Alla grande sala

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Eravamo appena entrate nella grande sala da ballo, e mio padre non mi lasciò neanche il tempo di respirare, che subito mi prese a braccetto e mi tirò con uno scatto in fondo alla sala, di fianco ad un tavolo imbandito con ogni ben di dio. Mi condusse davanti a un giovane, uno smorfioso ed egoista giovane apprendista cavaliere che non fa altro che darsi arie e parlare di se come se si trattasse di una divinità. Era alto e bello, occhi azzurri e capelli biondi, sapete no, il classico principe azzurro di cui tutte le ragazze leggono nelle favole e cui tutte correrebbero dietro se solo ne avessero la possibilità. Bene, io gli correvo dietro si, ma a spalle girate. Scappavo da lui, non lo potevo vedere. Mio padre non capiva, credeva che fosse l'erede perfetto, lo sposo ideale per me. Ma io no, no che non lo pensavo. Se solo papà avesse capito che tipo era, cosa voleva da me. A lui interessava solo la corona, e la fama del suo bel faccino. Appena lo vidi cercai di soffocare una smorfia di disgusto che moriva dalla voglia di uscire fuori e mostrarsi in tutto il suo splendore. Cercai di girarmi per indietreggiare e guardai mio padre, che mi tratteneva, con aria supplichevole, ma al contempo severa, come se volesse impormi di restare, senza dare nell'occhio. Prima di cedergli continuai a squadrate la sala in cerca di una via d'uscita che non riuscivo a trovare, quando lo sguardo mi finì su un giovane, che stava dritto attaccato al muro, dentro alla sua divisa della Spayraight, l'Accademia militare. Aveva uno sguardo fiero e tenebroso, occhi penetranti castani e capelli scuri. Mi fissava con un fare da persona mezzo preoccupata e divertita allo stesso tempo, come se gli facessi pena per il mio comportamento da ragazza idiota e ingenua. Cercai di far finta di niente, ma i suoi occhi continuarono a tormentarmi per tutto il resto della festa.
Mi voltai costringendomi a staccare lo sguardo da quell oceano cosi profondo che vedevo nei suoi occhi e mi lasciai chiedere l'onore per il prossimo ballo da quello smorfioso, dal momento che ormai non avevo altra scelta. Così ci avviammo verso la pista da ballo per dare inizio alle danze, cosa ancora più umiliante, perché fui costretta a farmi vedere da tutti in compagnia quell'essere squallido.

Arden Roch ~ Un Amore Impossibile ~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora