capitolo 1

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- Gal..non andare ti uccideranno!-
- Scappa finché puoi Azara o il mio sacrificio sarà inutile!-
- Non voglio che anche tu muoia a causa mia!-
- Scappa! E non voltarti indietro!-
- Gal!  No!  Fermati!  Torna indietro ti prego! Gal! -
Azara si svegliò urlando, la fronte madida di sudore. Anche quel giorno aveva sognato Gal, il giorno in cui l'aveva abbandonata, il giorno in cui non era più tornato.
In eredità aveva lasciato solo l'attrezzatura da viaggio, un po' di frutta e una fetta di formaggio di capra leggermente andato a male.
E poi le aveva dato il libro.
Un libro inutile, impossibile da aprire, Azara era spesso stata tentata di gettarlo via ma poi si ricordava che era pur sempre tutto ciò che restava di Gal e non poteva disfarsene come se nulla fosse.
Prese il libro che aveva riposto con cura nella borsa,  e cominciò a rigirarlo fra le mani osservandolo con attenzione: la copertina era vecchia e sporca e sembrava quasi che dei rampicanti si fossero aggrovigliati attorno alle pagine per proteggere il contenuto.
Passò leggermente le dita sui disegni sbiaditi, raffiguravano creature mitologiche.
Ricordava ancora le parole che lui le diceva: noi non siamo come gli altri! Noi vediamo! La gente non crede agli spiriti che governano la natura ma noi possiamo sentirli e se siamo abbastanza degni perfino vederli! Il libro è l'unico modo per scovarli!
Erano discorsi da folle e a volte Azara aveva paura di Gal ma lui l'aveva trovata e accolta e non sarebbe stato giusto scappare.
Ci aveva pensato lui a lasciarla di lì a poco e anche nel modo più stupido: si era consegnato! L'aveva abbandonata a se stessa proprio come i suoi genitori!
Azara cercò di non pensare a lui, era troppo doloroso e cominciò a dedicarsi alla solita routine quotidiana.
Prese la sua cerbottana e si addentrò nel folto della foresta, cercando di non fare rumore e si mise in cerca di una traccia, trovatane una fresca la seguì con lo sguardo.
Al centro di un piccolo praticello circondato dagli alberi c'era um coniglio! e bello grasso per giunta!
Azara sorrise silenziosamente e preparò il dardo avvelenato, avvicinò la cerbottana alla bocca decisa a sparare ma proprio in quel momento il coniglio cadde a terra morto.
- Ma che diamine! Chi è là?!  Hai rubato la mia preda!  Fatti vedere!-
- Metti giù l'arma prima! - disse una vocetta sconosciuta leggermente stridula.
Azara si girò di scatto pronta a sparare ma la vocetta tornò a parlare:
- Non voglio doverti fare del male perciò getta l'arma! Se lo fai prometto di non farti nulla! Te lo giuro! -
La ragazza non sapeva cosa fare ma fece ricadere a terra la cerbottana a malincuore sapendo pur sempre di poter ricorrere al coltello nascosto dalla tunica. Subito udì un fruscio di foglie alla sua destra, dal cespuglio ne uscì un ragazzo giovane con i capelli biondi e gli occhi grigi, altissimo ma esile. Indossava una camicia e dei pantaloni entrambi larghissimi e candidi come la neve che svolazzavano di qua e di là a seconda delle correnti d'aria.
Il primo pensiero che passò per la mente di Azara fu di completo sbalordimento: da dove poteva provenire il ragazzo? Di certo non veniva dal suo vecchio villaggio dove tutti avevano occhi e capelli scuri ma non sembrava nemmeno reale con la sua pelle candida e i capelli quasi bianchi. "Beh,  se non altro è innoquo" pensò tra se e se.
La ragazza era così impegnata a ipotizzare il luogo da cui poteva provenire il ragazzo che non si accorse che il fanciullo aveva ricominciato a parlare:
- Se vuoi ... Possiamo dividere il coniglio, ehm.. Tu hai un fuoco?-
- Cosa? Sì...ehm.. Ma non so neanche il tuo nome! -
Azara lo fissò furibonda: un perfetto sconosciuto che per giunta le aveva soffiato il pranzo da sotto il naso,  ora pretendeva che lei condividesse il suo fuoco! La ragazza incrociò le braccia al petto in attesa di una risposta ma lo straniero aveva fissato gli occhi sul suo petto.
- Pervertito! - una mano volò pesante sulla guancia del ragazzo.
- Ahi! Sciocca! Guardavo la tua collana! Chi te l'ha data? -
- Questi non sono affari tuoi!  Senti, io non ti conosco perciò faresti meglio ad andartene prima che ti infilzi con il mio coltello, chiaro?!-
Il biondo però sembrava sovrappensiero e si massaggiava leggermente la guancia dove lei aveva stampato le dita poco prima.
Azara cominciò a sentirsi le palpebre pesanti, la mente cominciò ad annebbiarsi tanto che era impossibile formulare pensieri concreti e in pochi secondi tutto diventò nero.


Spazio Autrice :
Aaaallora.. Mi spiace di aver cancellato l'altra storia ma non mi piaceva molto.. :-(
Comunque... So che scrivo da schifo però più o meno la storia dovrebbe "in teoria" invogliare a voler sapere di più :-) mi raccomando COMMENTATE SOTTO!  ditemi cosa ne pensate (anche le critiche servono!) e se vi va mettete il vostro ditino sulla stellina in fondo ^_^ ehm... Non so spero vi sia piaciuto altrimenti.. Cavoli vostri ( ˘ ³˘)♥ *io metto faccine a random sorratemi *
Baci, Stella ⭐

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 11, 2016 ⏰

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