Arma e Fine

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L'entrata è enorme e tutto, o per la maggior parte, è color crema.
Sul pavimento ci si può specchiare da tant'è lucido, le pareti sono immacolate e le scale che portano al piano superiore, hanno un tappeto rosso sopra.
Chi ha fatto costruire questa villa, o era il presidente o a Paperon De' Peperoni gli è passata la tirchiaggine...

- Cercatevi pure una stanza e riposatevi. Gli altri, senza dubbio saranno tutti o alle terme o nella sala giochi. Se avete bisogno di me, sono nella stanza al centro al primo piano. - Sparisce usando il teletrasporto.

- Bene, andiamo allora. - Camminiamo per un po' ci saranno un migliaio di stanze e non riusciamo a trovarne una libera.
Il Clown e la sorella di Dylan ne hanno trovata una. Nel senso, che ne hanno trovate due, capito no?
Dopo circa dieci minuti, ne trovo una libera. Entro ed è enorme.
Ha un letto a baldacchino da, secondo me, tre, o tre piazze e mezzo da quant'è grande, color argento, una scrivania in mogano, un armadio per circa diecimila vestiti dello stesso materiale, un lampadario di cristallo, un divano e due poltrone bianche come la panna, un tavolo di vetro al centro. Alla parete c'e un enorme televisore al plasma e una dispensa con dolci di ogni genere.
Poi c'è una porta, che probabilmente conduce al bagno.

- Alla faccia della camera. - commenta Dylan e bé... ha ragione.

- Bé? Che ci fai ancora lì? Entra, no? -

- Vuoi... dividere la camera con me? - Metto la mia valigia per terra e mi avvicino a lui, mettendogli le braccia sulle spalle.

- Non vorrei mai il contrario. Da oggi in poi, voglio passare giorno e notte con te. - Lo bacio. Ha il viso arrossato quando mi stacco. Prendo la sua valigia e la metto a terra, facendolo entrare.
Stiamo sistemando le nostre cose, quando Slander compare nella stanza, con il suo solito vestito nero, la cravatta rossa e il volto completamente bianco, senza occhi, naso e bocca.

- Che c'è Slander. -

- Il ragazzo sta con te? -

- Si. Hai detto che potevamo condividere la stanza, no? -

- Certo. Senti, devo parlare con lui, di quella cosa. -

- Di qual... -

- Voglio dirglielo io, Slander. Farò tutto io. -

- Sei sicuro? Deve farlo sta notte. -

- Ne sono consapevole. -

- Anche sua sorella se vuole restare. E adesso che sa dove è il nostro nuovo nascondiglio, deve rimanere per forza. -

- Ma... - Cerca di dire Dylan.

- A lei può pensarci Jane. -

- Bene, allora sta notte, mi aspetto che il ragazzo lo abbia fatto. -

- Certo Slander, non preoccuparti. - Detto questo sparisce.

- Jeff, di che parlavate tu e Slander. -

- Dylan, siediti. - Fa come gli ho detto. - Ascolta, non so come dirtelo ma, adesso che sei qui, per restare e non farti uccidere, devi fare una specie di... ecco... iniziazione. -

- Iniziazione? -

- Si. Tu e tua sorella, dovete uccidere una persona. -

- Cosa?! No! No, io non... -

- Devi. O Slander vi ucciderà. -

- Ma... ma io... -

- Ascolta. Basta che lo fai solo una volta, poi potrai non farlo mai più. -

- Ma... "solo"?! Devo uccidere una persona, non è "solo"! -

- Dylan, ti prego calmati. -

- No. No io non mi voglio calmare! -

- Dylan... -

- Non posso farlo, non posso! -

- Dylan! - Gli prendo il volto con due mani e lo costringo a guardarmi. - Ascolta, lo so che non vuoi farlo, ma... se non vuoi morire, se non vuoi lasciare da sola tua sorella, se non vuoi lasciare me, dovrai farlo. - Ha iniziato a piangere.

- Ma... ma io... - Lo stringo in un abbraccio. Sono un Killer, non so come si consolano le persone, ma so che un abbraccio, a volte può valere più delle parole. - Va bene. Lo farò. Per te. -

- Bravo. - Sciolgo l'abbraccio e gli prendo la mano. - Vieni con me. -

- Dove? -

- A scegliere la tua arma. - È stato facile trovare il seminterrato, è bastato andare al piano terra e cercare una porta che conducesse ancora più giù.
Una volta arrivati a destinazione, accendo la luce e veniamo travolti dalla miriade di armi che ci sono.
Coltelli da cucina, pugnali, katane, spade, stelle ninja, asce... e chi ne ha più ne metta.

- Scegli quella che preferisci, quella che ti attira di più. Perché quella sarà la tua arma, finché sarai in vita. - Dylan inizia a guardarsi in torno, alla ricerca della sua personale arma, sembra che nessuna lo convinca. Poi però lo vedo avvicinarsi ad un Kriss. Sembra ammaliato da quel pugnale, allunga una mano, e lo prende. Lo guarda, da ogni angolazione, ne sembra affascinato. Poi si gira verso di me.

- Questo. - Afferma con voce ferma. Ha fatto un ottima scelta devo dire.

- Quello è un Kriss, un pugnale a lama ondulata. È in acciaio, e se usato bene, non infligge ferite e non fa tagli netti, ma lacera i tessuti del corpo, in maniera asimmetrica. Davvero un ottima scelta, complimenti.
Dai, torniamo su. - Annuisce e mi segue.

- Mia sorella... -

- Non lo farete insieme. Tu e lei sarete in due parti ben distanti della città. Comunque, penso di si. Dovrebbe aver già scelto la sua arma.

- ... -

- Ascolta, a mezzanotte in punto usciamo. Quindi, tieniti pronto ad uccidere chiunque ti trovi davanti, anziani, uomini, donne e bambini. Non ha importanza chi avrai davanti, lo dovrai uccidere e basta. -

- Va... va bene. - Tornati in camera, finiamo di disfare le valigie, poi scendiamo per la cena. Io e Dylan stiamo accanto, ovviamente. E di fianco a lui si siede sua sorella, insieme a Jane. Jack è dall'altra parte del tavolo, di fianco a Ben e all'altro Jack. Slander è a capotavola, con alla sua destra, Sally. E poi ci sono tutti gli altri.
Mangiamo con tranquillità, ci andiamo a riposare, e infine...

MEZZANOTTE!

Jeff e Jack (TKB)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora