I pensieri di Nico di Angelo

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Gli occhi rossi.
Lo sguardo vuoto.
Occhi lucidi di lacrime che non scendono.
Attacchi di panico.
Svegliarsi la mattina e sentirsi morire.
Cercare di afferrare sogni che scivolano.
Un sogno da cui ti svegli urlando.
Gridi in silenzio.
Piangi senza lacrime.
Non riescono a scendere per scaldare le guance.
Rimangono negli occhi e le cacci indietro.
È un riflesso.
Non riesci a piangere.
Potresti star meglio piangendo.
Ma non ci riesci.
Non trovi qualcosa che ti tenga ancorato nella realtà.
Non riesci a perderti totalmente nella fantasia.
E vivi su un filo sospeso tra sogno e realtà.
E ti senti morire dentro ogni giorno.
Stai male.
Di nuovo.
Ti chiedono perché non sorridi.
Perché sei depresso.
Fingono di volerti aiutare.
Ma a loro non importa.
Solo perché le lacrime non ti rigano le guance.
Non vedono gli occhi pieni di tutta la sofferenza.
Velati da uno strato di lacrime.
Attacchi di panico.
Ancora.
Come sempre.
Da quella volta.
L'ultima in cui l'hai vista.
Il giorno dopo è morta.
Una lacrima calda.
Va meglio.
Ma forse no.
In realtà va male, va malissimo.
Come stai?
Bene.
Finto.
Sorriso falso.
Bugia.
Non va bene.
Ma in realtà non gli interessa.
Lo chiede perché va chiesto.
E tu rispondi come ci si aspetta.
Devi sorridere.
Per finta.
Non se ne accorgono.
Sei l'unico che vede quanto sono finti i sorrisi di chi vuole piangere.
Solo tu vedi le lacrime tra gli occhi.
Leggi tra le righe.
Capisci di sentimenti di chi guardi.
Vuoi piangere e sfogarti.
Non ci riesci.
E fa male.
Ormai non ci riesci più.
Forse un tempo sì.
Ora sei una lastra di ghiaccio.
Il tuo sguardo è fisso.
Non hai avuto persone con cui confidarti per troppo tempo.
Ora non ci riesci più.
Non stai vivendo.
Ti stai trascinando in una parvenza di vita.
E fa male.
Sei sbagliato.
Ti gridano contro.
Perché sei diverso.
Sei strano.
Sei pazzo.
Perché non sei come loro.
Ma cosa cambia?
Sei perseguitato dalle urla.
Dai fantasmi del tuo passato.
Da tutto.
E ti senti scivolare in una pallida imitazione di vita.
Voglia di leggere fino alle 2 di notte.
Fissare il vuoto fino alle 5.
Girarsi nel letto fino alle 6.
Non riuscire a dormire.
Incubi.
Ricordi.
Non cambia molto.
E trascinarsi fuori dal letto alle 7.
Arrivare a scuola.
E poi 5 ore con chi fa finta di interessarsi a te.
Ti dicono di sorridere.
Altri ti ignorano.
O ti insultano.
E tu vuoi solo gridare che vorresti piangere.
Ma non riesci nemmeno a fare quello.
Se qualcuno solo ti spiegasse perché il cibo non ha sapore.
Perché il mondo ha perso i colori.
Perché il cielo sembra così dannatamente allegro.
Perché le persone sono così irritabilmente felici.
Come tutto stoni con la morte che sentì dentro.
Vivi solo perché il cuore batte ancora.
L'unica via di fuga sono i libri.
Essere qualcun'altro.
Vivere in un altro mondo.
Avere una vita migliore.
Avere un miliardo di vite diverse ogni giorno.
E poi ti chiedono perché.
Perché ti piace leggere.
Quando l'unica cosa che vorresti fare è sparire tra le ombre.
Città di ossa.
La prima cosa che ti viene in mente.
Quando pensi a un cimitero.
Città di ossa.
E di marmo.
Città di vento.
E di cenere.
Città di silenzio.
E di buio.
Città di ossa.
Non puoi essere triste.
Ti urlano che devi sorridere.
Ma non gli importa di te.
A nessuno importa.
Vogliono solo darti fastidio.
Perché sei diverso.
Capisci di voler morire.
Non te lo permettono.
Nessuno se ne accorgerebbe.
Eppure sai di dover restare.
Devi fare qualcosa.
Ma in realtà vorresti solo piangere.
Pensare a colei che ti voleva tanto bene.
Ora non c'è più.
Non sembra nemmeno vero.
C'è sempre stata.
E ora fa male.

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