Come back to me, it's Almost Easy

142 9 7
                                    

"Fanculo!", urlo fuori di me dopo aver sbagliato l'ennesima nota, oggi non riesco a suonare, non riesco a concentrarmi, l'aria nella stanza è troppo pesante e i miei migliori amici mi guardano con preoccupazione e compassione. La prima posso comprenderla, la seconda no, ho sempre odiato fare pena alla gente, sono Synyster Gates cazzo, non voglio esser visto come il bambino che si piange addosso in ogni occasione.
"Ehy Brian, tranquillo, errare è umano", Matt mi si avvicina e mi da una pacca sulla spalla, mi scrollo la sua mano di dosso guardandolo con rabbia.
"Errare è umano...sai dirmi solo questo?", sputo acido quasi minaccioso.
"Datti una calmata Gates", questa volta anche lui alza di poco il tono di voce guardandomi con rimprovero. È sempre stato come un secondo padre per tutti noi, per la band e forse anche per i fans.
Mi alzo di scatto mettendomi davanti a lui mentre con la coda dell'occhio noto Zacky e Johnny stare sull'attenti, passo una mano tra i capelli con nervosismo mentre con l'altra reggo la chitarra.
"Non dirmi cosa devo fare, sai che non lo sopporto...", sussurro a Matt che si è avvicinato per potermi sentire.
"Brian smettila, è da quando sei arrivato che on fai altro che comportarti così, si può sapere che ti prende!?", borbotta Johnny alle mie spalle alzando di poco le braccia per gesticolare. Io mi volto e lo guardo con gli occhi sbarrati come se avesse appena bestemmiato, mi volto a guardare anche gli altri due e noto nei loro sguardi lo stesso punto interrogativo del bassista.
"Mi prendete per il culo o siete drogati?", chiedo non credendo nemmeno alle mie parole.
O forse non vuoi crederci, Brian?
"Bri, davvero, dicci che ti prende", mi chiede Zacky con aria preoccupata, senza dire nulla indico il calendario su una delle tante scrivanie per poi avvicinarmi alla sedia su cui ero seduto recuperando la giacca di pelle. Matt si avvicina al calendario e guarda la data di oggi.
28 dicembre.
Sospira triste e si porta una mano sul viso.
"Brian...scusaci, credevamo non sapessi che giorno fosse e avevamo deciso di non fartelo pesare e ..."
"Credevate davvero che me lo sarei dimenticato? Pensavate davvero che mi sarei dimenticato di lui?!", sbotto nervoso senza far finire la frase a Shadows.
Prendo le chiavi della moto e mi avvio all'uscita della sala registrazione, sento le urla dei ragazzi chiamare il mio nome cercando invano di fermarmi, sanno meglio di me che un Synyster Gates incazzato col mondo in giro non porta mai nulla di buono.
Salgo sulla mia moto e parto.
Dove sto andando? Non lo so nemmeno io, forse, il più lontano da qui.
Non voglio più pensare a nulla.
Aumento la velocità infrangendo il limite di velocità.
Non ne posso più, è passato troppo tempo.
Supero qualsiasi macchina che mi si para davanti.
Ho bisogno di te, ho bisogno di parlarti.
Sono quasi arrivato ad un incrocio, ora so bene dove sto andando.
Ho bisogno di sentirmi di nuovo stretto in un tuo abbraccio.
Supero le macchine ferme per il semaforo rosso.
Jimmy...
Un clacson inizia a suonare.
Volto la testa giusto per vedere due fari accecarmi.
Un dolore micidiale alla gamba destra e poi su tutto il corpo.
È una questione di secondi e mi ritrovo steso per terra, la moto a pochi metri da me, completamente distrutta, provo ad alzare la testa ma la sento troppo pesante, al minimo movimento la vista inizia ad appannarsi, inizio a respirare a fatica sentendo il sangue in bocca.
"Oddio! Presto chiamate un'ambulanza! Ragazzo sta calmo adesso ti portiamo in ospedale!", la voce di un uomo mi arriva ovattata.
È la fine?
Il suono di una sirena che si avvicina.
Guardo il cielo sopra di me.
"Jimmy...", sussurro.
Il buio.








Vengo accecato da un bagliore bianco, immacolato e puro, socchiudo gli occhi infastidito e mi porto una mano davanti al viso, fin quando non mi ci abituo.
"Dove cazzo sono...", chiedo più a me stesso che a qualcuno, mi metto in piedi senza trovare alcuna difficoltà nel farlo.
Eppure ...c'è qualcosa che non va, ricordo solo un incidente, un dolore sovrumano in tutto il corpo e poi il bianco...
Sono morto?
No cazzo, non posso esserlo davvero! Non posso!
Inizio ad andare nel panico iniziando a correre senza un motivo preciso, magari sto anche correndo in cerchio.

Come Back To Me, It's Almost EasyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora