Il giorno del mio tredicesimo compleanno, cioè il 1 Gennaio, mia mamma decise che ero depressa. Passavo tutto il giorno ad ascoltare musica rinchiusa in camera mia e prima di andare a dormire leggevo libri. Mi piaceva stare sola, sentivo che nessuno poteva capirmi, nessuno tranne la musica, quando avevo le cuffiette nelle orecchie mi sentivo al riparo, al sicuro, come se niente e nessuno potesse distruggermi, mi sentivo forte. Però quella forza che trovavo dentro di me, svaniva appena le toglievo. La musica per me era simbolo di vita, mi faceva sentire bene.
Forse è il caso che mi presenti. Mi chiamo Adelee, ho 16 anni e vivo in Italia, più precisamente a Roma. Sono nata in America, a New York. Ho una sorella più piccola di 10 anni che si chiama Elisabeth. Forse non avete mai sentito il nome Adelee e dunque ora vi spiego il perchè di questo nome. Quando sono nata i miei discutevano giorno e notte per decidere il mio nome, mia mamma, infatti, ci teneva a chiamarmi Adele, mentre mio papà voleva chiamarmi Lee. Dopo tante discussioni sono arrivati alla conclusione di unire i due nomi così sarebbero stati felici entrambi. La mia famiglia non era mai stata normale, ci piacevano cose che agli altri non piacevano, odievamo alcune cose che gli altri amavano, ma non importa, a me andava bene così. Ad esempio, se entravi in casa con le scarpe, mia mamma ti guardava malissimo come se tu fossi un marziano appena atterrato dopo un lungo viaggio.
Vabbè, passiamo alla mia descrizione fisica. Vi avverto di già, non aspettatevi a chissà che cosa perchè non sono la classica fighetta che viene corteggiata da ogni essere vivente. Sono alta un metro e sessanta, ho i capelli lunghi fino a metà schiena e sono di un castano chiaro tendente al biondo scuro. Ho gli occhi marroni, un naso abbastanza normale anche se a me non piace, ho le labbra normali e di un rosa-fucsia. Sono abbastanza magra anche se peso 55 chilogrammi. Mi vesto quasi sempre di nero o di colori scuri, capita raramente di vedermi vestita con felpe colorate e jeans chiari.Non ho avuto problemi di nessun genere fino a quando non ho iniziato le medie. È da lì che è partito tutto. È da lì che è iniziata la mia depressione. È da lì che sono spuntati fuori tutti i problemi. È colpa della scuola. Dicono che la scuola non uccide, ma molti ragazzi si sono suicidati a causa del bullismo. Tutto parte con degli scherzi, si continua con gli insulti e poi si arriva al vero e proprio tormento: inizi a credere a tutte quelle stupidate che ti dicono e ci stai male, inizi a credere che nessuno ti voglia e invece non è così, inizi a pensare di non essere abbastanza per nessuno quando c'è gente che farebbe di tutto e di più per vederti sorridere. Ma non è facile capirlo, bisogna combattere un po' alla volta per sconfiggere i bulli, quel periodo si può paragonare a una lunga camminata in un tunnel, per alcuni breve, per altri lungo e per altri ancora potrebbe essere infinito, ma in ogni caso abbiamo bisogno di qualcuno al nostro fianco che ci aiuti a superare le difficoltà e che ci tenga per mano in modo da farci capire che anche in quel periodo buio, lui c'è sempre per te.
Ecco io avevo bisogno di una persona al mio fianco che mi aiutasse, ma sembrava che tutto il mondo fosse contro di me.