Capitolo 43

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Mary's P.O.V.

- Vieni, ti mostro dove sono gli strumenti. - mi dice il mio nuovo datore di lavoro.
Sto sudando tantissimo per il mio nervosismo. Mi porta in una grande sala d'incisione con tre chitarre classiche, due acustiche, un pianoforte, cinque microfoni, due violini,... Persino un ukulele! È più o meno simile alla Virgin EMI Records ma non è che faccia molta differenza: lavoro da Simon Cowell. Certo, all'altra lavorano gli U2, Eltohn John, Paul McCartney, Rihanna, Kanye West, il mio amore, mio fratello e i miei migliori amici ma qui, questa è la casa discografica dei miei sogni.
- Allora, credo che ti servirà un avvocato per il contratto.
- In realtà, al momento, potremmo stipulare un accordo verbale e dopodiché uno cartaceo quando non lavorerò più part-time. Ho frequentato un corso in cui ci hanno spiegato anche la struttura di un contratto e le sue clausole. Posso lavorare dopo la scuola e non voglio avere consegne per la composizione: non si dà tempo alla creatività. La sala sarà disponibile esclusivamente per me tutti i pomeriggi tranne la domenica e sono disposta a dei straordinari serali in caso di bisogno. Dopodiché voglio poter aver accesso ad ogni spazio dell'edificio e mi basta essere una stagista, non c'è bisogno di alcun stipendio.
- Wow, sei molto precisa.
- Beh, sì.
- Facciamo che poi ci accordiamo in futuro, OK?
Annuisco e mi guardo intorno. Non ci credo.
- Ti lascio sola per ambientarti. - mi dice e rimango sola.
Ho bisogno di un pizzicotto, sto sognando. Dopo poco lo sento e mi volto.
- ZAYYYYYY! - gli getto le braccia al collo e lui mi stringe forte.
- Mary, ce l'hai fatta! Obiettivo raggiunto, eh?
- Esatto. Sono felice, non sai quanto.
- Mary, io parto.
Eh?
- Cosa?
- Facciamo un tour, staremo via qualche mese. Non potremmo vederci.
- Ma... Ma...
- Ci sentiremo tutti i giorni, promesso.
- E se mi capitasse un altro casino? Se mi ritagliassi di nuovo, Zayn?
- Non succederà, piccola, te lo prometto.
Lo abbraccio di scatto e comincio a piangere. Stringo il tessuto della sua maglia fra le mani mentre lui mi accarezza i capelli.
- Ehi... Non piangere... Ci sentiremo tutti i giorni, te lo giuro.
- Ma non ti avrò vicino... - singhiozzo.
- Non posso non partire, lo sai.
- Lo so. - mi asciuga le lacrime con il pollice. - Ti voglio bene, Zaza.
- Anch'io, Mary.
Mi distacco da lui e caccio via le lacrime col dorso della mano.
- Hai altre notizie? - chiedo tirando su con il naso.
- In realtà sì...

Zayn's P.O.V.

- In realtà sì... - dico guardando in basso e giocherellando con le mani.
- Sei tutto rosso, Zaza, dimmelo. - dice e incontro lo sguardo.
Si vede tanto che ha appena pianto ma è sempre carina. Non sapevo quando comunicarglielo ma adesso so che è il omento adatto.
- Io... Beh... Mi sposo... - ammetto goffamente.
- COSA COSA COSA?! - urla perforandomi i timpani. Si butta su di me e cadiamo a terra.
- Mary! Che cazzo fai?! - dico ridendo e lei con me. La sposto da me e ridiamo come pazzi.
- Sei comodo, Zaza.
- Grazie.
- Non ci credo che ti sposi... Gli altri lo sanno?
- Al momento solo e Harry, ho paura della reazione dei miei e dei genitori di Perrie...
- Andrà tutto OK. Se la ami non dovresti aver paura di cosa ne penseranno gli altri ma tu devi esser sicuro della tua scelta. Se ciò che desideri è sposarla, che il resto vada a farsi fottere. - dice tracciando cerchi sul mio petto.
Le sorrido e la ringrazio baciandole la fronte. Le propongo di alzarci e lei concorda. Ci alziamo e sistemiamo i vestiti.
- Quando parti?
- Stasera.
- Abbiamo un'ultima giornata.
- Già...
- Fatto le valige?
- Sì.
- Hai detto e salutato la tua famiglia?
- Mary, mi stai facendo un interrogatorio? Comunque, sì.
- Allora ti va di passare un ultimo pomeriggio insieme?
- Certo, andiamo a fare shopping?
- Bene, andiamo nel pomeriggio, ti passo a prendere alle quattro, parlo io con Simon.
Annuisco e le bacio la fronte prima di uscire dalla casa. Mi mancherà molto Perrie ma anche lei.

Léa's P.O.V.

Ci mancava solo questa dannata febbre. Sono stesa sul letto malata con un mal di testa fortissimo e mi soffio sempre il naso. Vorrei davvero alzarmi e andare da Connor o anche a scuola, ma non confinata qui in camera mia con il muco da vendere al chilo. Mi sento uno schifo. Non sopporto stare a letto ed essere una nullafacente. Vorrei almeno cantare ma la sfortuna mi perseguita visto che sono quasi senza voce.
L'unica cosa produttiva che posso fare è dormire, quindi mi giro e opto per questa scelta.

Make me crazy [b.w.s.] (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora