Era una notte veramente buia quella incombeva su Gotham.
Si sentivano le sirene delle auto della polizia, segno che Joker aveva appena messo in atto un suo piano, o per lo meno lo stava facendo.
Pensai che quello non fosse esattamente il momento giusto per continuare la mia passeggiata in attesa delle mie amiche, e mi fermati, ma sicura che nulla di brutto potesse capitarmi, mi feci coraggio di continuai lo stesso.
Non ci si rende mai veramente conto dei pericoli che si corrono. Ai telegiornali sentiamo sempre nomi di altri, figli di altri, vite di altri, e ci sentiamo invulnerabili, come se nulla possa mai accaderci.
Gotham City era piuttosto malfamata, ma nessun malfattore comune sarebbe stato tanto pazzo da uscire con tutta quella polizia in giro, a parte il clown.
Poco dopo mi ritrovai a fissare quelle poche stelle che brillavano in cielo rare come diamanti. Non si vedeva nemmeno la Luna.
Abbassai lentamente lo sguardo intenta a continuare la mia passeggiata.Le mie due amiche arrivarono poco dopo e cominciammo a camminare verso un posto non meglio stabilito della città.
Oltre alle sirene della polizia, gli unici rumori che si sentivano erano quelli dei nostri tacchi e delle nostre chiacchiere
<< Avete sentito di quel Joker? Quello lì mi fa davvero paura. Speriamo che Batman riesca a sconfiggerlo!! >> disse Madison, una delle mie amiche.
Alla sua affermazione, io mi limitai a sorridere.
<< Già ... però, immaginate che ora Batman venga a salvarci proprio da Joker! Sarebbe fantastico!! >> continuò Katrine. Quelle due erano innamorate perse del pipistrello, e l'idea di essere salvate da lui continuava ad eccitarle come ragazzine alla loro prima cotta.
Le mie amiche si accorsero della mia presenza solo fisica in quel momento, in quanto non avevo fatto nemmeno una battutina su Batman o su Joker.
Anche io ero solita fare battutine su Batman, e la cosa mi divertiva ancor di più conoscendo la sua identità.
<< Hey, Luna, ci sei o ci fai? >>
Io sussultai << Dipende ... >> risposi provocando la risata di tutte e tre, quando ...
<< Buonasera, bellezze! Cosa ci fate a quest'ora di notte quando correte il rischio di cadere sotto le grinfie di un qualche malfattore? >> chiese ironica una voce alle nostre spalle.
Ironica, ma ragionevole.
Quando ci girammo, io per prima rimasi shoccata dalla figura che avevo d'avanti: scarpe marroni a punta quadrata, pantaloni, gilet e giacca rigorosamente viola, panciotto verde, camicia e cravatta pitonata, capelli verdi. Joker.
Questi si leccò le labbra, facendo prima schioccare la lingua sul palato.
La saliva aveva reso ancora più lucido il rossetto che andava dalle sue labbra alla fine delle sue cicatrici.
Involontariamente mi ero persa nei suoi occhi, come quando guardai la sua foto.
Joker mi faceva paura, ma non avevo neanche minimamente pensato a come mi avrebbe trattata se fossi caduta nelle sue mani.
Non era lui a farmi paura, ma i suoi occhi, neri come la pece, che non lasciavano distinguere l'iride dalla pupilla.
I suoi occhi neri, bui, profondi, che allo stesso tempo mi affascinavano.
Si era creato un lugubre silenzio tra noi, che Joker spezzò << Vedete, gli sbirri mi stanno alle costole ed ho bisogno di qualcuno che mi aiuti a scappare da loro. Perciò, dovrò prendere in custodia una di voi tre, in modo che, la vincitrice, mi aiuti a scappare da loro e da Batman. A lui ci penserò più tardi! Ahahahahah!! Ed ora, vediamo chi ha vinto il concorso ... rullo di tamburi ... Tu! >> disse indicandomi.
Le mie amiche emisero un urletto soffocato e io persi il respiro, insieme ad un battito.
<< Hey, state zitte voi due. Quanto a te, signorinella, buonanotte! Ahahahahahah!! >> detto questo, mi colpì con il manico della sua pistola e io persi i sensi.Mi risvegliai con un gran mal di testa.
Ero seduta in una stanza buia probabilmente su una sedia in legno, con mani e caviglie legate da una corda abbastanza spessa da provocarmi un leggero dolore ai polsi.
Pian piano stavo abituando la vista all'oscurità, quando tre uomini entrarono accendendo l'unica lampadina presente in quella piccola stanza.
Si sentiva un odore disgustoso.
Capii cos'era solo quando accesero la luce e potei constatare che lì c'era stato torturato qualcun altro.
Uno dei tre uomini si avvicinò a me mentre un altro gli diceva << Il capo ha detto di non toccarla >>
E quello rispondeva << Sai cosa? Il capo non c'è! >>
Quindi cominciò a baciarmi, ma io, disgustata, gli morsi la lingua a fondo, fino a quando non sentii delle gocce dal sapore metallico cadere sulla mia lingua accompagnata da un suo urlo di dolore.
