Chapter 1

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Australia. 14/06/2000

Caro Diario,
Papà oggi vuole portare me e
Smash al parco. Però prima devo
andare a casa a cambiarmi perchè
Milk mi ha sporcato il
vestitino di fango.
Ti piace il nome Milk per il
nostro cagnolino?
L'abbiamo scelto io e Smash.
Oh papà si sta arrabbiando
ti scrivo dopo.

La tua Maggie.

Era un caldo pomeriggio di estate io e il mio vicino di casa Ashton avevamo in programma di volare.
Tutti i pomeriggi andavamo al parco e ci dondolavamo a vicenda sulla vecchia altalena arrugginita.
L'aria che ci scompigliava i capelli e le farfalle nello stomaco avevano pagato l'affitto mensile.

Mi ricordo ancora che all'inizio avevo un po' paura ma non volevo che Ashton lo sapesse perciò urlavo: Smash più veloce!
Non riuscivo a chiamarlo Ashton perchè mi mancavano due dentini davanti e anzichè parlare fischiavo, quindi ebbi la brillante idea di chiamarlo Smash perchè era molto veloce.

"Da grandi voleremo su tutto il mondo!" Annunciava a braccia aperte il piccoli riccio.

"Io non volo con un perfetto sconosciuto." Mettevo il broncio.

"Allora prima ti sposerò e poi voleremo su tutto il mondo." Riformula la frase il mio amico.

Bene... i nostri progetti non durarono a lungo.

Come diceva Einstein: Il mondo è un posto pericoloso, non a causa di quelli che compiono azioni malvagie ma per quelli che osservano senza fare nulla.

Mio padre fu complice a un omicidio.
Non mi ha mai raccontato nulla su questo fatto, e per normi di sicurezza cambiammo identità e stato.

Quindi di punto in bianco mi ritrovai in Inghilterra da sola senza il mio Smash... non ebbi l'opportunità di salutare il mio Capitan America per l'ultima volta, credevo che sarei ritornata su quella altalena arrugginita, in cui insieme alla ruggine c'erano i ricordi della mia infanzia e del mio vero nome... ormai seppellita nei ricordi.

Ormai sono passati più di 11 anni dalla piccola Maggie Dixon... adesso ho 17 anni e sono la sola Honey Wood.

A volte blocco tutto e comincio a pensare alla scienza.
Sono una grande appassionata di scienziati e pittori depressi.
Mia madre mi ripeteva sempre che i quadri dimostravano l'emozioni dei pittori e che tutti noi abbiamo una tela da colorare nella nostra vita.

L'arte è l'espressione del pensiero più profondo nel modo più semplice.

Credo che la tela di mia madre era estremamente gialla come la felicità.

Beh... riguardo a mio padre... è sempre stata una tela in parte rossa, come la rabbia, e in parte viola, come la paura.

La mia non ha un colore, anzi perlomeno non ho ancora incominciato a dipingere... credo che manca una punta di un altro colore per completarmi e forse avrei cominciato a tratteggiare il mio confine verde... come la speranza di trovare ciò di cui ho assolutamente bisogno.

Spazio autrice:

Wiiiiiiii
C'è l'ho fatta!! Non è molto lungo questo capitolo ma vi prometto che scriverò di più.
Che ne pensate?
Qual'è il vostro colore?
Il mio non lo so... strano vero?!
Va beh vi lascio...
(Lasciate una stellina per una castorina al buio.)

-Sydney.

Come Aereoplanini Di CartaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora