L'Amore

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È una mattina gelida, fredda e buia. Non sono neanche sicuro che sia mattina. Il freddo penetra nelle membra e vengo scosso da un brivido. Mi avvicino lentamente alla finestra, senza emettere alcun rumore. Dopotutto, sono sempre Felpato. Non farebbe ridere neanche a te, James. Premo la fronte contro la finestra. Sì, non è mattina, è ancora notte fonda. Il cielo è di un blu scurissimo, ma le stelle brillano indistinte, nella loro aura di bagliore. La luna in tutta la sua bellezza, si staglia sopra le case e sopra la cittadina di Londra. Prendo un grosso respiro, è ormai da giorno che mi sveglio così presto. Non riesco più ad addormentarmi. È come se avessi un dolore acuto proprio nel cuore. Perchè mi sta succedendo questo? Non sono mai stato così.. così umano. È una vera noia stare qui, persino più di stare ad Azkaban. Okay, forse no, ma non succede mai niente. O almeno, per me non succede mai niente, e io non servo a nulla qui. Quanto vorrei fare uno dei nostri scherzi, James! Anche uno banale! Mi mancano così tanto, insieme a te. Insieme a tutto. Mi manca me stesso. Non si più chi sono. Non mi riconosco più, ormai. Questa nuova persona che sono diventata la trovo.. strana. Diversa. Ecco, sono diverso. Che cazzate che sto blaterando alle tre di notte. Mi sento un idiota, e forse lo diresti anche tu, Ramoso caro. No, tolgo il forse. Io sono idiota, in questo momento. Sto parlando con una persona morta, appoggiato alla finestra, nella casa dei miei genitori, con una dozzina di ragazzini al piano di sotto e l'intero Ordine della Fenice che esce ed entra a raffica. Neanche l'Ordine mi sembra più lo stesso. O forse sono io che vedo tutti più vecchi, e vedo i fantasmi decrepiti delle persone che sono morte. Boiate. Vedo tutto quello che sarebbe dovuto essere. Ho visto Lily sgridare Harry per una battuta maliziosa, e te vecchio amico, che cercavi di non scoppiare a ridere fino a farti venire le lacrime agli occhi. Alice e Frank che parlano di una delle loro rarissime piante, pensando che a tutti interessi. Hestia, Mary, Dorcas ed Emmeline che parlano di pettegolezzi insieme, proprio come quando erano delle giovincelle. Marlene che rincorre con una ciabatta in mano suo figlio, urlando e sbraitando perché non dovrebbe ascoltare le conversazioni dell'Ordine. Mio figlio. Eh, sì, ci ho sperato, ci ho creduto, e alla fine i miei sogni, come quelli di tutti del resto, si sono spezzati con un semplice 'Avada Kedavra'. Travers mi ha letteralmente assassinato la ragazza, e con lei il mio cuore. Poi l'uomo bianco senza naso, ha amazzato anche te e Lily, e ora non sono più capace di amare. Per quanto io prova, non ci riesco. Non riesco ad essere felice. Tuo figlio è incredibile, è un figlio, un amico, un fratello, ma.. senza te è tutto diverso. Sei solo un cretino che parla da solo, Sirius. E con una voce interiore che assomiglia molto alla tua, aggiungerei. Però sì: lo sono. Rifaccio il percorso indietro e resto in piedi davanti al letto. Gli stemmi di Grifondoro, i poster di ragazze babbani e tante foto. Sono le nostre foto, Ramoso! Non riesco a vederle, c'è troppo buio, ma le riconosco a memoria. Di noi Malandrini. Noi, i ribelli, fantastici, inimitabili, inarrestabili Malandrini. Ci siamo bevuti per caso il cervello? Pensavamo di essere degli eroi, tutti noi? Sì, pensavamo di sconfiggere la morte? Di vincere la guerra con l'amore o con l'amicizia? Molti direbbero di sì, e hanno ragione. L'amore sconfigge la morte. Ma da quando siete morti io, l'amore non lo conosco più.













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Okay, okay.
Penso faccia piuttosto cagare, ma mi è venuta l'ispirazione e ecco il risultato. Spero vi piaccia!

Io, l'amore, non lo conosco più.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora