Capitolo 14

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LEGGETE LO SPAZIO AUTRICE!
BUONA LETTURA!! 

Tieni le mani a posto!

Il mattino dopo, la testa di Leila era da tutt'altra parte.
In quel momento era davanti all'armadio, cercando qualcosa da indossare, ma nulla le entrava. Stava cominciando ad impazzire, doveva sfogarsi. Per tutto.

Tirò fuori una maglietta dopo l'altra, ma tutte le stavano strette, oppure rimanevano sopra l'ombelico. Attirò l'attenzione anche di Alberto, il quale era accanto a lei che si vestiva. "Piccola, tutto bene?" le domandò, lei sospirò rumorosamente, "Non va bene un cacchio." E buttò l'ennesima maglia sul letto. "Forse dovresti comprare dei vestiti nuovi. Oppure dovresti tirare la cinghia con il cibo." Disse quella frase a bassa voce, ma arrivò chiara alle orecchie della fidanzata. Si girò verso di lui come una furia: "Stai dicendo che sono grassa?" Lo guardò attentamente, l'aveva spaventato. Lui sapeva che se lei avesse detto una parola sbagliata, l'avrebbe sbranato sicuramente. Allora il suo sguardo si addolcì, "No piccola, non sei grassa." le accarezzò le spalle, ma a causa del suo tono dolce, Leila scoppiò a piangere. "Invece si, sto diventando una balena. Non ti piaccio più." si buttò sul letto, come aveva fatto cinque minuti prima con quelle povere magliette, e singhiozzò. "Non pensarlo neanche. È normale prendere qualche chilo, però una volta che il bambino sarà nato, ritornerai come prima. Io ti amo anche così." E le lasciò un bacio delicato sulle labbra, "Forza, vestiti e raggiungi Gabriele." le diede una pacca sul sedere, cosa che lasciò Leila basita, ma che fece spuntare un sorrisetto malizioso sulle sue labbra. "Tieni le mani a posto, pistolero." Disse lei ridacchiando, lo fece ridere e si mise le mani in tasca, per scherzare.

Dopo qualche minuto scesero al portone, e dopo alcuni baci, Leila e Alberto si separarono per raggiungere ognuno il proprio lavoro. Intanto, Leila vide Gabriele che l'aspettava dall'altra parte della strada, lo raggiunse e lo salutò. Fecero la strada a piedi, visto che l'ufficio non era molto distante da casa. Dopo i saluti, la prima parte del tragitto fu abbastanza silenziosa, ma dopo Leila decise di iniziare a fargli qualche domanda, in particolare su una persona. Ormai diventata il suo punto debole.

"Sei impegnato sentimentalmente in questo periodo?" Iniziò a girarci attorno, voleva capire se ci arrivava da solo. Lo mise in imbarazzo, e anche un po' a disagio. "No, al momento no." Rispose leggermente nervoso, lei notò che la risposta arrivò dopo un po', quindi buttò la fatidica domanda: "Gabriele, sei innamorato di Bianca?" La buttò come una miccia ancora accesa, "Leila, io non credo che sia il momento adatto per parlarne." Si innervosì, ma lei continuò lo stesso a fare le sue domande. "E quando ne parlerai? Quando parlerai con Bianca?" lui alzò le spalle, "Non potete continuare così. Se vi amate, datevi una possibilità." Continuò la rossa, ma lui non fiatò, poi davanti all'ufficio la guardò, "Eccoci, ci vediamo domani." E cercò di allontanarsi da lei, ma Leila fece in tempo a fermarlo per portarlo dentro con lei. Lo sentì sbuffare, "Che stai cercando di fare?" Stava iniziando a scocciarsi, "Visto che siete due testardi, e anche orgogliosi, vi diamo noi un piccolo aiuto." Cercò con lo sguardo Bianca, ma era occupata al computer. Poi, Leila posò lo sguardo verso Gabriele. "Ascolta, tu ami lei, e anche lei ti ama. Cosa stai aspettando?" Nel frattempo, vide con la coda dell'occhio Bianca che prese delle cartelle e camminò verso l'archivio, che si trovava più o meno accanto ai due ragazzi. "Senti, va bene che Bianca ha un carattere di merda, ma provaci comunque. Sta arrivando, buona fortuna." E dopo una pacca sulla spalla, la rossa si allontanò per non farsi vedere dalla sue collega. Osservò la scena dalla sue postazione, una scena quasi comica: Bianca e Gabriele. Uno di fronte all'altra. Lui la guardava e ogni tanto avanzava, e lei che cercava di raccogliere il pasticcio che aveva combinato con le cartelle. Lui l'aiutò, e tutto questo succedeva in silenzio. Vidi dopo che Bianca disse qualcosa a Gabriele, sembrava parecchio arrabbiata. E mentre correva verso l'archivio, lui cercò Leila in segno d'aiuto. Attirò la sua attenzione e la ragazza gli fece cenno di seguirla verso la stanza piena di documenti.

Decise di non spiarli, avrebbe rotto le scatole a Bianca in seguito.

Leila ricevette una telefonata da Alberto, che accettò all'istante: "Mi dica tutto tenente." Ironizzò lei, lo sentì ridere, "Vorrei sapere che ne hai fatto del mio tenente prezioso. Sai, quello che ti ha accompagnato stamattina a lavoro." le chiese, anche lui con tono scherzoso. "È dentro l'archivio della redazione. Con Bianca." Puntualizzò la fidanzata, sentì esultare il ragazzo, "Pensi che stia succedendo qualcosa di sconcio là dentro?" Sospirò, "Non credo, conosco Bianca e sono sicura che là dentro i due stanno litigando." Disse la rossa, "Torno a lavorare, spediscimi a calci Gabriele e se hai scoop, chiamami in fretta. Ti amo." Sentì le ultime due parole e il cuore della ragazza si sciolse per la dolcezza con cui lui le aveva dette. Salutò il suo fidanzato e dopo aver posato il cellulare, spostò lo sguardo verso l'archivio e vide Gabriele uscire con una mano sulla guancia e Bianca, che lo sorpassò e tornò al suo lavoro. Non degnò di uno sguardo il ragazzo, e neanche la sua amica.

Leila lasciò sbollire la sua amica per tutta la mattina e buona parte del pomeriggio; quel giorno nessuno fece la pausa pranzo poiché il giorno dopo sarebbe stato un giorno molto importante per l'azienda. Quando finì il suo lavoro, Leila preparò le sue cose e tornò a casa. Prima però salutò la sua collega, ancora incazzata per quello che era successo la mattina. "Posso dirti una cosa senza essere sbranata?" Disse la rossa prendendole la mano, lei si limitò ad annuire, "Ho visto quello che è successo. Gabriele mi accompagnerà tutti i giorni a lavoro perché Alberto mi vuole proteggere da Thomas. Hai questa opportunità, ti consiglio di sfruttarla per dire a lui cosa provi veramente. Sai che ci sarà domani, quindi approfittane. Ci vediamo domani." Prese tutto e uscì dall'edificio, lasciando Bianca a riflettere, o almeno sperò di farla riflettere dopo quelle parole.

"Sei riuscita a far cambiare idea alla tua amica?" Alberto era già tornato a casa e lei si era appena buttata sul divano per riposarsi le gambe. "Niente da fare, è abbastanza difficile, ma ci riusciremo." Disse guardandolo, "Stamattina quando l'ho visto entrare nel mio ufficio con quella guancia rossa sono scoppiato a ridere." le disse, ridacchiando leggermente. Leila sorrise, "Povero, era imbarazzato quando è uscito dall'archivio. Mi ha fatto tenerezza." Ridacchiò anche lei, "Tu e la tua amica avete la mano pesante. Picchiate forte." Era sempre ironico, altrimenti Leila lo avrebbe preso a schiaffi. "Io ti prendo a schiaffi solo quando fai lo stronzetto, amore." Lo baciò, per poi accoccolarsi al suo petto per passare la serata così.

SPAZIO AUTRICE
Hellooooo!! Buona domenica:)
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto!

SCRIVETEMI COSA NE PENSATE!!!

Sono troppo contenta, Leila ormai ha superato le 700 visualizzazioni e i 100 voti, e io vi amo alla folliaaa!! 

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Un bacio e alla prossima!
Roberta.


LEILADove le storie prendono vita. Scoprilo ora