What?!

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Rimasi immobile.

Come se il mondo mi stesse pian piano crollando addosso.

Avevo paura, lo ammetto, paura di essere la prossima, avevo paura che fosse successo qualcosa di veramente brutto a Jess.

Era davvero troppo da sopportare, soprattutto per me, Jess è stata l'unica persona a cui ho voglio davvero bene, anche se a volte non sembra.

Il cuore andava a mille, la testa iniziò a girare ed all'improvviso tutto si fece nero.

-

Nero, solo questo.

Sento dei lievi rumori, ma non riesco a capire nulla.

Apro gli occhi, la vista è sfocata, sento delle voci, una femminile ed una maschile.

Mi guardo intorno confusa, tutto bianco, le lenzuola, il soffitto, le pareti...

Vedo il viso di una donna, sorride e dice
<Ti sei svegliata finalmente>
Con tono dolce ed apprensivo

<Dove...mi trovo...?>
Riuscì fortunatamente a chiedere.
Notai solo in quel momento il dottore, non riuscivo a capire cosa stesse facendo, ma probabilmente leggendo dei dati su un foglio che teneva in mano.

<Ti trovi all'ospedale, sei svenuta circa 3 ore fa, ti sei appena ripresa. Ora resta sdraiata, e dimmi, hai qualche parente che possiamo contattare?>
Giusto...I miei sono tutti a Londra...ed ora come faccio?

<Ecco vede i tutti i miei parenti si trovano a Londra, io invece sono qui per gli studi.>
La donna sospirò e disse qualcosa all'orecchio del medico, ma non riuscì a sentire.

<Puoi darci il numero dei tuoi genitori?>
Chiese questa volta il dottore.

<Certo...>

-

Dopo aver dato i numeri dei miei genitori i dottori uscirono, poi dopo circa 2 ore rientrarono dicendo di averli informati e di che sarei stata dimessa domani, quindi avrei dovuto passare la notte li.

Solo in quel momento ricordai il motivo per il quale ero svenuta, e divenni triste ripensando a Jess...poi però un'ipotesi si fece largo in me, forse suo fratellino si trova qui.

Chiesi alla reception e mi venne detto di si, ero sollevata a quelle parole, chiesi la stanza ed il piano in cui si trovava.

Secondo piano: stanza 34
Continuavo a ripetere mentalmente per non dimenticare, finalmente ero difronte alla stanza, sbirciai dalla vetrata e vidi il fratellino di Jess sveglio sdraiato sul letto, mi feci coraggio ed entrai.

<Ehi ciao>
Dissi con tono dolce ed un sorriso

<Sei Madison vero?>
Rimasi un attimo zitta, io e lui non avevamo mai parlato, però lui sapeva chi ero io ed io sapevo chi era lui

<Sì, mi dispiace per tua sorella, non sarebbe dovuto succedere>
Dissi mentre mi sedetti sul letto, lui abbassò lo sguardo. Una lacrima rigò il suo viso, poi un'altra ed un'altra ancora, iniziò a singhiozzare ed io lo abbracciai, ma lui mi scansò bruscamente.

<Tu sai qualcosa?>
Gli chiesi, lui con mio grande stupore annuì.

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