Kendall's pov.
«Quanto costa però...»
Mormorò lei, dispiaciuta dal non poter comprare quel vestito.
Era così bella... Quell'abito sembrava fatto apposta per lei!
Il suo corpo era un qualcosa di spettacolare, non era uno di quei fisici che fanno la fame e fanno di tutto per essere sexy. No, il suo non era così... Era un corpo spontaneo, naturale e semplice."Semplice...''
Avevo usato quella parola così tante volte, da quando avevo conosciuto Dayane.
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«Non dovevi...»
Disse Dayane, una volta arrivati davanti alla porta di casa sua. Aveva lo sguardo basso, mentre teneva i manici della busta di carta stretti fra le mani. Sorrisi, era così tenera.
«È solo un piccolo regalo, nulla di più.»
Le dissi, poi le presi il mento fra l'indice e il pollice. Le alzai la testa, per fare in modo che i nostri sguardi si incontrassero. I suoi occhi azzurri erano limpidi e cristallini. Le sorrisi di nuovo, e lei arrossì. Era dolce come il miele, e bella come una rosa.
«Ora devo proprio andare. Mi spiace. Saluta tua zia da parte mia, okay?»
Le dissi. Era così brutto dovermi separare da lei...
Dayane annuì. Poi bussò al campanello.
'Adesso o mai più! Forza Kendall!'
Pensai. Non so quale estranea forza mosse il mio corpo, ma misi le mani sui suoi fianchi e l'attirai a me. I nostri corpi aderivano perfettamente, come tasselli di un puzzle. Fece cadere a terra la busta e poggiò le mani sul mio petto, come quella volta precedente al parco. Accorciai le distanze fra noi. Pochi centimetri ci dividevano. Volevo baciarla, baciarla fino a consumarle le labbra. Portai le mie labbra alle sue, ma semplicemente sfiorai la sua bocca. I nostri respiri erano un insieme caldo. Alla fine le schioccai un bacio sulla fronte e basta. Appena in tempo, perché la serratura della porta scattò. Ci separammo in un istante, lei prese la sua busta da terra e io arretrai poco.
La porta d'ingresso si aprì mostrando una donna alta e magra, dagli occhi azzurri e un meraviglioso sorriso, quale era la zia di Dayane, la signora Loredana.«Buonasera.»
Disse cordiale.
«Buonasera.»
Ripetei io, in segno di saluto. Dayane mi guardò negli occhi. Nel suo sguardo c'era divertimento, imbarazzo e, potei giurarci, anche un'accenno al sorriso, privato dell'onore di comparire sul suo meraviglioso viso.
Mi si avvicinò, si alzò sulle punte e mi baciò sulla guancia. Quando si staccò, dalle sue morbide labbra uscì un timido "grazie".
Le sorrisi, la salutai con la mano e lei sgusciò dentro casa passando di fianco a sua zia. La signora Loredana mi guardò sorridente.«Arrivederci Kendall, torna a trovarci quando desideri.»
Mi disse. Io annuii e la ringraziai per la gentile ospitalità. Poi mi voltai ed iniziai a percorrere il vialetto per poi voltare l'angolo e dirigermi verso casa.
Dayane' pov.
L'idea che avesse speso per me quattrocento dollari non mi abbandonò neppure per un attimo.
«E in questa busta che cosa c'è?»
Mi chiese zia Lore sorridendo, aveva capito che era un regalo di Kendall. Sorrisi e arrossii. Presi la busta e le mostrai il vestito.
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You'Re Not Invisible To Me ||Kendall Schmidt||
FanfictionDayane è costretta a trasferirsi, assieme a sua madre, da Londra, a Los Angeles per essere ospitata da sua zia. Cercando lavoro, si imbatte involontariamente a casa del suo idolo Kendall Schmidt. Da qui iniziano ricordi, incubi, speranze, paure, emo...