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|Piangeva. Piangeva per liberarsi dal peso opprimente che le schiacciava il cuore. Piangeva per sfogarsi. Piangeva perchè non esiste cosa più liberatoria di spingere fuori tutto quello che ci teniamo dentro. Le sue lacrime parlavano. Dicevano tutte quelle parole troppo difficili da pronunciare, e per questo accantonate nel punto  più remoto dell'anima.|

Mouna Dawson era una 16enne intelligente.
O almeno, abbastanza intelligente da capire che, quel giorno, c'era qualcosa di strano.
Si sentiva osservata.
Sentiva un paio di occhi bruciarle la schiena, ma non aveva il coraggio di voltarsi, aveva paura di incontrare loro.
Loro, che l'avevano sempre insultata, e sempre loro, ai quali lei non era mai riuscita a ribellarsi. Il motivo? Semplice, aveva paura.
Erano in cinque, tutti maschi più alti e più forti di lei.
Si ripeteva che non potevano esserci, erano in riformatorio da un anno ormai, e avrebbero dovuto passarci anche i tre successivi, ma il terrore era sempre presente, da quel maledetto 3 ottobre.
Ma quel giorno Mouna si sentì invasa da un'ondata di coraggio, e si voltó.
Un brivido le attraversó la schiena.
Erano tornati.
Di nuovo.
Per lei.

|Salve|,
Questa è la mia nuova storia.
Come primo capitolo è molto corto, ma volevo lasciare la suspence per il prossimo, che sarà più lungo.
Spero che vi piaccia e vi avverto, non credo che sarà la solita storiella d'amore.
Tenetevi forte.

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