Neanche lo avessimo evocato, Joker entrò nella stanza << Cosa succede qui? >>
Gli altri scagnozzi, quasi a volersi ingraziare il capo, gli raccontarono l'accaduto.
Allora Joker lo portò fuori. Non avemmo più sue notizie.
Quando il clown tornò nella stanza, intimò tutti di uscire e i suoi scagnozzi, come conigli impauriti, scapparono via.
Dopo che la porta venne chiusa, l'uomo dal sorriso eterno si sedette di fronte a me, senza mai staccare il suo sguardo dal mio.
<< Bene, bene, bene. A quanto pare abbiamo a che fare con una dura! >> affermò ghignando maleficamente.
<< Già >> risposi io sicura << Probabilmente sei di fronte all'unica persona che cercherà di tenerti testa fino alla fine. >>
<< Non puoi tenere testa a qualcuno che ti minaccia con un'arma mentre tu sei completamente disarmato. >>
<< E' vero, ma a volte le parole risultano essere più affilate di una mannaia. >>
Vero.
A queste parole, Joker non potè che darmi ragione, anche solo con il suo silenzio.
<< Visto? Ora sei tu quello disarmato. >> esagerai.
L'uomo era furioso. Prese dal taschino del suo gilet un coltellino che, con un rumore così fastidiosamente metallico da far venire i brividi, uscì dal suo manico.
Si avvicinò pericolosamente a me, puntandomi la punta del coltello sulla gola.
Ancora il suo tic.
<< Vedi, non sempre si è disarmati sia a livello figurato che fisico. Per me è così e stai giocando letteralmente con il fuoco, cara. >>
<< Il fuoco si spegne con un soffio. >> risposi soffiandogli in faccia.
Joker scoppiò a ridere aumentando la pressione del coltello sulla gola << A volte, bambolina, non si deve fare resistenza al proprio aggressore, a volte serve solo ballare con il Diavolo per uscire dall'Inferno! Come ti chiami? >> sottolineò quel 'bambolina' come ad indicare la mia fragilità, la facilita con la quale avrebbe potuto rompermi.
<< Ma questo cosa centra? >>
<< COME TI CHIAMI? >> sbraitò lui, stanco di essere contraddetto
<< Luna Shine Douglas. E, prima che tu mi uccida, volevo dirti che se vuoi svaligiare la mia casa, si trova sulla 25^ ad Avenue Street. Infondo non saprò che farmene di tutti quegli oggetti! >>
Joker sembrò rimanere lievemente spiazzato dalla mia affermazione, ma riuscì a spiazzarmi a sua volta liberandomi.
<< Vattene. Sei libera. >>
<< C-cosa? Sul serio? Perché? >> chiesi confusa rimpiangendo quelle che sarebbero dovute essere le mie ultime parole.
<< Perché mi piace il tuo modo di ragionare. Ti manca solo quel briciolo di follia che serve. E, siccome credo che ciò che non ti uccida ti renda più strano, penso che questa sia la scelta migliore! >> mi spiegò tra le risate << Oh, Gesù Marimba, sono in ritardo! >>
Ma prima che potessi aggiungere qualcosa, il muro venne sfondato all'auto di Batman.
Questi mi intimò di salire in auto mentre lui picchiava selvaggiamente Joker, che rideva.
Era tutto molto confuso, non riuscivo a capire molto della situazione. Era tutto così strano.
Stava succedendo tutto troppo in fretta.
L'unica cosa che riuscii a fare fu fermare Batman << Batman! >> gridai attirando l'attenzione di entrambi << Andiamo. >> conclusi salendo in auto seguita dal pipistrello, ancora confuso da quella situazione quanto me.
Prima che le portiere si chiudessero, riuscii a sentire Joker che mi diceva << Vedo che comincia a fare effetto!! Ahahahahah!! >>
<< Tu sei pazzo, Joker. >> aggiunse il pipistrello
<< Ah si? E io che pensavo di essere un'Ariete!! Ahahah!! Ma come mi vengono, non lo so!! >> rispose ridendo ancora
Anche io, seppur cercando di trattenermi, cominciai a ridere piano.
Mi riuscì a sentire solo Joker che fermò le sue risate, quasi a voler comprendere le mie.
Sarei dovuta essere distrutta, spaventata, ma le reazioni umane non fanno per me. Forse ho sempre avuto quel briciolo di follia di cui il clown parlava.
Ma poi le portiere si chiusero e i nostri due mondi furono come separati, ancora una volta.
<< Perché l'hai fatto? >> mi chiese Batman
<< Oh, avanti, Bruce! Smettila di parlare così o ti verrà il mal di gola! >>
Bruce si girò verso di me << C-come fai a ... >>
<< Lascia stare. Portami a casa. >>
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Noctes Atticae
FanfictionDalla storia.... L'uomo era furioso. Prese dal taschino del suo gilet un coltellino che, con un rumore così fastidiosamente metallico da far venire i brividi, uscì dal suo manico. Si avvicinò pericolosamente a me, puntandomi la punta del coltello su...