Il ballo

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Iniziammo a danzare e io cercai in tutti i modi di evitare la sua voce e i suoi discorsi autoelogiattivi che mi facevano salire la nausea. Provai a ballare con tutta la grazia che riuscivo ad assumere, ma il mio disgusto nei confronti del mio cavaliere non mi fu di grande aiuto. Lo disprezzavo così tanto che avrei goduto davanti alla sua sofferenza per ogni sua lacrima versata. Poco prima della fine della prima danza iniziò a darmi sui nervi con i suoi discorsi e gli risposi in faccia dicendogli che era uno sbruffone ignorante e che non sarebbe mai riuscito a governare un regno perché non riusciva neanche a vestirsi da solo. Lui mi rispose in modo completamente diverso da qualsiasi cosa mi sarei aspettata in quel momento di terrore. Mi disse che quando mi comportavo da bambinetta viziata ero ancora più carina, mi afferrò sopra la nuca e tentò di baciarmi con un ghigno soddisfatto stampato in faccia. Mi liberai con uno scatto dalla sua presa e gli diedi uno schiaffo così forte da lasciargli il segno rosso della mia mano a sfigurargli il suo bel visino. Tuttavia ero furiosa ma anche spaventata, e cercai di correre via facendomi strada tra la folla. Lui mi rincorse per un primo tratto ma poi si fermò non appena vide la sua guancia riflessa su di uno specchio. Mi voltai e vidi che Kristoff era intento in una conversazione molto interessante e convincente e che nessuno mi controllava. Evidentemente tutti erano convinti che con Alan fossi al sicuro. Se la cosa poteva essere errata ed irritante, per un altro verso mi fece coltivare un'idea straordinaria. Non avevo nessuno alle calcagna, potevo squagliarmela come se niente fosse, potevo scappare e vivere finalmente la mia avventura. Cominciai a correre più veloce che potevo per tutta la sala, dirigendomi verso la porta del giardino del retro. Ero ubriaca, detesto ammetterlo ma mi soni lasciata trascinare dal mio cavaliere durante il ballo e quando passava un cameriere non riuscivo ad esitare e bevetti piu di quanto non avessi mai fatto, per scaricare la tensione credo. Per quanto io riesca a reggere il livello di adrenalina che raggiungo attraverso l'alcol, non riesco tuttavia a resistere allo stordimento che mi provoca e con tutte quelle ultime emozioni mi sentivo svenire. Sentii Alan gridare il mio nome e temetti che la sua voce potesse arrivare fino a mio padre. Rimasi voltata ma non smisi di correre. Ad un certo punto andai a sbattere contro qualcosa, ovvero, contro qualcuno. Esausta per la tensione non riuscii più a resistere e finii per avere un mancamento. Sentii delle braccia sostenermi, delle mani forti afferrare le mie, non so bene perché, ma sotto quella presa mi percorse un brivido che non avevo mai provato prima di allora. La persona mi strinse forte per non farmi cadere e mentre si mise affianco a me senza lasciarmi mi sussurrò qualcosa all'orecchio "andiamo principessa, venite con me, vi faccio prendere un po d'aria". Non lo guardai in faccia, ma riconobbi la voce di un ragazzo, forse poco più grande di me. Lo seguii quasi inconsciamente, non avevo idea ne di cosa stessi facendo ne tantomeno di chi fossi io stessa. Mi condusse in giardino e si sedette accanto a me sul bordo della fontana dicendomi "ora rilassatevi qualche minuto e bevete quest'acqua, è fresca, vi farà bene vedrete". Feci come mi aveva detto, senza parlare. Dopo qualche minuto mi chiese se andava meglio e io risposi semplicemente di si. Dopo un periodo di silenzio ebbi finalmente il coraggio di guardare in faccia il giovane che mi aveva aiutata, voltandomi verso di lui e sussurrando un debole "grazie". Rimasi sorpresa nello scoprire chi fosse, e reagii con un sussulto. Era realmente quel ragazzo che tanto mi aveva affascinata poche ore prima, e che tanto mi aveva tormentata con i suoi occhi durante il resto della serata. Incrociai il suo sguardo e ne restai colpita, senza riuscire a spiccicare parola, presa da quell' immensità, e un altro brivido, ancora piu profondo, mi attraversò cogliendomi alla sprovvista facendomi raggelare. Ma perché mi fa sempre questo effetto?

Da vicino era tutta un'altra cosa. Era bellissimo, aveva degli occhi meravigliosi nei quali mi pareva di poter nuotare, lucidi e immensi, sembravano un oceano profondo e senza fine. Le sue spalle larghe e robuste e le sue braccia forti mi trasmettevano un senso di protezione che non mi era mai capitato di provare prima. Sentivo di potermi fidare di lui, ma soprattutto avevo l'impressione di essere al sicuro vicino a lui, nulla poteva succedermi, e io avrei potuto fare di tutto. Al mio ringraziamento rispose con un sorriso, un sorriso chiuso, ma dio, dio se era bello. A quel segno arrossii e fui costretta ad riabbassare la testa per non farlo notare.

Mm.. Chissà.. Secondo voi cosa succederà? Boh boh..
Non ho riletto il capitolo, perciò mi scuso in anticipo per i possibili, anzi probabili, errori.. Grazie a voi che leggete!! Continuate a farmi sapere cosa ne pensate:)

Arden Roch ~ Un Amore Impossibile ~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora