Amanda
"Stai ferma!", mi intima una voce calda vicino all'orecchio sinistro.
Non so che motivo c'è di suggerirmi di non muovermi quando colui che mi parla mi tiene ferma, eccome. Di spalle e con lui sopra non ho possibilità di movimento. Le sue mani mi bloccano i polsi sopra la testa e per quanto io stia cercando di divincolarmi, tutto è inutile. Lui è piu forte.
"Ti ho vista ieri sera.", mi sussurra.
La sua voce è calda e roca. Avrei potuto anche innamorarmi di quel tono, non troppo alto. Mi ricorda i doppiatori dei film, che tanto amo.
"Lasciami andare!", gli intimo, ma il mio tono non è molto convincente. I miei genitori dormono nella stanza accanto e non voglio svegliarli. Avrebbero voluto delle spiegazioni e non sarebbe stato semplice spiegar loro che la sera mi sveglio più volte e alle volte mi piace uscire di nascosto per prendere un po' di aria fresca esco di nascosto. Non avrei mai immaginato che quella sera avrei incontrato il mio incubo peggiore. Quella sera ho guardato per l'ultima volta l'orologio che portavo al polso alle due di mattina. A quell'ora ero appena tornata da un giro di perlustrazione e, come ogni sera, sono sgattaiolata dalla finestra di camera mia, che si affaccia sul giardino antistante la casa. È una bella casa. Me ne sono innamorata a primo sguardo. Un po' vecchia forse, infatti prima di stabilirci lì definitivamente abbiamo dovuto apportare qualche ritocco. La mia stanza è l'ultima, in fondo alle scale. La casa è su due piani. Le mura della mia camera sono tappezzate di poster: i pearl jam con tanto di chitarra mi guardano alla destra della finestra, i rolling stones sono di fronte al letto e Gerard Way mi fa l'occhiolino ogni volta che mi sdraio sul letto.
Improvvisamente, le mani estranee mi lasciano i polsi e il letto cede leggermente. Mi volto di scatto, rannicchiandomi subito contro la testata e mi allungo d'istinto verso il comodino. Tengo sempre un coltello nascosto lì dentro, per ogni evenienza, ma non ebbi il tempo di aprire il primo cassetto.
Lui è lì, proprio di fronte a me.
Lo osservo e mi rendo conto del fatto che se la voce mi è sembrata sexy, il resto è anche meglio. Folti capelli neri sono legati dietro la testa, non avrei saputo dire da quella angolazione quanto fossero lunghi, e gli occhi sono azzurri. Non avevo mai visto occhi più belli. Non si può dire che fosse un bel ragazzo perché non ha dei lineamenti fini, ma quegli occhi, per quanto mi guardassero con cattiveria quasi, non avrebbe saputo descriverli. Sembrava riuscissero a leggermi dentro.
"Amy, non fare così. Non voglio farti male, almeno non per ora."
"Chi sei? Che cosa vuoi?"
Lui mi guarda. Un sorriso prende forma, pian piano, sulle sue labbra piene.
Ho paura. Non so cosa aspettarmi e non ho nulla con cui difendermi. Le mani mi tremano e cerco di nasconderle come meglio posso.
"Calma Amy, calma", continuo a ripetermi come un ritornello.
Il sorriso di lui si fa più ampio.
Si avvicina e io rimango ferma, sono paralizzata. Lui si china e con la mano destra mi accarezza il viso. Un dito scende lungo la mia guancia sinistra e passa sulle mie labbra appena dischiuse. Una serie di brividi mi attraversa il corpo partendo dal basso.
Ho avuto a che fare con i ragazzi, non sono estranea alle prime cotte, ai primi baci, ma non ho mai provato nulla del genere con un solo tocco
"Hai paura, tesoro?", mi dice, ridendo. "Non mi sembravi così spaventata quando ieri infilzavi uno dei miei simili o sbaglio?"
Uno dei suoi simili?"Si, hai capito bene. Come ci chiami tu?", chiede e mi stringe forte il mento con quella stessa mano così tenera pochi attimi prima. Il suo viso è a pochi centimetri dal mio.
"Non ho sentito."
"Vampiri. Vi chiamo vampiri."
Il cigolio della maniglia del bagno rompe quel momento. Un rumore di passi si avvicina alla porta della camera, forse mia madre ha visto la luce accesa. Penso a mia madre perché è l'unica che a quest'ora potrebbe esser ancora sveglia. Soffre d'insonnia.
"Mi sa che dovremo rimandare la nostra conversazione a un'altra volta, tesoro. Non vedo l'ora!"
E come se non significasse nulla, quasi con disprezzo, mi bacia. È un bacio inaspettato e rude. Mi stringe con forza. Mi sento quasi mancare.
Sono inginocchiata e le gambe mi cedono mentre le molle del letto cigolano, lievemente. Ci siamo solo noi due. Non c'è più la mia stanza, non c'è più un vampiro che mi minaccia, non si sentono più i passi riecheggiare nel silenzio di quel momento. Ci sono solo i nostri respiri e le nostre bocche che si incontrano e si scontrano. Ben presto il bacio si trasforma in qualcosa di più. Si passa dal disprezzo,all' incredulità, alla passione e al desiderio. E lui come è arrivato, si stacca, mi guarda solo un attimo, un po' stranito, e si lancia fuori dalla finestra, ancora aperta.
Toc, toc.
"Amy, sei ancora sveglia?"
Tom, mio fratello, è dietro la porta e con quel volume di voce avrebbe svegliato tutti. Così, mi catapulto giù dal letto e una volta aperta la porta me lo trovo lì, col suo pigiama con gli orsacchiotti azzurri e mi fissa dai suoi 70 cm di altezza. Ha quasi cinque anni, ma a volte sembra dimostrarne qualcuno di più. Tutti dicono che siamo due gocce d'acqua, ma io non trovo poi tutte queste grosse somiglianze. Si, abbiamo entrambi i capelli castano chiaro, ma mentre Tom ha dei grandi occhi verdi, io ho gli occhi di nostro padre. Occhi marroni con dei riflessi dorati.
"Tom, ciao. Non riuscivo a dormire e così stavo leggendo un libro." dico precipitosamente, "Tu che ci fai in piedi? È tardi e domani devi andare al parco con papà. Fila a letto." Continuo a dire, sorridendo.
"Ok, buonanotte.", mi fa lui e strofinandosi gli occhi se ne va. Dorme ancora con i nostri genitori sia perché la sua stanza non è ancora finita e sia perché ha ancora paura del buio. Richiudo l'anta e scivolo sul pavimento, appoggiandomi alla porta.
Che cosa è successo? Ho baciato un vampiro?
No, no.. un vampiro mi ha baciata.
L'aria fresca di aprile entra dalla finestra, così mi alzo e la chiudo. Guardo nel giardino, ma non vedo nessuno anche se ho come la sensazione che qualcuno mi stia osservando nel buio. Cerco di scacciare certi pensieri.
Cosa vuole da me quel tipo?
Non posso prender sonno dopo quanto è successo, penso. Invece, una volta nel letto mi addormento.
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La prescelta
VampireUna nuova città, una nuova casa, una nuova vita per ricominciare. E' questo quello che desidera Amanda con tutte le sue forze, anche se il ricordo di quella maledetta sera non la lascia in pace. Quel ricordo si affaccia, prepotentemente, ogni qualv...