C'era una volta, nelle fredde e vaste pianure, un contadino che aveva un figlio di nome Douhiou. L'uomo era vedovo ed un giorno si risposò con una donna che aveva una figlia. Ben presto la matrigna si dimostrò scorbutica e cattiva con il ragazzo.
Mentre Srana, la figlia della donna, passava il proprio tempo a giocare, ridere o a non far nulla, Douhiou doveva preparare il fuoco, pulire la capanna, occuparsi degli animali e raccogliere l'erba per nutrirli. Una volta sbrigate queste faccende, era costretto a pascolare le pecore molto lontano dalla loro abitazione, in una regione in cui si aggiravano lupi affamati. Obbediente, il ragazzo girovagava con gli animali per diversi giorni.
Una sera, il gregge rientrò solo. Il padre si spaventò, ma la matrigna insinuò che Douhiou doveva essersi attardato e che, come al solito, non aveva sorvegliato attentamente le pecore.
Due giorni dopo Douhiou ritornò, portando in braccio un puledro bianco così piccolo che sembrava esser nato il giorno prima. Lo aveva trovato abbandonato all'incrocio di una strada. Per un po' aveva provato a rintracciare la madre, cercandola in ogni direzione possibile; ma poi, non avendone trovato traccia, era tornato a casa con il puledrino tra le braccia.
Srana lo ammirò e volle occuparsene. Douhiou le permise di aiutarlo, ma ben presto i due cominciarono a litigare, e la matrigna diede torto al ragazzo. Douhiou amava molto il suo puledro e lo portava sempre con se quando conduceva al pascolo il gregge. Lo sorvegliava con particolare attenzione per evitare che i lupi potessero attaccarlo. Ben presto il puledro divenne un giovano cavallo molto bello,forte e muscoloso. Obbediva perfettamente a Douhiou quando lui lo cavalcava. Che galoppate facevano assieme attraverso le pianure! Così il ragazzo poteva sfuggire alla matrigna ed a sua figlia, che avrebbe voluto fare altrettanto se la madre non glielo avesse impedito.
Un giorno si venne a sapere che,in città, un ricco signore organizzava un concorso equestre. Il cavaliere che avesse cavalcato il cavallo più bello sarebbe stato ricompensato con una borsa d'oro.
Douhiou non pensava più ad altro che a quella competizione, nella quale il suo cavallo avrebbe potuto essere ammirato da tutti. La matrigna fece l'impossibile per impedire al ragazzo di andarci, ma suo padre lo autorizzò.
Così Douhiou partì in sella al suo destriero, galoppando per molto lungo la steppa. Quando arrivò nella grande città, numerosi cavalieri stavano già aspettando i loro cavalli. Il giovano pastore si sentiva perso in quella città immensa,lui che non aveva mai abbandonato il suo villaggio. Un intendente che organizzava la sfilata diede a Douhiou un numero. Un uomo anziano si prese cura del suo cavallo e poi gli disse:《Non fidarti, ragazzo, il tuo destriero non è comune. Sii vigile, egli attira gli sguardi e l'invidia. Qualunque prezzo ti offrano, ti consiglio di non venderlo》
Quando venne chiamato,Douhiou avanzò tutto fiero sul suo cavallo bianco. D'un tratto si udì un fischio. Allora il signore si avvicinò e disse: 《Ti ordino di scendere. Ormai questo cavallo mi appartiene!》
Douhiou cercò di difendersi,ma era già circondato dai soldati, che lo sbalzarono di sella e lo picchiarono. Poi lo trascinano fino all'uscita della città e lì lo lasciano a terra, esanime. Il vecchio scudiero, che aveva visto tutto, lo soccorse. Gli diede da bere, lo aiutò a alzarsi lo condusse fino alla sua capanna. Ci vollero molte settimane prima che Douhiou ritrovasse le forze, e quando finalmente si riprese, ringraziò il suo salvatore e decise di tornare a casa.
Quanto era triste per aver perso il suo buon e bel cavallo! Quanto era arrabbiato per non averlo saputo difendere! Quanto era lunga la strada da solo!
Quando arrivò al villaggio, raccontò le sue disavventure. La matrigna e sua figlia lo presero in giro mentre suo padre, senza dir nulla, lo inviò badare alle pecore.
Nel suo letto, di notte, il ragazzo rimpiangeva il cavallo, l'amico perduto. Una sera Douhiou sentì uno scalpiccio di zoccoli. Usci immediatamente e vide il cavallo bianco: ma il suo corpo era ricoperto di frecce perdeva molto sangue. Douhiou estrasse immediatamente le frecce una ad una e curò le ferite. Il povero animale era talmente affaticato che non riusciva a muoversi. Douhiou allora chiese di nascosto a Srana di dargli da bere e da mangiare, e corse cercare il vecchio che l'aveva soccorso. Questi gli raccontò che il cavallo era scappato e le guardie lo avevano crivellato di frecce; lui però, galoppando veloce, era riuscito a fuggire. Lo scudiero accettò di partire con Douhiou per cercare di salvare l'animale, ma quando arrivano al suo capezzale il cavallo era morto. Allora il vecchio disse al pastore: 《 Non piangere. Avete fatto tutti e due tutto quello che potevate per ritrovarvi. Adesso tocca a me: presto avrai un ricordo del tuo cavallo.》
Lavorò per mesi. Con la pelle, con le ossa, i muscoli ed i crini del cavallo,lo scudiero fabbricò una yagta, una bella cetra a tre corde. Poi si mise a suonare una musica triste,dolce, tenera ed infine gioiosa.
Douhiou volle a sua volta imparare, e nel giro di poco tempo fu in grado di suonare. Ogni sera il ragazzo prendeva la yagta. Il padre, la matrigna, sua figlia tutti gli abitanti del villaggio venivano a ascoltarlo. Non avevano mai sentito una musica più bella e commovente. Quando gli ascoltatori si complimentavano, Douhiou diceva soltanto :
《 Non sono io a suonare, è il mio cavallo bianco al quale penso in continuazione..Questa storia ci fa capire
come l'amore si può trasformare
e per sempre conservare.
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Storie di cavalli
RandomATTENZIONE: LE SEGUENTI BREVI STORIE NON SONO OPERA MIA, MI SONO SOLAMENTE OCCUPATA DI RISCRIVERLE. Sono fiabe che leggevo da piccola e da poco ho ritrovato il libro che le racchiude, che mi fa ancora sorridere, per cui ho deciso di condividerlo con...