My everything.

Capitolo 1.

[...]
Domani partiamo a Londra sono felicissima.Ho giá preparato tutte le valigie,e penso di non aver dimenticato nulla,ma per sicurezza controllo la lista.
«Allora,i vestiti ci sono, i trucchi ci sono,e le scarpe pure.»
Dopo aver ricontrollato i bagagli mando un messaggio a Liz e Alexia per dirgli di sbrigarsi a venire perché stiamo per partire.
«ARIANA» mi urla zia Roxy dalla cucina.
«Che succede zia?» le rispondo scendendo le scale.
«Dove sono finite le tue amiche? VI DEVO ACCOMPAGNARE ALL'AEREOPORTO!»
«Stanno arrivando!» risposi «E poi guarda che mancano ancora 2 ore e mezza al volo cerca di stare calma!»
Ogni volta che dovevamo andare da qualche parte la zia era sempre ansiosa.
[Ore 11:46]
Il volo era previsto per mezzogiorno e io,zia Roxy,Alexia e Liz eravamo in macchina.
[...]
Arrivate all'aereoporto salutammo zia Roxy e andammo a mettere i bagagli nel nastro trasportatore.Dopodichè salimmo sull'aereo.
Io ero seduta affianco a Liz e Alexia stava dalla parte del finestrino.
«Si chiede ai passeggeri di tenere le cinture allacciate e di non utilizzare apparecchi elettronici durante il volo,grazie.Buon viaggio a tutti signori e signore!» ci aveva riferito una donna al microfono.
Allora spensi il mio cellulare e iniziai a parlare con le ragazze di delle stanze a Londra.
«Logicamente voglio stare in stanza con voi!» dissi eccitatissima.
«E magari anche con un bel ragazzo,ahah» ribatté Alexia.Mi misi a ridacchiare.
Un pó lo avrei voluto anche io,ma ormai sapevo,quale ragazzo voleva avere come compagna di stanza una ragazza brutta come me?
Evitai di dire questa cosa a voce alta e la tenni per me e per la mia autostima inesistente.
Sentii l'aereo sollevarsi,mi vennero i brividi al pensiero che me ne stavo andando.Mi stavo allontando dai bulli delle mia scuola che mi picchiavano e che mi criticavano sempre,dalle ragazzine snob che si credono Dio sceso in Terra quando passano nei corridoi dell'istituto e da tutto il resto.Stavo andando via da tutto questo,e per la prima volta nella mia vita ho pensato :"Chissà magari ora avrò una vita felice".
E probabilmente non mi sbagliavo.