbe poco professionale, sono uno schifo assoluto in fatto di relazioni.» «Tu non puoi essere uno schifo in niente. Questa settimana ho sentito Brett che diceva che a un cliente che sei una superstar.» Una punta di amarezza gli sfuggì nella voce e Kayla sospirò. «È questo il punto? La competizione? Perché sinceramente, quando Brett ti dava dritte su come stare in alto, non credo che intendesse in senso letterale.» «Un po' di sesso sfrenato, Kayla, solo per questa notte.» Sollevò il bicchiere. «Domani non esiste.» Per quanto la riguardava, l'indomani non sarebbe mai arrivato abbastanza presto. «Buonanotte, Tony.» «Ti farei dimenticare le tue e-mail.» «Nessun uomo è mai riuscito a farmi dimenticare le mie e-mail.» Quella deprimente verità non contribuì a migliorare il suo umore. «Sei ubriaco e domani mattina te ne pentirai.» Tony si sedette sulla scrivania, schiacciando una pila di fatture che aspettavano la sua firma. «Credevo di essere uno che lavora sodo, prima di conoscerti. Kayla Green, genio delle pubbliche relazioni, che non mette mai un piede in fallo.» Kayla tirò i fogli sotto di lui. «Il mio piede finirà sul tuo sedere, se non ti levi dalle mie fatture.» «Sedere? Credevo che voi inglesi foste più pudichi e lo chiamaste didietro.» «Sedere, didietro...chiamalo come ti pare, basta che ti levi dalla mia scrivania. Adesso torna a casa, prima di dire qualcosa di inappropriato a qualche pezzo grosso.» Stava per alzarsi e sbatterlo fuori a forza, e fu un sollievo veder entrare Stacy, la sua assistente. Lo sguardo della ragazza cadde sul bicchiere vuoto in mano a Tony. «Ah, Tony...Brett ti sta cercando. Una nuova opportunità. Dice che sei l'uomo giusto per quel lavoro.» «Davvero? In questo caso...» Tony prese il bicchiere che Kayla non aveva toccato e si diresse alla porta. «...che nulla ostacoli gli affari, giusto? Di certo non il piacere.» Stacy lo guardò uscire, con le sopracciglia sollevate. «Che cos'ha?» «Due bottiglie di champagne in corpo, ecco cosa.» Kayla lasciò cadere la testa fra le mani e fissò lo schermi senza vederlo. «Brett lo cercava davvero?» «No, ma sembrava che stessi per prenderlo a pugni e non volevo che passassi il Natale in carcere. Dicono che si mangi da schifo.» «Sei unica e sta per arrivarti un bonus.» «Mi hai già dato un bel bonus. Mi ci sono regalata questo top.» Stacy piroettò come una ballerina e i lustrini neri brillarono sotto la luce. «Che cosa te ne pare?» «Fantastico. Ma vedi di stare alla larga da Tony la Piovra.» «Io lo trovo carino.» Stacy arrossì. Scusa. Non avrei dovuto dirlo.» «Lo trovi attraente? Kayla fissò la porta da cui Tony era uscito qualche istante prima e si chiese che cosa ci fosse che non andava in lei.» «Davvero?» «Tutti lo trovano attraente. Tutti tranne te, ovviamente, ma è perché lavori troppo per accorgetene. Perché non vieni a goderti la festa?» «Staranno chiedendo tutti delle vacanze. Se si tratta di parlare di lavoro va bene, ma in fatto di bambini, cani e nonne sono un disastro.» «A proposito di lavoro, forse c'è in vista un nuovo cliente. Il tizio arriva domani per il brief. Brett vuole che tu sia presente alla riunione.» L'umore di Kayla migliorò. «Che tizio?» «Jackson O'Neil.» «Jackson O'Neil.» Cercò nel proprio archivio mentale. «Amministratore delegato della Snowdrift Leisure. Possiedono alberghi do lusso specializzati in sport invernali. Quasi tutti in Europa. Zermatt, Kloster, Chamonix. Un curriculum incredibile. È un uomo di successo. Che cosa mi dici di lui?» Stacy la guardò a bocca aperta. «Come fai a sapere tutta questa roba?» «È quello che faccio mentre gli altri hanno una vita sociale.» Kayla digitò Jackson O'Neil nel motore di ricerca. «Vogliono che lavoriamo per loro? Possiamo parlare con qualcuno dell'ufficio di Londra.» «Non si tratta dei loro affari in Europa. E neanche della Snowdrift Leisure. Diciotto mesi fa è passato a una posizione più defilata nella società, per poter tornare negli Stati Uniti e concentrarsi sull'impresa di famiglia.» «Davvero? Come ha fatto a sfuggirmi?» Kayla guardò le fotografie che erano comparse sullo schermo. Jackson O'Neil aveva almeno vent'anni di meno di quanto pensasse. Invece del solito primo piano aziendale, trovò una foto di lui che scendeva una parete verticale con gli sci. La pendenza le diede le vertigini. «L'hanno ritoccata con Photoshop?» Stacy sbirciò sopra la sua spalla e fece un verso di apprezzamento. «Quest'uomo è un gran figo. Scommetto che beve Vodka Martini, shakerato, non mescolato. Non è ritoccata. Tutti e tre i fratelli O'Neil sono sciatori. Tyler O'Neil era nella nazionale di sci, prima di farsi male. Si buttano in continuazione giù da qualche precipizio o roba del genere.» «Allora forse è meglio che non gli dica che a me vengono le vertigini in cima all'Empire State Building.» Kayla chiuse la foto. «La Snowdrift Leisure è una società di successo, in rapida espansione. Perché non si dedica a quella?» «Per la famiglia. Gli O'Neil possiedono lo Snow Crystal Resort e spa, nel Vermont.» Famiglia. La forza distruttrice più pericolosa del mondo. «Mai sentito.» «Immagino che sia per questo che ha chiesto il nostro aiuto.» «Se voleva gestire l'impresa di famiglia, perché non l'ha fatto subito, invece di fondare una sua compagnia?» Cliccò sul sito dello Snow Crystal e guardò le immagini. Un grande albergo in stile alpino e chalet di legno nascosti nella foresta. Una coppia che sorrideva con un aria raggiante sul retro di una slitta trainata da un cavallo. Famiglie ridenti che pattinavano su uno stagno ghiacciato. Tornò subito alle foto degli chalet. «Forse è un tipo che ama le sfide.» «Sono sicura che ti spiegherà tutto quando lo conoscerai. Ha chiesto di te. Ha visto che cosa hai fatto per Adventure Travel.» Kayla fissò gli chalet e pensò che sembravano pieni di pace. «Vogliono farsi pubblicità?» «Brett dice che se domani farai colpo su Jackson O'Neil, il contratto sarà nostro.» «Allora sarà il caso di fare colpo su di lui.» «Sono sicura che ci riuscirai.» Stacy esitò. «Hai mai sciato?» «Non esattamente. Cioè, non ho mai messo un paio di sci veri e propri, ma sono scivolata sulla neve fuori da Bloomingdale's la settimana scorsa. Credevo che o stomaco mi sarebbe uscito dalla bocca. Immagino che sciando la sensazione sia simile.» Stacy rise. «I miei genitori mi portavano in Vermont da piccola. Ricordo solo ghiaccio. Perfino gli alberi erano ghiacciati.» «Perfetto, adoro il ghiaccio.» «Davvero?» «Certo. Lo preferisco triturato in un Margarita o a forma di cigno come centrotavola di un buffet, ma posso sopportarlo anche sotto i piedi, se necessario. Non preoccuparti, Stacy. Devo aiutarli a promuovere la società, non andarci in vacanza. Quando ho lavorato per quel safari africano, ho dovuto forse abbracciare un leone? No.» Kayla provò l'eccitazione familiare che precedeva una nuova opportunità di lavoro. Sapere che avrebbe avuto una buona ragione per seppellirsi nel lavoro placò i suoi timori per l'odiato periodo natalizio. L'avrebbe superato, come sempre, e nessuno si sarebbe accorti di nulla. «Sii così gentile da