Capitolo 6

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Caro Tizio,
Nella vita ne facciamo di cazzate, probabilmente, per quante sono, qualcuno si metterà a studiarle prima o poi. Abbiamo tipi di cazzate per tutti i gusti, abbiamo le cazzate per andare bene a scuola, le cazzate fatte con gli amici, le cazzate per essere accettati, e tante altre, talmente tante che potremmo stare ad elencarle fino a domani.
Ma le cazzate, più cazzate, delle cazzate, sono quelle fatte per amore.
Questo tipo di cazzate, molto probabilmente, se qualcuno facesse una top ten delle cazzate si troverebbero prime in classifica. In sostanza le conseguenze che provocano sono le più svariate, si va dalla felicità, all'infelicità passando dal pentimento, senza rinunciare ad un pizzico di rimorso, per poi concludere col classico "Ma che cazzo ho fatto?"

Non dormivo, e come potevo farlo d'altronde? Il mio ex mi aveva chiamata per "perdonarlo", e io ero lì a pensare se farlo o meno.

Erano le 09:00 o forse le 10:00, mi trovavo lì vicino alla panchina dove c'eravamo conosciuti, quella panchina che aveva dato inizio a tutto e quella stessa panchina che avrebbe posto fine a tutto. Mi sedetti e aspettai, non so dire per quanto, ma ad un certo punto mi resi conto che era arrivato, sentì il suo profumo, quel profumo che un tempo amavo, ma ora mi faceva solo venire la nausea.

"Jasmì"
"Hector..."

Si era seduto accanto a me, ma non potevo starli veramente vicino, c'era una barriera tra noi due, e questo in qualche modo mi faceva sentire al sicuro.

"Io...io non so da dove iniziare"
"Sii veloce per favore"

Sapevo che quella barriera non avrebbe retto per molto, sapevo che sarebbe finita male.

"Jasmì io"
"Tu cosa?"
"Io ero ubriaco quella sera, non ero in me, sai che non sono fatto così."
"So solo che credevo di conoscerti, ma evidentemente mi sono sbagliata."
"Jasmì, ti prego perdonami"
"PERDONARTI? STAI SCHERZANDO VERO?"

Ormai la barriera si era frantumata.

"No Jasmì, ti prego..."
"MI HAI TRADITO! SEI STATO CON LEI PER QUANTO? 7 MESI? E ORA VIENI A CHIEDERE IL MIO PERDONO? CHE C'È TI SEI STANCATO DI LEI?"
"Jasmì... Mi sono reso conto della cazzata che ho fatto"
"AH ERA ORA, CI VOLEVANO 7 MESI PER FARLO?"
"Jasmì, ti amo e non ho mai smesso di farlo"
"Beh sappi che io non ti amo e forse non l'ho mai fatto."

Non capivo il motivo, ma ormai stavo piangendo, ormai la barriera era distrutta, non ero più al sicuro, potevo solo scappare, andare via da quel posto, andare via da lui. Non c'era una meta nella mia fuga, c'era solo la voglia di fuggire e di trovare un posto sicuro. Correvo e basta, non guardavo dove andavo, ma sapevo che se avrei continuato a correre un posto sicuro sarebbe arrivato prima o poi.

"Sc..scusami..."

Non riuscivo a parlare, stavo affogando nelle mie stesse lacrime, ma mi resi conto che ero avvolta nelle braccia di qualcuno.

"Jasmine?"

E poi vidi i suoi occhi, verdi con quelle pagliuzze calde come l'oro e quelle altre fredde come il ghiaccio.

"Michael..."
"Perchè stai piangendo?"
"Io... Non lo so..."

Le sue braccia calde e sicure si strinserò ancora di più a me. Avevo trovato il mio posto sicuro.

Sei come l'acqua (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora