Capitolo 8-Davina:

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"Questa è New Orleans. Siamo in guerra e i danni collaterali ci sono sempre. L'ho imparato da voi."

-Davina Claire.

La festa venne interrotta dai Notturni che discutevano per strada e Marcel fu costretto a lasciare Camille per andare a vedere cosa fosse successo.

Il vampiro vide a terra Josh: non lo riconosceva, ma forse il fatto che fossero tanti i vampiri sotto il proprio controllo, giocava a favore di Klaus.

Thierry era il migliore amico di Marcel e per lui fu dura dargli la giusta punizione.

Quando tutto si fu calmato, Caroline recuperò il corpo di Josh ed insieme a Rebekah lo portarono alla villa, dove Hayley era rimasta da sola.

Lo posarono sul divano e Rebekah usò il proprio sangue per guarirlo: il sangue degli originale guarisce tutto.

Poi ella notò una cosa strana. "C'è puzza di strega qui." commentò.

Caroline fece una smorfia, togliendosi il vestito ormai sporco di sangue. "Adesso sai anche qual è l'odore di una strega?" domandò.

"Colpa mia." intervenne Hayley. "Ho chiesto alla strega Agnes di dirmi se il mio bambino è femmina o maschio."

"Quindi finalmente stai imparando ad accettarlo." sorrise Caroline, senza accorgersene. "E qual è il verdetto?"

"E' una femmina." rispose la lupa, accarezzandosi il grembo.

Rebekah sospirò. "Sono contenta che la mia nipotina sia femmina, ma adesso dobbiamo occuparci di Elijah." Guardò Caroline. "Hai detto che si trova nella soffitta della chiesa, dirigiamoci lì."

"Non sarebbe prima meglio sapere con cosa abbiamo a che fare? So che non abbiamo tempo, ma se Sofie conosce questa Davina, potremmo farci dire chi è." commentò Caroline, prima di uscire di casa.

Rebekah la fissò accigliata. "La tua intelligenza comincia a farmi paura."

Non sapendo se fosse un complimento o no, Caroline sorrise comunque e la seguì nel cimitero.

Intanto, Marcel era venuto a conoscenza che il prete della chiesa di New Orleans era tornato. Si trattava dello zio di Camille e Davina la strega, era stata rinchiusa nella soffitta di quell'edificio quasi abbandonato.

Era una piccola stanza con due finestre impolverate, il pavimento in legno, un letto con delle coperte rosa, la tomba dentro cui riposava Elijah e alcune tele bianche: sembrava che alla ragazza piacesse dipingere. Tutto era come nei ricordi di Caroline.

Davina era una bella ragazza sui diciassette anni, dalle labbra carnose, gli occhi azzurri e i capelli marroni. Marcel l'aveva protetta sotto la sua ala, ma sembrava che ella fosse stufa di rimanere chiusa lì dentro.

"Domani sera daranno una festa al bar, ci sarà il mio amico Tim che suonerà il violino. Ti prego, ti prego!" esclamò la ragazza.

Marcel sorrise, ma era ancora triste e arrabbiato per Thierry. "Va bene, ma ti farò accompagnare da una mia amica e i miei Notturni di sorveglieranno." le disse.

Davina saltò di gioia e abbracciò il suo amico, tornando poi a dipingere: non erano veri e propri disegni, principalmente erano di colore nero e fatti a caso, come se l'arte di Davina fossero migliaia di tornado e cerchi su uno sfondo bianco.

Ma Marcel non sapeva che nella tomba dell'Originale, Elijah non c'era più. Davina lo aveva liberato, forse per compassione o forse perché voleva sentire la sua storia.

E, a quanto pareva, Elijah era riuscito a convincere Davina a lasciarlo andare.

"Domani qui non ci sarà nessuno, quindi potrai sgattaiolare via senza che ti vedano." gli disse la strega.

Elijah era rinsavito, senza più il pugnale nel petto stava molto meglio e aveva deciso di tenere l'arma per se. "Grazie."


Always and Forever. (Prima storia.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora