La mattina era fredda e buia. Spesse nubi grigie oscuravano anche quei timidi raggi di luce che l'alba riusciva a concedere durante le cupe mattine d'autunno. Nonostante l'inverno non fosse ancora iniziato, un manto di brina cristallina ricopriva l'arido terreno, gli alberi erano spogli. Non si sentivano uccelli cantare o animali fuggire spaventati dall'arrivo di un piede straniero. Il mondo sembrava addormentato.
Alexi camminava spedita accanto a Madama Wislow. Stava ben attenta a tenere l'orlo del pesante vestito rosa sollevato, memore della faticosa camminata nel bosco che aveva affrontato solo qualche settimana prima.
Un'auto le stava aspettando poco lontano. La grossa macchina nera lucidissima con i vetri scuri era parcheggiata in fondo alla via, con accanto due soldati che Alexi non aveva mai visto prima. Li salutò con un piccolo inchino, Madama Wislow invece passò loro accanto, senza degnarli del minimo sguardo.
"Coraggio, siamo in ritardo."
Alexi era preoccupata. Nel caso il suo piano avesse fallito e la donna l'avesse scoperta, non avrebbe avuto modo alcuno di mettersi in contatto con la Tana. Dal momento che si trovava con la sua signora ed era accompagnata da una scorta, le era stato chiesto di lasciare a casa il microfono, che avrebbe rischiato di danneggiarsi nel caso avessero incontrato un altro temporale.
Avrebbe dovuto affidarsi solo al suo istinto.
Non appena Alexi salì a bordo della vettura, rimase senza fiato. I posti per sedersi erano come morbide poltrone di pelle. C'era così tanto spazio che volendo avrebbe potuto allungare le gambe e mettersi a dormire. L'interno era riscaldato ed illuminato, di fronte a lei c'erano bicchieri, bottiglie e frutta fresca.
"Spero tu non soffra la macchina." Disse accigliata Madama Wislow. "Non ho nessuna intenzione di fermarmi ogni due per tre farti dare di stomaco."
Alexi fece segno di no con il capo, ancora incapace di proferir parola.
"Non ho mai visto nulla di tanto lussuoso in vita mia!" esclamò in tutta onestà.
"Già, immagino non ci siano macchina con autista nella tua zona."
"Qualche carro" rispose la ragazza "se si è fortunati."Il viaggio fu lungo e noioso. Non appena la curiosità iniziò a scemare, Alexi si ritrovò a fissare lunghe lande desolate dal vetro scuro del finestrino. Di tanto in tanto passavano accanto a casolari abbandonati o a modeste fattorie, oppure si avvicinavano a zone di pascolo.
Madama Wislow non disse nemmeno una parola lungo tutto il tragitto e Alexi ebbe la sensazione che fosse meglio lasciarla ai suoi pensieri. Non voleva far nulla che la irritasse o infastidisse. Aveva bisogno che si fidasse di lei, anzi voleva diventarle indispensabile, la sua unica risorsa, la sua complice e alleata. Se tutto fosse andato secondo i piani, forse la loro missione avrebbe compiuto una svolta.La macchina si fermò di fronte ad un alto cancello di ferro con le sbarre arrugginite. Era maestoso ed imponente. In cima, una placca di metallo verdastra a forma di madorla riportava il simbolo di due spade incrociate con al centro uno spicchio di luna.
Oltre le sbarre si intravedeva un ampio e arido terreno, pieno di rovi ed erbacce.
"Che simbolo è quello che si trova sul cancello?" domandò senza staccare gli occhi dal cancello.
Madama Wislow le lanciò uno sguardo inquieto e sospettoso. "Non credo siano argomenti a cui debba interessarsi una dama. Andiamo."
La donna si incamminò decisa. Una delle due guardie aveva aperto il vecchio cancello arrugginito facendolo cigolare in maniera sinistra e Madama Wislow vi si infilò senza nessuna esitazione. Nonostante fossero trascorsi diversi decenni, era chiaro che si ricordasse alla perfezione la strada da percorrere per arrivare alla tomba di Thomas.
Alexi cominciò ad agitarsi. Ormai non aveva più modo di tornare in dietro. Sperò che fosse tutto pronto, nonostante il poco preavviso.
Camminarono alcuni minuti tra lapidi monumentali e piccole pietre appena incise, alcune curate e decorate con fiori freschi, altre dimenticate e coperte da ortiche e muschio.
Quando videro in lontananza una grande lapide di cui ormai da tempo si era impossessata la natura, la donna si fermò. "Aspettateci qui." ordinò alle guardie.
Alexi si incamminò al suo fianco fino a giungere a pochi passi dalla tomba. La lastra era coperta da uno strato di rampicanti così spesso da renderne impossibile il riconoscimento. Si accovacciò sentendo scricchiolare la brina sotto le ginocchia e cominciò a strapparle con le mani infreddolite. A fatica, poco per volta, riuscì a riportare alla luce le vecchie incisioni.Thomas Yura
Amato figlio, fratello, compagno, amico.
Ogni giorno lontano da te sarà un giorno più buio.Con trepidazione, Alexi continuò a levare le erbacce. Aveva le dita così infreddolite che erano quasi diventate bianche, ma non si fermò fino a quando non l'ebbe liberata.
Allora la vide, vide quello per cui si era avventurata fin là e tirò un sospiro di sollievo, poi si voltò con aria sconvolta verso Madama Wislow.
"Signora, qualcuno ha profanato la tomba di Thomas!"
Madama Wislow la spinse di lato, lasciandosi cadere sull'umido terreno. Appoggiò la mano sulla fredda pietra, facendo scorrere le dita lungo la rudimentale scritta che si trovava alla base della lapide.Cittadino in vita, Miserabile nella morte.
Tradito dal Governo che pensava di servire, dai Miserabili non sarà dimenticato: vendicheremo la sua morte e riabiliteremo il nostro nome.Alexi trattenne il fiato, in attesa di una reazione della donna. Rimase in ginocchio, seduta per lunghi minuti con la mano appoggiata sulla lapide. I suoi occhi erano puntati magneticamente sulla scritta, che leggeva e rileggeva in continuazione. Dopo un po', Alexi le si avvicinò.
"Cosa pensate voglia dire?"
"Che il mio Thomas è stato ucciso dal Governo." la voce era spezzata, ma Alexi non avrebbe saputo dire se dal dolore o dalla rabbia.
"Non è possibile, deve essere una menzogna. Vostro marito lo avrebbe sicuramente scoperto e ve lo avrebbe raccontato!"
La donna lasciò cadere la testa tra le spalle. "Non necessariamente. Io... conosco mio marito. Anche troppo bene e so di cosa può essere capace. Credo che lui sappia cosa è successo a Thomas. Se non ha voluto dirmelo nonostante tutto il dolore e la disperazione che provavo all'epoca, significa che non lo farà mai. Dovrò trovare le risposte che cerco da sola. O
Quasi."
Alexi la guardò dritta negli occhi. "E come pensa di fare?"
Madama Wislow sorrise amaramente. Baciò dolcemente la punta delle dita e trasmise il bacio alla lapide con un tocco leggero. "Lo farai tu per me. Sapevo che quella fiamma che ho visto in te mi sarebbe servita a qualcosa prima o poi. Se c'è qualcuno che può farlo, quel qualcuno non ho dubbi sia tu. Ti intrufolerai nell'ufficio di mio marito. Cercherai tra i suoi documenti. Lui non elimina mai i documenti importanti, e di certo non avrebbe eliminato questi. Devi trovarli, è un ordine. Devi trovarli e consegnarli a me. Quando saprò la verità, potrò finalmente far aver giustizia al mio Thomas."
"Ma signora" disse con voce tremante "se qualcuno mi dovesse scoprire verrei uccisa!"
La donna rise. "Oh, Dorotha, credi davvero che lui sia l'unico ad avere una certa importanza nel Castello?! Non preoccuparti di lui, preoccupati di me, nel caso dovessi deludermi.""Alexi com'è andata?"
La voce di Fara suonava preoccupata.
"Tutto secondo il piano! Ha trovato la scritta, ha dato fuori di matto e mi ha praticamente supplicata di entrare nell'ufficio del marito per frugare tra i suoi documenti! Non potevamo sperare di meglio. Abbiamo accesso diretto al cuore del Castello! Ora iniziamo a giocare."
STAI LEGGENDO
Rebel - Risorta dalle ceneri
Fantasy*Secondo capitolo della saga Rebel* Alexi, Kyle e i loro amici sono riusciti ad infiltrarsi nel Castello di CrownCity. La loro missione è rubare un codice segretissimo che permetterà agli hacker rimasti nella Tana di prendere il controllo della stru...