Non so bene come interpretare le sue parole. E in fondo non esiste nessun motivo per il quale io sarei dovuta restarci male, eppure quella confessione mi ha ferita. Forse non sono in grado di nasconderlo, infatti lui mi domanda:
- Perché mi guardi così?-
- Non ti guardo in nessun modo.- rispondo poco gentilmente.
- Ti ha dato fastidio quel che ho detto? E' solo la verità.- fa spallucce mentre si siede sul letto e toglie le vans svogliatamente.
- Non mi ha dato fastidio.- mi limito a rispondere, sono ancora alzata di fronte a lui. Non ho voglia di avvicinarmi, ne tanto meno di coricarmi al suo fianco.
- Sì che te ne ha dato, certo che voi ragazze siete strane. Preferite essere illuse piuttosto che sentirvi dire una verità che non volete accettare.- io non rispondo, lui scuote la testa abbassando il capo, come fosse rassegnato. Poi alza il volto per guardarmi.
- Hai intenzione di restare lì impalata ancora per molto o ti decidi a spogliarti e venire a letto?- chiede con un tono leggermente ironico, ma in fondo è serio.
- Devo per forza dormire lì?- chiedo seccata.
- Sì, avevamo un patto.- è confuso per il mio repentino cambio d'umore, ma mi guarda con dolcezza adesso. Forse per convincermi ad accettare.
Sbuffo leggermente e mi avvicino. – Hai per caso una tuta da prestarmi? Con la fretta ho dimenticato il pigiama.-
- Puoi dormire con le stesse cose che avevi indosso a casa tua, preferisco.- dice con tono provocatorio.
- Beh, io no. Dammi almeno un pantalone, di sopra tengo la tua maglia.-
- Come vuoi.- si lascia sfuggire in un sospiro. Si alza e va verso un grande armadio in legno, apre le ante e scorgo un ordine che non mi aspettavo. Prende due pantaloni del pigiama, uno lo porge a me. Giusto, avevo dimenticato si dovesse cambiare pure lui. Chiude l'armadio e si sbottona i jeans, io mi fingo indaffarata nel levarmi le scarpe e mantengo lo sguardo basso. Non vorrei arrossire nel vederlo solo con i boxer. Sento cadere i suoi jeans per terra.
- Puoi guardarmi eh, non mi imbarazzo.- dice sorridendo.
- Non ci tengo.- sorrido anche io, ma me ne pento subito. Ho ancora le sue parole che mi rimbombano nella mente, che stronzo.
- Bugiarda.- ride divertito, sembra allentarsi la tensione.
Io nel frattempo ho levato i miei pantaloni e ho messo i suoi, non mi vanno troppo grandi devo dire. Lui mi ha fissata attentamente mentre mi cambiavo, ma la sua maglia era così lunga che non mi sono creata troppi problemi.
Si sistema sul letto dalla parte che da sulla grande finestra.
- Allora, vieni o no?-
Svogliata mi dirigo verso il letto, avrei preferito stare da quel lato. Mi distendo il più lontano possibile e mi copro con il lenzuolo fino a metà petto. Non capisco che strana sensazione io stia provando.
- Guarda che stai quasi per cadere, se ti avvicini non ti mangio mica.- ha un tono dolce.
- Volevo stare dalla parte della finestra.- sembro una bambina che piagnucola mentre lo dico.
- Spostiamoci dai, a me non cambia nulla. Ma io non mi alzo, tu rotoli e io ti passo di sopra.- dice ridendo, è così bello sentirlo ridere.
Annuisco e mi sposto verso la finestra mentre lui si alza sulle braccia per posizionarsi dall'altro lato. Ma si blocca, è sospeso su di me e mi scruta con i suoi enormi occhi blu. Io mi limito a ricambiare lo sguardo, questa sua vicinanza mi fa accaldare.
- Adoro farti arrossire.- sussurra mordendosi il labbro inferiore.
- Dai Genn, spostati.- dico io poco convinta.
- Non è quello che vuoi, ammettilo. Perché a te piace quando faccio così.- mi sfiora il naso. – O così.- prende a baciarmi il collo ed io sussulto. – Vedi? Stai quasi tremando.- sussurra muovendo le labbra sul mio collo.
Alza lentamente il volto e si distende al mio fianco, non capisco questo gesto. Ma ormai sono abituata a non capire cosa gli passa per la testa e come mai alterna questi momenti di estrema dolcezza con altri di insopportabile freddezza.
- Sei incazzata?-
- No, perché dovrei?-
- Per quello che ti ho detto riguardo le ragazze vergini, vorrei farti capire che non le disprezzo. Ma è proprio perché le rispetto che non lo faccio con loro.-
Effettivamente il suo discorso regge, eppure non riesco a non starci male. Forse perché questo vuol dire che non potrei farlo con lui... No. A cosa penso? Io non potrei farlo in ogni caso con un ragazzo del genere. Non so neanche se sia solo un amico o se addirittura non gli interessi nulla di me. Finalmente mi decido a parlare:
- Non sono incazzata, non ne avrei motivo. Sono solo confusa.- ammetto.
- Sei confusa perché pensavi che con te lo avrei fatto, vero?- mi spiazza, ancora una volta.
- N-no. Cosa vai a pensare?-
- Guarda che sono un ragazzo, mica un alieno. Mi rendo conto quando una ragazza mi desidera in quel senso.- sorride mettendosi su un fianco in modo da guardarmi.
- Ti sbagli.- riesco a dire a bassa voce.
- Non devi vergognarti di me, va bene. E' una cosa naturale, è solo che non posso accontentarti e sai anche il perché.- mi sta imbarazzando così tanto che mi giro dall'altro lato. – Basta, non mi interessa quello che stai dicendo. Anche perché ti sbagli riguardo i miei desideri.- dico stizzita.
- Ma che te la sei presa? Scema, vieni qua.- mi attira a sé facendo combaciare i nostri corpi. Mi bacia la nuca dolcemente e mi sussurra all'orecchio:
- Ho detto che non posso, non ho detto che non mi piacerebbe.-
|| Eccomi, scusatemi innanzitutto per l'orario ma sono tornata tardi questa sera e avevo voglia di scrivere. Scusatemi anche perchè è da un po' che non aggiorno, ma questi sono stati giorni particolari e non me la sentivo. So che è corto e non soddisfacente, ma è tutto ciò che sono riuscita a partorire alle 3 di notte. Vi ringrazio di cuore per le 5k visualizzazioni, è incredibile. Ma soprattutto per il dolcissimi commenti, vi adoro.<3
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-Che vuol dire Butch? -Niente.
FanfictionBeh, non saprei cosa dire. E' una storia che non so descrivere semplicemente perchè non l'ho ancora inquadrata nemmeno io. Il ragazzo di cui parlerò è ispirato alla figura di Gennaro Raia, componente degli Urban Strangers. So che stanno facendo la m...