LA MATTINA.

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La mattina non era stata mai così silenziosa con tutti quei rumori lì fuori. Sembra che la vita inizi quando il sole sorge: il frastuono della città, i bar che aprono, la gente che corre a lavoro e invece stamattina sembrava non essersi svegliata o ero semplicemente io a non accorgermene. Sentivo inesorabile il rumore delle gocce d'acqua che cadevano dal rubinetto rotto e che scorrevano ritmicamente nella tazza sporca. Sembrava quasi una melodia, una melodia di un carillon che non smette mai di suonare , che ti é familiare ma che non hai più voglia di sentire. Un tocco,due,tre.. quel rumore, l'unico che sentivo, mi trascinava nei pensieri più profondi e sembravo anche io pian piano svanire in tutto quel caos che mi circondava.
Ero stata travolta anche io da quell'uragano della vita. C'ero dentro ormai e aveva portato tutto via: le mie speranze, i miei sogni... tutto ciò che ero e che volevo essere. Adesso mi sento una nullità.Un puntino nero in mezzo a tanti altri. Non importa come mi chiamo, di che colore erano i miei capelli se ero grassa o magra: non sono più io. Ero un anima vagante senza fine e desideravo con avidità che ad un certo punto mi fermassi e non vagassi più. Mi sentivo senza forze e con tanta voglia di cambiare ma poi mi sono accorta che ero come un granello di sabbia a riva di mare che viene spinto avanti e indietro dalla forza del mare anche senza il suo volere. Mi ritrovo a pensare di essere limitata da quel movimento ineluttabile : AVANTI e INDIETRO e di non poterlo superare. Come se mi fosse stato inculcato fin da piccola.
Ho sempre pensato di non poter
superare ciò che erano le mie aspettative anzi forse di non poterle mai raggiungere, per questo sono stata sempre scettica al riguardo della vita. L'ho sempre visto come un viaggio senza uno scopo preciso, per questo non ne ho mai ritrovato uno. Ho sempre pensato di vivere la vita così, senza aspirazioni.Una vita piatta perché comunque avrebbe avuto una fine. Mi ritrovo alla veneranda età di 40 anni senza aspettative,in un futuro che corre e sembra che il tempo abbia segnato solo le rughe della mia personalità e non della mia faccia, sempre impeccabile e curata.
Non penso più che quel granello possa solo muoversi in avanti o indietro, penso che dopo una mareggiata quel granello può essere spinto nel punto più alto della spiaggia e non tornare più a rive di mare dove era perennemente costretto a quel movimento involontario.
La paua di sprofondare nell'inadeguatezza, di non essere capita ma solo giudicata. Chi vede le tue azioni senza logica e si sofferma a quel pensiero e magari non riuscire a capire che si è intrappolati nella propria persona. Magari ti nascondi dietro una maschera che non ti sta poi tanto bene e anche tu lo sai. Ma che poi a furia di vedertela addosso è diventata la tua vera faccia.

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