Capitolo 2

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No, cazzo! La vita non può essere così ingiusta con me!
Ora ci mancava pure che mia madre si sposasse con quello lì!
Che poi non capisco cosa ci trovi in lui; lei è giovane e lui molto più vecchio di lei, è alto e muscoloso questo sì, ma è super antipatico, autoritario, presuntuoso, orgoglioso e chi più ne ha più ne metta!
E poi ha uno sguardo così spento... non c'è traccia di vitalità, se non quando mia madre si mette qualche vestitino corto e scollato, allora sì che sprizza vitalità da tutti i pori, specialmente da uno di poro!
Quello lì se ne approfitta solo di mia madre, non la ama, vuole solo portarsela a letto.
Ma lei non capisce... da quando prende quella roba ancora più frequentemente poi, ragiona sempre di meno ed è sotto la completa influenza di quell'imbecille.
Non so per quanto tempo riuscirò ancora a resistere, sfogano sempre tutto su di me a furia di cinghiate, schiaffi e calci...
Nella mia camera in questo momento sembra esserci stato un terremoto tanto che è tutto sottosopra.
Ho buttato tutti i miei libri da sopra lo scaffale a terra, ho rotto la lampada sul comodino contro l'armadio, ho tirato fuori dall'armadio tutti i vestiti e sto tirando calci e pugni ovunque.
Per sfogare la mia rabbia posso fare solo questo, visto che mi hanno tolto anche la musica...

Ora mi sono chiusa in bagno, ho preso 
una lametta e sto tagliando con forza su braccia e gambe...
Voglio morire... non ce la faccio più... Oh papà, perchè te ne sei andato... vorrei che tu mi stringessi ancora forte a te e mi sussurrassi un 'va tutto bene' come facevi quando, da piccola, rompevo i miei giochi e scoppiavo a piangere...
So che mi hai insegnato ad essere sempre forte e mi dispiace tantissimo per lo spettacolo orribile che stai vedendo di me da lassù, ma stavolta proprio non ce la faccio...

Un mese dopo

Oggi mia madre e Kevin si sposano, è il giorno peggiore della mia vita dopo la morte di mio padre.
Dopo il giorno che mi hanno detto che si sarebbero sposati ho fatto resistenza cercando di far ragionare mia madre ma quello stronzo per poco non mi uccideva a mani nude tanta era la forza con cui mi picchiava.
Così mi sono arresa e ora è arrivato il fatidico giorno.
Mia madre non mi ha voluta nemmeno come damigella d'onore, ma meglio così.

Eccola che arriva tutta sorridente, anche se io sono sicura che in fondo non è per niente felice, quell'imbecille lì non può neanche lontanamente sperare di farla felice come mio padre.
Hanno deciso di svolgere il pranzo del matrimonio nel ristorante più chic e lussuoso di New York e hanno invitato un altro po' tutta la città!
Ci sono tutti i soci di Kevin e suoi scagnozzi anche.
Gli invitati sono tutti ubriachi fradici e la scena potrebbe essere davvero divertente se non fossi così di cattivo umore.

Ora sono tutti in pista a ballare quando ad un tratto sento qualcuno palparmi il fondoschiena
"Come ti permetti!" Inizio ad urlare, ma lui (un ragazzo sulla ventina, molto alto, con i capelli castano scuro e gli occhi dello stesso colore) continua quello che stava facendo avvicinandosi ancora di più a me incurante.
"Hey!Mi hai sentita!? Lasciami subito!"  gli tiro un calcio nelle parti basse e inizio a scappare spaventata.
Raggiungo il bagno e mi chiudo dentro.
Rimango lì fino alla fine della festa ed esco solo quando sento mia madre sbraitare perché non riesce a trovarmi e ce ne dobbiamo andare, non che le interessi più di tanto di me, vuole solo evitare di fare brutte figure con i proprietari del ristorante.
Finalmente questa giornata orribile è terminata, ma questo è solo l'inizio di un vero incubo...

Altri due mesi dopo

Sono due mesi ormai che Kevin e la mamma si sono sposati.
Per tutto questo tempo non hanno fatto altro che viaggiare e quando stanno a casa mi trattano come una servetta.
"Crystaaaal!Mi vuoi portare questo cazzo di pranzo!?Non lo sai che non ti conviene far aspettare il tuo papino?" mi dice lo stronzo, come cazzo si permette a definirsi mio padre!
A quel punto non ci vedo più dalla rabbia e scoppio "Tu non sei mio padre e non lo sarai mai! Lui era un uomo magnifico e che tutti rispettavano e amavano, tu invece sei solo uno spacciatore da quattro soldi e un assassino! E poi credi che non sappia che tu mia madre vuoi solo scopartela e non la rispetti neanche come donna!? Mi fai solo schifo, sei un verme!"
Ora è lui che non ci vede più dalla rabbia, stavolta ho davvero esagerato ma non ce la facevo più.
"Tu, piccola ragazzina! Ti pentirai amaramente di tutto quello che hai osato dirmi! Ti farò sputare sangue!" E così inizia a picchiarmi, prende la paletta di ferro del camino e me la tira sulla schiena, poi mi tira a calci nello stomaco finchè non sputo davvero sangue come avevo detto.
"Ah e ricordati: tuo padre era solo un fallito" mi dice guardandomi schifato e lasciandomi lì a soffrire, trascinando con sé mia madre che non mi degna neanche di uno sguardo.

Quando riaquisto un po' di forza mi alzo da terra e corro in camera mia, mi butto sul letto e comincio a piangere disperata, ripetendomi che stavolta non ce la faccio, stavolta crollo....
Ad un certo punto qualcosa cade dal comodino e quando la raccolgo vedo che è una foto mia e di mio padre mentre fingiamo di fare la lotta.
"Non posso mollare così, devo farmi coraggio e devo andare avanti, devo fare ciò che non ho mai avuto il coraggio di fare, per te papà, perchè so che questo è un segno."
Così mi alzo e vado a prendere il mio cellulare mentre mi asciugo le lacrime, compongo il numero della polizia e faccio partire la chiamata...

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