trovarmi tutte le informazioni che puoi sullo Snow Crystal e la famiglia O'Neil, e in particolare su Jackson. Voglio scoprire perché si è fatto da prete nella sua impresa di successo per tornare a casa e gestire un posto che non trovo neanche sulla mappa.» «Sarà la prima cosa che farò domani.» Scattante ed efficiente, Stacy se lo appuntò sull'agenda. «Dovresti prenderti una pausa, Kayla. Ti sei dimenticata che è Natale!» «Non me lo sono dimenticata.» Erano quindici anni che cercava di dimenticarlo. Non sarebbe mai riuscita a dimenticarlo. Usciva di casa o dall'ufficio a testa bassa, per evitare di intravedere le vetrine luccicanti e le lucine intermittenti, ma era inutile. Stacy riordinò la pila di fatture. «Sei sicura di non voler cambiare idea e venire con noi a vedere Babbo Natale?» Si sentì come se qualcuno le stesse segando lo stomaco in due. Aprì il cassetto, prese le compresse antiacido e ne ingoiò un paio. Si chiese se mandar giù tutta la confezione l'avrebbe stordita fino apodo Natale. «Non posso, mi spiace, ma grazie per l'invito.» «Ci saranno gli alberi di Natale, gli elfi...» «Oddio, povera.» «Perché povera? Io amo il Natale.» Stacy le lanciò un'occhiata perplessa. «Tu no?» «Adoro il Natale. Mi spiace da morire non farcela. Intendevo povera me, non te.» La mascella le doleva per lo sforzo di sorridere. «Pensami, mentre fai amicizia con gli elfi.» «Forse dovresti venire lo stesso e parlare con Babbo Natale. Puoi consegnargli la tua letterina. Caro Babbo Natale, per favore, portami il contratto Snow Crystal e anche un budget enorme e già che ci sei, vorrei Jackson O'Neil nudo. Risparmia pure il pacchetto.» L'unica cosa che voleva Kayla per Natale era che finisse il prima possibile. I ricordi la investirono con un tonfo e si alzò di scatto per andare alla finestra. Tutto quello che vedeva le ricordava il Natale, così tornò alla scrivania e si sedette, ripromettendosi di prenotare una crociera in Antartide per l'anno successivo. Avvistamento di balene. Le balene non festeggiavano il Natale, vero? Il telefono sulla scrivania squillò e Kayla sospirò di sollievo. Grazie al cielo. Stacy tornò di colpo professionale e allungò il braccio, ma Kayla la fermò. «Rispondo io. Aspetto una chiamata dall'amministratore delegato di Extreme Explore. Preferirei che non venisse assordato dai campanelli della slitta o da qualunque cosa stia squillando là fuori, quindi sarebbe fantastico se tu tornassi ala festa e chiudessi la porta. Grazie Stacy. Se qualcuno ti chiede qualcosa, non mi hai vista.» Kayla aspettò che l'assistente chiudesse la porta, gemette e si chinò in avanti, battendo la testa sulla scrivania. «Natale. Schifoso, insopportabile, orribile Natale. Ti prego, passa in fretta quest'anno, altrimenti ci vorrà tutto il ghiaccio del Vermont per raffreddare l'alcol che ho intenzione di bere.» Prese un respiro profondo, si raddrizzò, scostò i capelli dal viso e sollevò il telefono. «Oliver?» Nel timore che potesse percepire la sua disperazione, si piazzò un be sorriso in faccia, felice che non si trattasse di una video chiamata. «Sono Kayla. Che piacere sentirti. Come va? Ho letto dei tuoi progetti per l'anno prossimo. Fantastico!» Questo sì, pensò, questo sì che le riusciva bene. Niente Natale. Niente Babbo Natale. Niente ricordi. Soltanto il suo lavoro. Se avesse tenuto la testa bassa e si fosse concentrata sul contratto O'Neil, prima o poi sarebbe finita.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 27, 2015 ⏰

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