"Voglio raccontarvi una storia, ma non quella che già sapete. La solita storia che vi viene raccontata per far andare avanti le lancette dell'orologio. Voglio raccontarvi del mio più grande amore, dell'unico vero amore che io abbia mai avuto.
Sono passati tanti anni, forse troppi per la mia mente vecchia e stanca. Ma ricordo ancora bene i suoi capelli lunghi, i suoi occhi scuri pieni di vita, il suo sorriso. Non ho mai visto, in tutta la mia vita, una ragazza così bella. Non ho mai conosciuto una ragazza più vera di lei e, credetemi, quando trovate una persona del genere- non lasciatela andare per niente al mondo. Sono davvero poche le persone come lei, troppo poche. Ed io ho avuto la fortuna di trovarla.
L'ho conosciuta più di sessanta anni fa, quando lei pensava che non ci fosse via d'uscita- che la morte fosse l'unica meta prefissata nella sua vita. Ma, cari amici, posso assicurarvi che lei ha vissuto tanto- accanto a me. Mi ricordo quando l'ho vista la prima volta: ero ad una festa, ed io ero andato fuori nel giardino per insultare i miei amici- perché avevano invitato un ragazza, Clara. Lei non si avvicinava per niente a quella che era Amanda, Clara era una tra tante. Se loro non l'avessero fatto e se la sua migliore amica, Jos, non l'avesse costretta a venire a quella festa- forse io e lei non ci saremo mai conosciuti. Forse io avrei portato qualcun altro al mare, al mio rifugio. Ma non penso che avrei provato gli stessi sentimenti struggenti che lei mi ha fatto provare.
Quando litigavamo, uno dei due correva sempre dall'altro per chiedere scusa. Non ci piaceva litigare, non ci piaceva nemmeno solo l'idea di farlo. Volevamo vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo, e così abbiamo fatto. Eravamo la classica coppia felice, ed io sentivo le farfalle nello stomaco come quando l'avevo vista la prima volta. Non potete ancora capire, voi, ma tra un po' di anni capirete di che cosa sto parlando.
Quando ho preso in braccio per la prima volta mia figlia, ho rivisto in lei Amanda. Aveva gli stessi occhi vispi, la stessa vivacità che sua madre aveva ritrovato dopo anni. Non pensavo che sarei diventato padre così presto, ma è stata la cosa più bella della mia vita- dopo aver incontrato lei. La nostra vita è cambiata con l'arrivo di nostra figlia: è diventata più felice, più ricca di momenti da ricordare insieme.
Decidemmo di chiamarla Sun, perché lei era per noi come una piccola goccia di sole caduta dal cielo. L'amavamo, e lo stiamo facendo anche ora. Quando se n'è andata di casa, lasciandoci soli, abbiamo deciso di intraprendere di nuovo il viaggio che avevamo fatto quell'estate. Siamo stati negli stessi luoghi, abbiamo provato le stesse emozioni e ci siamo sentiti giovani ancora una volta"
Una bambina- quella più infondo e nascosta- alza la mano. "Dimmi, piccola" Le sorrido, sistemandomi sulla sedia- aiutandomi con il mio bastone.
"Vi siete sposati, signor Harry?" Chiede lei, arrossendo immediatamente quando tutti i bambini della stanza si girano verso di lei.
Annuisco lentamente, sistemandomi gli occhiali sul ponte del naso. "Si, ma ho dovuto faticare per ottenere quel si" Ridacchio, facendo ridere anche tutti i bambini della stanza.
"E poi? Cosa è successo?" Chiede un bambino con gli occhiali, incrociando le mani sotto il mento per seguire meglio il mio racconto.
"Beh, abbiamo vissuto una bella vita, con Sun" Sospiro, ripensando al giorno in cui pensavo di perderla. Quando le cantavo, tenendo il mio diario tra le mani ed aspettando solo che lei aprisse gli occhi.
La porta si spalanca, rivelando mia figlia con una pila di fogli in mano. Anche se ormai non è più giovane come una volta, rimane sempre la mia bambina. Ed ogni giorno che passa, vedo in lei sua madre. I capelli non sono però gli stessi, sono scuri- come i miei- ma penso che sia quel tocco che le renda uguali. "Scusatemi bambini, ho avuto da fare. Mio padre è stato di compagnia?" Chiede, sorridendo a tutti i bambini, seduti sui loro corrispettivi banchi, e loro intonano un si.
"Signora Sun, suo padre ci ha raccontato una bellissima storia" Enfatizza una bambina in primo banco, scendendo dalla sedia e correndo verso di me.
"Si?" Chiede lei, poggiando una mano sulla mia spalla e mormorando un 'grazie'. "Che cosa vi ha raccontato?" Chiede lei, abbassandosi all'altezza della bambina. Quest'ultima le porge un foglio, e subito dopo Sun me lo porge.
"È per te, Signor Harry" Sorride, correndo al suo banco e sedendosi composta. Apro il foglio piegato, trovando un disegno. Un ragazzo ed una ragazza che si tengono per mano, un cuore che tiene insieme le loro mani.
Le lacrime cercano di uscire dai miei occhi, ma le ricaccio dentro con un sospiro. "È bellissimo" Le sorrido, facendo vedere il mio disegno a Sun.
Lei sorride dolcemente, cercando di trattenere le lacrime. "Gli hai raccontato di mamma?" Chiede lei, guardando i bambini per un attimo.
Annuisco lentamente, alzandomi dalla sedia e sorreggendomi sul mio bastone. "È stato un piacere stare con voi, piccoli" Sorrido, facendo un cenno del capo verso mia figlia.
"Arrivederci, Signor Harry" Rispondo in coro loro, facendomi scappare una risatina dalle labbra secche.
Cammino per il corridoio della scuola, godendomi il paesaggio di tutti i disegni dei bambini appesi al muro. Ricordo quando Sun riempiva la casa dei suoi disegni, ed Amanda la ricorreva per tutta la casa per implorarla di farne ancora e ancora- così da non dimenticare mai.
Il cimitero è vuoto come sempre- nessuno viene mai in questo posto così triste. Stringo forte il mio bastone tra le mani, camminando verso di lei. Quando noto la sua foto in lontananza, mi affretto.
"Ciao amore" Sorrido, avvicinandomi alla sua foto e lasciandoci sopra un dolce bacio. "Sono qui anche oggi, ti avevo detto che non sarei mancato. Oggi ho raccontato la nostra storia a dei bambini e guarda cosa mi ha fatto una di loro" Sorrido, tirando fuori il disegno dalla tasca del mio giaccone.
Sospiro pesantemente, appoggiandolo tra i fiori che le ho portato ieri. "Sai, voglio raggiungerti subito. In questo momento, voglio essere con te. Questo ultimo anno senza di te, è l'ultimo anno anche senza di me. Ormai sono vecchio, ho ottant'anni e Sun sta più che bene. I bambini la amano, stravedono per lei. Io.. non voglio stare ancora per molto senza di te. Credo di voler stare con te, ora. È arrivato il mio momento" Mormoro, con le parole pesanti che escono dalle mie labbra e le lacrime che solcano le mie rughe.
"Ti amo, non posso stare senza di te" Biascico tra le lacrime, ripiegando il disegno su se stesso e poggiandolo dietro la cornice della sua foto.
**
"Vieni, Harry" Sussurra, facendomi cercare tra la luce bianca i suoi occhi. "Ti sto aspettando" Continua lei, quasi con tono spezzato.
"Dove sei?" Chiedo, vagando nella luce e portando le mie mani vecchie in avanti- cercandola.
Due mani giovani afferrano le mie, e nel momento in cui lo fanno- le mie mani cominciano a ringiovanire. Il dolore alle ossa smette di esserci, gli occhiali cadono dal ponte de mio naso.
E poi la vedo, bellissima come quando l'avevo conosciuta. I suoi capelli biondi, le sue labbra giovani. Guardo un attimo il mio corpo, e noto che quei vestiti vecchi sono scomparsi.
"Sono giovane?" Chiedo, passandomi una mano sulla testa. I capelli corti e bianchi sono scomparsi, e sento i lunghi ricci intricarsi tra le mie dita.
"Finalmente" Le mie braccia finiscono sotto le sue gambe, alzandola ed abbracciandola a me. Un senso di eternità mi invade il corpo, giovane come una volta.
"Abbiamo tanto tempo per crescere, ora. Abbiamo tutto il tempo del mondo" Dice lei, lasciandomi un bacio sulla fronte.
"Per sempre"
Fine.
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Can We Grow Up Together? •H.S. (One shot)
FanfictionDove Harry, ricorda i momenti passati con Amanda. •One shot, Can We Grow Up Together? Non è necessaria la lettura dell'intera storia per la comprensione degli eventi raccontati in questo capitolo.