CAPITOLO 1

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Questo studio e decisamente noioso, scartoffie su scartoffie.
<Harry sbriga quelle pratiche, le voglio sulla mia scrivania tra un ora. >
<si arrivano. >
Prendo quelle dannate carte e cerco di fare tutto il possibile perché voglio decisamente andare via da qui.
Sono le otto di sera e aspetto due miei cari amici
Sento bussare, mi dirigo verso la porta ed apro.
<Figlio di una buona donna, sempre troppo solo in questa casa sei.> mi saluta Jeremy .
<Amico mio come va?> entra e mi porge una busta Simon, sarà vino.
Ci spostiamo in salotto comunicante con una cucina, <allora io credo che stasera ordineremo del cibo cinese.> non ho voglia di mettermi ai fornelli.
<Chiamo io. > si offre Jeremy.
Simon si avvicina e mi guarda. <Devo parlarti Harry, l'altra sera Vanessa è venuta da me e voleva sapere se potevate parlare.> Vanessa è la mia ex ragazza.
<No Simon, non ho nulla da dire e tanto meno voglio vederla.> Rispondo seccato. <però lei ha bisogno di vederti e chiarire alcune cose.> mi volto ad aprire il vino e serro gli occhi e la mascella dal nervoso.<va bene. Domani all'una, nella pausa pranzo così avrò poco tempo.> non ho proprio voglia di perdere tempo con lei,annuisce e ci raggiunge Jeremy.
Arriva il nostro cibo, scoliamo tutta la bottiglia di vino, parliamo e ridiamo come stronzi. Mi alzo ed esco per fumare una sigaretta e penso alle parole di Simon, lei non è più importante per me.
Vedo passare una ragazza in bici con delle cuffie e un sasso la fa scaraventare via dalla sella, fa un capitombolo e poi cade al suolo, getto la sigaretta e corro da lei.
<Ti sei fatta male?> la guardo, non ha sangue in nessuna parte del corpo.
Si alza un pó goffa e mi guarda. <oh no, credo di essermi fatta male la testa ma niente di più.. o dio sento...> e sviene, la porto in casa. <Ma che diavolo...> mi guardano come per capire. <Chiama un medico Simon.> l'appoggio sul divano e prendo una coperta in camera, nel giro di qualche minuto arriva un medico, lo dirigo verso la ragazza e aspetto.
Dopo un pó torna e mi comunica cosa fare. <Sta bene, uno svenimento per via della botta ma non ha fratture ed altro, appena si sveglia date alla ragazza questo farmaco.> grazie al cielo. < grazie dottore. > saluto il dottore accompagnandolo alla porta e torno dai ragazzi.
Sono le due del mattino, guardo la ragazza seduto sulla poltrona aspettando che si svegli.

MEGAN.

<Tavolo 20!.> sento dalla cucina l'ordinazione pronta, corro a prenderla e porto i piatti al tavolo.
<Megan... Megan vieni.> sento chiamare alla cassa così mi precipito lì.
<Dimmi Amelia.> sul suo volto vedo un velo di preoccupazione. <ha chiamato tua madre...> mi comunica silenziosamente. <Era preoccupata e ha detto di correre lì. Vai tanto il tuo turno è terminato.> spero non sia grave. Mi tolgo la divisa, esco dal pub e salgo in bici, l'aria è fredda e pungente ma non sento nulla dalla preoccupazione. Forse corro troppo e sono solo ad un paio di isolati.
Improvvisamente sento sollevarmi dal suolo e cado di colpo sull'asfalto. Sento una voce, ma non riesco a capire, cerco di alzarmi e dire qualcosa ma poi vedo tutto buio.
Apro gli occhi, sembra di dormire da giorni. Cerco di alzarmi ma la testa gira e resto giù. Guardo la stanza ma non ricordo dove sono. <Sei sveglia, devi prendere questo, hai sbattuto la testa e sei svenuta.> un ragazzo mi guarda e mi porge una specie di medicina, o meglio credo sia così. È bellissimo ha i capelli castani lunghi sul volto e occhi azzurri, non riesco a smuovere lo sguardo dal suo. <Dove mi trovo, e chi sei?> domando per curiosità e per voglia di conoscerlo.<Harry. Mi chiamo Harry. Sei qui perché sei svenuta fuori mentre fumavo una sigaretta.> parla e mi sorride. Sorriso stupendo. <Cosa facevi per strada a quell'ora?> Cazzo, mia madre. Mi alzo di colpo dal divano ma ricado seduta. <Devo andare via. Correvo verso casa.> devo subito andare via, sarà successo il peggio ora.

HARRY.

Cerca di alzarsi ma ricade seduta, è debole ha bisogno di forze. <Ti preparo la colazione, poi ti accompagno. Resta seduta. > sono le otto del mattino e ho dormito accovacciato sulla poltrona per vegliare su di lei. Non mi ha detto come si chiama. <E tu? Come ti chiami.> mi volto e la trovo a fissare la stanza, sarà esterrefatta dal tanto bianco. Si volta verso di me e mi fissa. <Non esiste colore in questa casa? Sembra fredda.> mi viene da ridere, preparo delle uova strapazzate, Bacon e succo d'arancia. <Non sono bravo ad arredare, quindi per non sbagliare ho scelto il bianco.> mi dirigo verso lei e la prendo in braccio e la porto verso il tavolo per la colazione. Mangiamo in silenzio.
...
Siamo sulla strada verso casa sua, non molto lontano dalla mia. Mi fermo vicino ad un vialetto trasandato con una casa dallo stile vecchio. <Questa è casa mia. Grazie. Prenderò la medicina come ordinato.> mi guarda e fa un grande sorriso. Apre la portiera ed esce, poi si volta verso di me e mi guarda.< Megan. Mi chiamo Megan.> sto per dire qualcosa ma chiude immediatamente la portiera e va via.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 14, 2016 ⏰

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