Sentii bussare alla porta molto prima di rendermi conto che sotto all'accappatoio ero completamente nuda. Per essere precisi me ne ricordai, quando avevo già la mano sulla maniglia, pronta per aprire la porta.
Incrocia immediatamente lo sguardo di Alexander e pensai che mi sarebbe piaciuto poterlo fotografare. Era stupito, felice, eccitato... e anche io dovetti stringere di più le gambe per trattenere il tremito del mio basso ventre.
"Ciao" dissi sotto voce.
"Ciao" rispose con un sorriso appena accennato ma tremendamente sexy.
"Posso entrare o il tuo invito intendeva che restassi fuori la porta".
Mi spostai quel tanto che bastava per fargli capire che poteva entrare.
Non so se la mia mente lo fece di proposito, se in realtà già mi aspettavo quello sfioramento, ma fu incredibilmente erotico.
Quello sfiorarsi "involontariamente", quel percepire il suo contatto sulla stoffa che divideva il mio corpo senza veli dal suo per un soffio fece aumentare i battiti del mio cuore.
"Posso offrirti qualcosa da bere" domandai, chiudendomi la porta alle spalle, facendo attenzione a non guardare nella sua direzione.
"Sono le tre di notte. Sono corso da te appena mi hai fatto capire che potevo venire" camminava lentamente verso di me, non prese minimamente in cosiderazione la mia domanda, e notai in quel momento che non aveva il bastone.
"Ero in un bar a bere, cercando di darmi un buon motivo per non cercarti più". Era ormai a pochi passi dal mio corpo.
"Indovina un po' Cara? Non una sola, sigola, remota ragione mi è balenata per la testa".
Lo guardavo con il respiro affannato e il cuore palpitante, mentre lui senza preavviso, strinse il mio viso tra le sue mani.
"Ti voglio Cara, ti desidero come non credo di aver mai desiderato nulla" mormorò a un soffio dalle mie labbra. "È vengo qui e ti trovo così, con l'accappatoio ancora umido, e il mio pensiero va dritto al fatto che sei nuda sotto". Toglie le mani dal mio viso e lentamente scende sulle spalle, sul petto, fino ad arrivare alla cintura. "Questo non aiuta il mio autocontrollo" mi bacia dolcemente tra una parola e l'altra.
"Lo manda completamente al diavolo". In un solo gesto sicuro, slaccia la cintura, che cade a terra, scoprendo il mio corpo nudo e febbricitante.
Non emisi un solo suono, non una singola parola. Ero completamente abbagliata, elettrizzata, ipnotizzata e incredibilmente bagnata per fare qualsiasi cosa.
Sentivo la mia eccitazione tra le gambe, il mio sesso pulsava bramando il tocco di Alexander.
Staccò la bocca dalla mia, mi guardò intensamente, come se mi stesse chiedendo il permesso di procedere e io in un tacito silenzio accettai di perdermi con lui.Ero difronte al primo uomo che avessi mai desiderato realmente, completamente nuda, anche l'accappatoio era ormai ai miei piedi.
Le sue mani accarezzavano le mie cosce, fino a salire sui fianchi e lentamente fino ai seni. Li trinse, forte poi piano e poi ancora forte, prese a barciarmi, divorando la mia bocca e vincendo la battaglia con la mia lingua.
"Ti desidero" parlò senza mai smettere di baciarmi e stringendomi tra le sue braccia.
"Anche io" pronunciai quelle parole e subito me ne pentii. Con uno scattò tolse le labbra dalle mie, allontanò il suo viso quel tanto che bastava per guardarmi negli occhi.
Mi scrutò attentamente, quasi volesse accettarsi che dicessi la verità.
Alzai le mani sul suo viso, lo accarezzai, toccando per la prima volta le sue cicatrici, quelle che lo rendevano ancora più bello.
Cercai in qualche modo, con quel semplice contatto, di fargli capire la mia verità e quell'istante confermò il mio pensiero. Quegli occhi nascondevano una storia, una storia dura, ricca di sofferenze e in quel momento avrei dato qualsiasi cosa per poterla leggere attraverso il suo sguardo.
Come se il mio gesto fosse stata la risposta che cercava si rigettò come un pazzo sulla mia bocca.
Divorò ogni centimetro del mio viso e io lo seguii, regalandomi la sensazione di essere posseduta da lui.
Lentamente aprii la sua camicia e passando le mani sul petto muscoloso, la feci scivolare via.
Mi gustai la vista del suo corpo muscoloso e perfetto.
Bacia il suo collo, il suo petto e il suo addome, riempiendomi del suo sapore.
Alexander dall'alto della sua altezza, sovrastandomi, mi guardava con area deliziata.
Presi la sua mano nella mia e lo portai nella mia carema da letto, ero pronta, lo desideravo, lo volevo dentro di me.
Con poca delicatezza mi spinse sul letto, divaricò le mie gambe prendendomi dalle caviglie e senza staccare lo sguardo dai miei occhi si getto sul mio sesso.
La sua lingua leccava la mia intimità, seguendo un ritmo preciso,che stava per farmi impazzire. Strinsi forte le mani tra i suoi capelli, avevo bisogno di toccarlo, volevo di più, lo volevo dentro di me.
Alexander aveva il pieno comando, si saziava della mia eccitazione come fosse una pietanza prelibata.
Fece scivolare dentro di me due dita e con il pollice tormentava il mio clitoride, senza mai fermare la lingua. Inarcai inevitabilmente la schiena e con un urlo liberatorio arrivò il mio orgasmo,che mi fece assentare completamente per diversi secondi. Ero in uno stato di estasi, avevo raggiunto l'apice del piacere e mai era stato così bello.
Qualcosa interruppe quel momento di beatitudine, riaprii gli occhi di scatto e quello che vidi non mi piacque.
Alexander mi guardava con area assente, passando nervoso le mani tra i capelli.
"Cosa succede?" Domandai preoccupata.
"Tutto questo non doveva capitare" disse guardandomi dritto negli occhi e io a quelle parole percepii il mio cuore che si disintegrava.
"Cosa significa? Perché dici questo?" Apparivo disperata, ne ero consapevole, ma volevo capire cosa era potuto succedere, cosa l'aveva fatto cambiare umore.
"Cazzo!" Urlo poco prima di scagliare un pugno nel muro.
Sbarrai gli occhi e rimasi immobile a fissarlo, incredula, scioccata per quella reazione.
"Merda! Piccola non volevo spaventarti" disse avvicinandosi.
"No cazzo, non ti avvicinare!" ero io non volerlo più, in un attimo si erano invertiti i ruoli.
"Esci subito da casa mia!" Urlai con le lacrime agli occhi.
"Cara ti prego io..."
"Subito!" Urlai di nuovo.
Non volevo sentire nessuna giustificazione, non si poteva di certo tornare indietro.
Aveva distrutto un momento che avevo creduto uno dei più belli della mia vita e non volevo più vederlo.
Mi alzai dal letto, comprendomi con il lenzuolo.
"Mi dispiace" mormorò fissandomi e cercando il mio sguardo.
"Ok, adesso però va via!".
Con impeto fece sbattere la porta della mia stanza contro il muro e con ancora più forza quella di casa contro i battenti, facendomi sobbalzare.Rimasi sola, con quel silenzio che mi faceva compagnia e mi apparteneva ormai da diversi anni, mi distesi sul letti, stringendo forte le lenzuola tra le dita e lasciai che le lacrime scivolassero libere sul mio volto.
Per un attimo avevo creduto e sperato che la mia vita stesse prendendo una nuova via, che qualcosa di diverso era nell'area, ma come sempre mi ero illusa.************
SPERO CHE QUESTO CAPITOLO VI SIA PIACIUTO.
NON VEDO L'ORA DI LEGGERE I VOSTRI COMMENTI E RICORDATEVI DI LASCIARE UNA STELLINA.
BACIIII ❤
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In The Deep
RomanceQuando credi che la vita non abbia più niente in serbo per te, che valga la pena di essere vissuto... proprio in quel momento arriverà un uragano che travolgerá ogni tua certezza. Porterá con sé gioie e dolori, restituendoti il "senso della vita"...