Ciao Soph

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È brutto sapere che hai un padre.
Sí, dopo aver passato 15 anni in un orfanotrofio da sola, senza un' amica, qualcuno con cui parlare...
E poi scoprire che tuo padre si è fatto vivo, che vive a Londra, che si è creato una famiglia e vive felice sapendo che ha una figlia in un orfanotrofio di Oxford.
Eh già... Io Sophia, ho 15 anni, occhi color ghiaccio, capelli biondi e...
Un padre.
Si, ora posso dire di averlo, ovviamente con una smorfia in viso.

Mio padre ha chiesto il mio affidamento, io non voglio andare a vivere con lui e la sua nuova famiglia, ma sono minorenne e i servizi sociali gli hanno già mandato via fax le carte da firmare per il mio affidamento.

E oggi, 23 agosto nonchè il giorno del mio compleanno, sono seduta sul sedile posteriore di questa macchina, aspettando di arrivare a Londra da mio padre.

Sono arrabbiata con lui per avermi abbandonata però sono molto curiosa di sapere com'è, il suo aspetto, il carattere, chissà se gli assomiglio...

Smetto di pensare a lui e prendo il mio telefono abbastanza rotto e le mie cuffie azzurre e faccio partire Lego House di Ed Sheeran.

Guardo fuori dal finestrino della macchina mentre Catherine, una signora sulla quarantina, una assistente sociale mi annuncia che manca poco all'arrivo.

Le case in questo quartiere sono gigantesche.
"Mio padre sarà un riccone" penso.
Dopo pochi minuti la macchina accosta e Catherine scende dalla macchina.
Io, con molta lentezza, stoppo la musica oramai arrivata a Nina sempre di Ed e lentamente tolgo le cuffie dalle orecchie.

Mi volto verso Catherine, oramai sullo stipide della porta, che mi fa cenno di raggiungerla.
Scendo dalla macchina insieme al mio adorato zainetto e prendo la mia valigia bianca scritta col pennarello nero da me con tutte le frasi che più amo.
Infine dal sedile posteriore, accanto a dove ero seduta io prima, prendo Caroline, la mia bellissima chitarra classica regalatami dalle suore sei anni fa.

Scendo e raggiungo Catherine che ha appena suonato al campanello della casa.
Dopo vari minuti un ragazzo apre la porta, ha i capelli rossi e gli occhi verdi, non può essere mio padre anche perché è poco più grande di me, si vede!

"Salve il signor Tomlinson?"- Chiede Catherine, credo sia il cognome di mio padre.
"Papà!!"- Urla il ragazzo a me sconosciuto, richiamando suo padre.
"Arrivo!"- Si sente in lontananza.

Di corsa, mentre si aggiusta i capelli, arriva un uomo con gli occhi color ghiaccio, come i miei e i capelli castani.

"Salve signora"
"Salve signor Tomlinson"
Dicono all'unisono Christine e colui che dovrebbe essere mio padre stringendosi la mano e ridendo leggermente alla fine.

"Allora signor Tomlinson, lei è Sophia sua figlia, dopo aver firmato questo ultimo foglio che è tra le mie mani, Sophia verrà qui a vivere da lei"
"Okay perfetto"

Prima di firmare mi guarda per un attimo negli occhi ricordandomi che non ho ancora emerso un solo verso.

"Sophia abbi cura di te e vienici a trovare qualche volta in orfanotrofio" - mi dice Catherine prima di lasciarmi un bacio sulla guancia, raggiungere la macchina e svoltare l'angolo, il tutto seguito dal mio attento sguardo.

Appena torno a guardare mio padre noto che mi sta fissando.
"Ciao! Mi chiamo Louis, Louis Tomlinson e sono tuo padre" - dice porgendomi la mano.
"Ciao mi chiamo Sophia.....Tomlinson e sono tua figlia"- Dico non dandogli la mano.

La figlia di Tomlinson, non per scelta.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora