Non era il posto che aveva immaginato per un appuntamento. Camilla si guardò intorno: sedie buttate a casaccio accanto ai tavoli, poca gente che sorseggiava vino rosso, una cameriera dall' accento straniero occupata a lavare bicchieri. Le rivolse un rapido cenno con la mano. Camilla si sforzò di sorriderle. Ancora non capiva come avesse potuto accettare l' invito di Mauro, detto il Molletta, lo sfigato del liceo. Era ancora in tempo ad andarsene. Stava per farlo, quando il Molletta fece la sua comparsa accanto a lei. Ma da dove era entrato? Si era praticamente materializzato sulla sedia.
"Ehi"disse.
Nella penombra di quello squallido bar, sembrava ancora più brutto. I capelli biondicci appiccicati alla fronte, gli occhiali calati sulla punta del naso. Le osservava il seno come se non avesse mai visto un paio di tette.
Sei qui per non pensare a Robert, si disse lei. Concentrati.
"Allora, cosa ordini?" , gli chiese.
Lui rispose guardandola finalmente negli occhi: "Quello che prendi tu".
Camilla alzò gli occhi al cielo
Sarebbe stata la serata più lunga della sua vita. E tutto perché Jessica era fuori con il suo amato Nino e non la volevano tra i piedi.
"Due gin tonic" disse alla cameriera.
Il Molletta continuava a fissarle le tette. Si era sempre domandata perché lo chiamassero così, ma aveva quasi paura a scoprirlo.
"Hai fatto i compiti per domani?" le chiese lui e si passò una mano tra i capelli.
"Ovviamente" rispose lei e sbuffò. A metà gin tonic la testa iniziò a girarle e le frasi del Molletta si confusero nella sua testa. Parlava dell' esame di maturità, dando per scontato che a lei interessasse qualcosa. Non aveva voglia di parlare di scuola. No, non andava per niente bene. Più stava lì con il suo compagno, più Robert le veniva in mente. L' aveva conosciuto due settimane prima, quando aveva rimesso piede al . conservatorio dopo l' anno di pausa. Era il maestro più sexy che avesse mai visto. Dita affusolate, addominali nascosti male sotto la camicia, sguardo penetrante. Era perfetto.
Lo stai facendo di nuovo. Stai pensando al tuo maestro in maniera sconveniente. Finiscila.
" È che proprio non riesco" si lasciò scappare Camilla. Poi si mise una mano sulla bocca. Aveva pensato ad alta voce. Il Molletta la guardò incuriosito.
"Cosa non riesci?"
"Niente, ho bisogno di prendere una boccata d' aria".
Si alzò e lo piantò in asso, sperando che lui non la seguisse.
Voleva stare da sola. In fondo, non l' ha detto nessuno che bisogna per forsa essere fidanzati con qualcuno, a 18 anni. Di certo non si sarebbe messa col Molletta solo perché la.sua amica aveva trovato Nino.
Fuori tirava un' aria gelida e fastidiosa. Camilla si avvolse nella sua sciarpa e lasciò che i capelli si scuotessero al vento. Le venne voglia di tornare a casa e suonare il violino. La musica era il suo unico rifugio.
Pensò anche di scrivere un messaggio a Robert. Ma poi non lo inviò. Il messaggio diceva più o meno così: Caro Robert, da quando ti ho visto penso sempre a te. Non posso farci niente. Vorrei sapere cosa si prova a essere toccate da quelle mani bianche e meravigliose. Sono solo una stupida ragazza che ancora non conosce l' amore. Viemimi a prendere. Subito. Ora. Prima che il vento mi porti via...L'AMORE NON ESISTE
Mi piace come si spoglia Ester. Lo fa in quel modo lento e sensuale che conoscono solo le spogliarelliste di mestiere. Solo che lei,per me,lo fa gratis. La prima volta che ho fatto l'amore con lei ero vergine. Un ragazzo vergine non piace a nessuna. Invece lei quella sera guardava solo me. Ballava sul cubo e lasciava che i suoi capelli rossi ondeggiassero lungo i fianchi. Poi si e portata un dito alla bocca e ha succhiato.
Mario,che mi aveva portato li per farmi combinare qualcosa,ha ammiccato nella sua direzione.
"Ehi Teo" mi ha detto "hai fatto colpo".
Ester e scesa dal cubo e mi si e strusciata addosso. Sentivo il suo odore di fragola misto al sudore.
"Andiamo di la?"mi ha chiesto e mentre lo chiedeva mi infilava il dito tra le labbra.
"Siediti qui" mi ha ordinato. Mi ha fatto mettere sul divanetto e poi mi ha premuto una mano sui jeans. Ero già eccitato. Ester ha sorriso.
"non l'hai mai fatto, vero?"
"non vorrai farlo qui spero", ho risposto.
Poteva entrare qualcuno da un momento all'altro.
Ester si è messa a ridere e ha iniziato ad armeggiare con i miei jeans. Il tempo di prendermelo in mano ed ero già venuto. Ma lei non si è scocciata . Rideva. Mi ha baciato sulla bocca. Sapeva di Gin.
"ma quindi adesso siamo insieme? "
Mi ha guardato come se avessi detto qualcosa di stupido ma allo stesso tempo tenerissimo.
"Sei proprio un bel ragazzino" mi ha risposto.
Di solito odio quando mi arruffano i capelli, ma se lo fa Ester non mi dà fastidio. È lei che mi ha insegnato tutto quello che so sul sesso.
È grazie a lei che ho compreso una verità importante:l'amore non esiste.
STAI LEGGENDO
CERCAMI NEL VENTO
RomanceContenuti extra del romanzo Cercami nel vento, storie inedite di Teo e Camilla.