Capitolo 54.

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Valerio POV

Mirko appena vide il corpo di Melissa cominciò a piangere, e a vederlo così mi immobilizzai al mio posto. Lui non piangeva mai davanti agli altri proprio come me, e se aveva ceduto significava che lei fosse ridotta davvero male. Sentii gli occhi pizzicare, mentre spostavo il mio sguardo su Giorgio che si avvicinò a Melissa chinandosi prima di prendere il suo polso tra le mani. Rimase concentrato per qualche minuto prima di rialzarsi –È viva- mormorò mentre sentivo la morsa che stringeva il mio cuore allentarsi.

Tutti quanti guardavano scioccati
Melissa tranne me, che facevo di tutto per evitarla. Avevo paura di scoprire che la situazione fosse più grave di quanto pensassi, per cui mi trattenevo dal girare la mia testa nella sua direzione, consapevole che altrimenti non sarei riuscito a controllarmi.

-Hai chiamato un’ambulanza?- chiesi girandomi verso il ragazzo di nome Filippo che annuì guardandomi con aria terrorizzata. Di certo non era così contento della nostra compagnia, visto che ogni volta che uno di noi contraeva un solo muscolo sobbalzava o urlava, facendo sbuffare tutti. Era vero che eravamo pericolosi, ma non ci mettevamo ad ammazzare la gente senza uno scopo, e quel ragazzo non ci aveva fatto nessun torto.
Dopo circa dieci minuti stavo per perdere del tutto la pazienza, l’ambulanza non era ancora arrivata e per quello che sapevamo Melissa poteva anche essere a rischio di morte.

Cominciai a camminare avanti e indietro, mentre mille pensieri vorticavano nella mia testa. Era tutta colpa mia, avrei dovuto insistere di più per parlarle e farle capire che io non l’avevo mai tradita, che io volevo solo lei perché l’amavo, e nessuno avrebbe potuto cambiare questo. Non mi sembrava vero che la stessa Melissa che si incazzava con me anche solo se accennavo di farmi una canna, era la stessa che in quei due giorni era riuscita a distruggersi.

Mi presi la testa tra le mani chiudendo gli occhi e poggiandomi al tronco di un albero, sentendo tutto girare intorno a me. Li riaprì solo quando sentì una mano posarsi sulla mia
spalla –Stai bene?- domandò con voce flebile Emma , guardandomi esitante.
Non ho mai potuto vedere quella ragazza e lei ero sicuro pensasse la stessa cosa nei miei confronti, eppure in quel momento accantonai tutto visto che avevamo una sola preoccupazione in comune, ovvero Melissa.
Ci pensai un attimo prima di rispondere –Fisicamente direi di si, per il resto sto di merda- risposi sincerante facendola sorridere, anche se per poco.
-Lei starà bene, è forte.- disse fissando i suoi occhi nei miei prima di allontanarsi, lasciandomi a riflettere sulle sue parole.

Aveva ragione, Melissa era la ragazza più forte che avessi mai conosciuto, l’unica che riusciva a tenermi testa. Ricordo ancora quando ci eravamo conosciuti, e per quanto non la tollerassi ero consapevole che fosse coraggiosa, non si lasciava mai sottomettere da nessuno. Riusciva a mascherare le proprie paure, a combattere fino alla fine senza cedere, era più forte di tutti noi messi insieme. Ne aveva superate tante, sia mentalmente che fisicamente, ma questo non bastava a tranquillizzarmi visto che ormai sapevo per esperienza che la morte non guarda in faccia nessuno, si prende chiunque senza pensare alle persone che rimarranno qui a piangere, probabilmente distrutte dalla perdita.

E spesso le persone se ne vanno nel momento che meno ci aspettiamo, nel modo più banale, e tutto ciò che rimane è il loro ricordo che poi comincia a svanire con il passare degli anni. Avrei scordato il suono della sua risata, ma avevo qualche dubbio viste tutte le volte in cui mi ero soffermato su di essa per registrarla e conservarla gelosamente.

Quando sentì il suono della sirena dell’ambulanza mi avvicinai agli altri che stavano vicino a Melissa, a terra, e non potei fare a meno di abbassare il mio sguardo su di lei, sentendo il mio cuore perdere un battito. Il sangue circondava il suo fragile corpo, le sue guance sempre velate da una sfumatura rossastra erano completamente pallide, così come il resto della sua pelle e la manica della felpa alzata mostrava una serie di tagli dai quali usciva del sangue.

Tu amami o sparami  •Sercho•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora