Capitolo Secondo

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Arrivai da Xena, sbattendo ovviamente il mignolo del piede contro il mobile. Alla mia smorfia di dolore, la ragazza sbuffò. In quei pochi minuti che trascorsi in bagno, ridusse il mio divano un porcile. Mi preparai psicologicamente alla strigliata che mi avrebbe dato mia madre, una volta tornata.
...Perché sarei ritornata, vero?

-Stupendo! La nostra amata Predestinata crolla al primo colpetto contro un mobile! Ottimo lavoro, Evan Tyler!- urlò, rivolta verso la porta-finestra.

-Hai un amico immaginario, o sei solo una pazza isterica?- chiesi, con la bocca asciutta. Stavo ancora pensando ai miei genitori.

-Non mi chiedi nulla su ciò che faremo, ma perdi tempo facendo battutine orribili? Davvero?-

-Ehi! Mi ritengo personalmente offesa.-

-Sì, era quello il mio intento- ghignò la ragazza, dandomi un pugno "amichevole" sul braccio.

-Senti, se sei la versione femminile e antipatica di Grover e mi stai portando al Campo Mezzosangue, va bene. Solo, gradirei un avviso...-

-Niente Campo Mezzosangue, mi spiace. Il luogo dove stiamo andando...  È più simile agli Hunger Games.- tacemmo qualche secondo, studiandoci l'un l'altra.
Mi tese la mano, coperta per metà da un guanto senza dita. Beh, perlomeno, data la sua risposta, doveva aver letto sia Hunger Games che Percy Jackson.
Un motivo in più per non sbatterle una padella sulla nuca.

-Beh, spero solo di sopravvivere a questa edizione dei Giochi.- conclusi, stringendo la sua mano.

Xena sorrise, e tutto ciò che avevo intorno scomparve in un vortice nero come la pece, costringendomi a chiudere gli occhi.

Era tutto un sogno, o stava realmente accadendo?

Aprii gli occhi, ma non cambiò molto: era così buio che non vedevo a un palmo dal mio naso.

-Xena..?- chiamai. La ragazza mi zittì mettendomi una mano sulla bocca.
La cosa strana? Quella mano era illuminata. Sì, esatto, brillava di luce propria!
La ragazza si portò davanti a me, e rimasi veramente troppo tempo a guardarla.
Emetteva davvero della luce... Verde, per la precisione.

-...Sei la versione verde di Edward Cullen e non me lo dici?-

-Oh, chiudi la bocca, Wayne.-

-Sai che devo chiederti fin troppe cose, vero? Tra cui come fai a conoscermi?-

-Prima o poi, forse, ti risponderò.-

-Ma...- portò un dito fosforescente davanti alla mia bocca, segno che dovevo tacere.

-Seguimi, Predestinata. Spero proprio che capiscano di aver sbagliato persona e ti mettano a lavare i pavimenti.- esclamò, ridacchiando.

-Grazie, davvero. Sono commossa- ribattei, allontanandomi. -Allora, devo andare da sola o ti degni di accompagnarmi non so dove?-

La ragazza rise, e fece qualche passo nella mia direzione.
Ci trovavamo in una grande sala circolare, e una grande porta in mogano si stagliava di fronte a noi.
Xena digitò qualcosa sulla tastiera di un computer lì vicino, e la grande porta si aprì.

-Victoria Wayne! Benvenuta nel tuo mondo. Spero solo riuscirai a vivere abbastanza tempo per salvarlo.-

Midnight: Death is coming.     _Sospesa._Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora