Capitolo tre.

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《Bevi, bevi, bevi, bevi...》 continuava ad urlare la folla di ragazzi attorno a me.

Quella sera ero andata con alcune amiche del college ad una festa che si svolgeva alla villa di una mia compagna di corsi, Rose.
Nessuno mancava alle sue feste, c'era sempre molta gente, c'era gente nelle camere da letto che si divertiva a modo suo, c'era gente nel salone che passava la notte a ballare, c'era gente invece che passava la notte a scolarsi intere bottiglie di qualsiasi alcool ci fosse in giro ed io facevo parte di questo gruppo di gente purtroppo.

La folla continuava ad incitarmi e io di certo non mi sarei fermata lasciando vincere il ragazzo del quarto anno. Avevamo a disposizione un bancone pieno di shottini di tequila, i ragazzi scommettevano che io non ce l'avrei mai fatta a battere Harold.
Al decimo shottino Harold si fermò alzando le mani in segno di arresa, la vittoria era già in mano mia ma volevo arrivare fino in fondo nonostante i giramenti di testa e così arrivai a diciassette shottini.
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《Abi, vuoi tornare a casa? Sei ridotta malissimo, tesoro》urlò la mia amica per sovrastare il volume della musica.
Scossi la testa in segno di disapprovazione mentre cercavo di rimanere in equilibrio scendendo quelle maledette scale che sembrava non volessero collaborare con me quella sera, si muovevano in continuazione e i tacchi di certo non aiutavano per niente. Mi reggevo con entrambe le mani sul corrimano e fortunatamente riuscii ad arrivare alla fine senza rompermi nulla. Avevo la vista leggermente ofuscata e il divanetto davanti si poteva comparare al mio salvagente così mi ci buttai di colpo poggiando la testa all'indietro.
Non vedevo Jake da una settimana e lo avevo sentito solo qualche giorno fa al telefono, avevo paura che mi nascondesse qualcosa, non era da lui sparire così tanti giorni. Presi il telefono e con tanta fatica digitai il suo numero, non ne potevo più di questo mistero, aspettai che rispondesse anche se era davvero tardi.
《Pronto?》sentii una voce femminile dall'altro capo del telefono《chi parla?》
《Tu chi sei, dov'è Jake?》lasciai scorrere quelle parole dalla mia bocca troppo velocemente mentre la testa mi pulsava dal dolore, avevo forse bevuto troppo.
《Jake è..》la voce acuta di quell'ochetta venne interrotta e subentrò una voce a me famigliare, finalmente Jake《Ab, va tutto bene, tesoro?》
《Jake, dove sei? Ho bisogno di te, qua sono tutti cattivi con me. Chi è quella di prima? Perché non sei più passato a trovarmi? Mi manchi, sai?》biascicai quelle parole forse troppo veloce sotto l'effetto dell'alcool.
《Ab, sei di nuovo fottutamente ubriaca? Non posso farti sempre da babysitter, lo sai? Torna a casa, subito, io ora non posso venire a prenderti sono impegnato》mormorò mentre le risatine della ragazza si sentivano sempre di più.
《Mi dispiace aver interrotto la tua scopata, non accadrà più, ciao》chiusi la telefonata senza dargli il tempo di rispondermi, le risate di quell'oca mi stavano facendo irritare troppo.
Mi alzai dal divano e dopo essermi tolta gli altissimi tacchi ed averli presi in mano uscii dalla casa, non avendo trovato nessuno che potesse darmi un passaggio fui costretta a farmi la strada a piedi. Fortunatamente casa mia distava solo una quindicina di minuti a piedi.
Mentre barcollavo sul marciapiede cercando di arrivare salva a casa sentii delle braccia sorreggermi e mi girai di scatto per vedere chi potesse essere, vidi il viso di un ragazzo con i capelli apparentemente neri alla luce dei lampioni, i suoi occhi non li avevo mai visti ma erano di un leggero blu, davvero chiaro.
《Una bella ragazza come te non dovrebbe girare per strada da sola a quest'ora》lui mi sorrise e mi porse la mano guardandomi negli occhi mentre io continuavo a pensare a dove lo avessi già visto.
《Piacere, Rodrick, frequentiamo insieme il corso di letteratura》la sua voce era diversa da quella di Jake, non era per niente dolce e tranquillizzante, ma era rude e quasi intimoriva.
Dopo alcuni secondi, che sembravano interminabili, a scrutare il suo viso gli strinsi la mano cercando di rimanere in equilibrio da sola.
《Abigail》fu l'unica cosa che riuscii a pronunciare, la testa continuava a farmi male e la vista era ancora più ofuscata. 《Posso accompagnarti a casa, Abigail? Non hai un bell'aspetto ed ho paura che tra qualche metro tu possa cadere.》
《Potresti essere un maniaco sessuale》mormorai mentre mi massaggiavo le tempie, quel mal di testa mi stava tormentando.
《C'è sempre questa opportunità》ridacchiò lui sorreggendomi di nuovo. In realtà non mi dispiaceva che fosse lì, anche se avrei preferito che quelle braccia fossero di Jake.
《Vuoi che ti prenda in braccio? Se non riesci a camminare dimmelo》si avvicinò preoccupato della mia situazione.
《Ce la faccio, abito là》indicai il mio appartamento che distava ormai pochissimi metri da noi e così ci dirigemmo verso casa mentre lui mi teneva in piedi.
Arrivati davanti al portone lo guardai e gli chiesi se volesse salire a bere qualcosa visto che era stato tanto gentile da accompagnarmi a casa, lui accettò l'invito e dopo aver preso l'ascensore salimmo al mio piano entrando in casa. Buttai le chiavi sul tavolino e feci lo stesso con le scarpe, tranne che quest'ultime le buttai dentro alla scarpiera.
《Purtroppo ho solo della birra in frigorifero, ti va bene lo stesso?》chiesi mentre mi dirigevo verso la cucina.
《Sì, va benissimo.》
Presi due bottiglie di birra e le stappai porgendone una al ragazzo.
《A te》mentre il ragazzo prendeva la sua bottiglia cominciai a mandare giù qualche sorso.
Lui prese la bottiglia e dopo aver bevuto anche lui qualche sorso avanzò verso di me togliendomi la bottiglia dalle mani.
《Forse per questa sera hai bevuto abbastanza, piccola, che ne dici di divertirci un po, eh?》sussurrò posando la bottiglia sul bancone della penisola e mi accarezzò la guancia delicatamente avvicinando il viso al mio.
Voleva baciarmi, o forse no, non riuscivo a ragionare con tutto l'alcool che avevo assunto.
Lui si avvicinò ancora e prese a baciarmi mentre le sue mani scivolavano lungo la mia schiena arrivando alle natiche che strinse con forza. Non riuscii a ricambiare il bacio così lo spinsi via tirandogli uno schiaffo sulla guancia.
《Perché confondete tutti la gentilezza?》alzai la voce mentre lui riprese ad avvicinarsi a me prendendomi per il polso.
《Dai, piccola, divertiamoci un po' insieme》riprovò a baciarmi mentre io gli tirai una ginocchiata in mezzo alle gambe. 《Non toccarmi.》
Sentii dei rumori alla porta, qualcuno che aveva le chiavi entrò ed avendo sentito le mie urla si diresse subito in cucina trovando il ragazzo piegato in due dal dolore.
《Chi è questo?》anche lui alzò la voce, venendo verso di me, era Jake. Era lì per me, aveva lasciato l'ochetta per venire a salvare me. 《Ab, piccola, stai bene? Ti ha fatto del male?》mi prese il viso tra le mani costringendomi a guardarlo negli occhi.
《Sto bene》risposi freddamente staccandomi da lui.
Jake si girò verso Rodrick che stava cercando di rialzarsi e gli tirò un pugno in pieno viso, spaccandogli probabilmente il naso il quale cominciò a sanguinare subito. Jake lo prese per il colletto della maglia e lo avvicinò a se《Non azzardarti a toccarla mai più senza il suo consenso》ringhiò per poi spingerlo fino alla porta d'ingresso e buttarlo fuori, sbattendo poi la porta ritornando da me che in parte stavo gioiendo a quella scena.
《Che cazzo ti salta in mente, Abigail? Ti si è fottutamente fuso il cervello? Perché lo hai fatto entrare?》cominciò a puntarmi il dito contro alzando la voce.
《Jay, non urlare, ti prego》sussurrai cercando di avanzare verso di lui per abbracciarlo.
《No signorina, questa volta non risolvi tutto con un abbraccio》continuò lui scacciandomi e guardandomi negli occhi.
《E come dovrei risolvere, eh? Dai, dimmelo》presi coraggio e cominciai anche io ad alzare la voce contro di lui《sbaglio sempre io, vero? E tu? Chi è quella, mh? Perché non me ne hai parlato? Siamo migliori amici solo quando ti pare?》una miriade di domande uscirono dalla mia bocca con voce perfin troppo alta che Jake si avvicinò e mi caricò in spalla a mo' di sacco portandomi in camera da letto mentre io mi dimenavo chiedendogli di farmi scendere. Mi posò sul letto e cominciò a spogliarmi.
《Devi farti una doccia fredda, subito.》
Rimasi vestita solo del mio intimo, visione alla quale Jake ormai era abituato così mi prese di nuovo in spalla e mi portò in bagno aprendomi l'acqua non troppo fredda, sempre premuroso.
《Io ora esco di qua, tu ti togli queste cose e ti lavi in fretta. Quando hai finito mi chiami e io ti porto il cambio》ringhiò di nuovo, quasi mi spaventai così abbassai lo sguardo a terra annuendo e lui uscì andando in camera da letto.
Entrai sotto il getto dell'acqua e lasciai scorrere sulla mia pelle chiudendo gli occhi.
Dopo qualche minuto chiusi l'acqua e uscii avvolgendomi un asciugamano attorno al viso e tornai barcollante in camera da letto.
《Ho finito》mormorai trovandolo coricato sul letto mentre guardava il soffitto sospirando.
《Potevi chiamarmi, ti avrei portato il cambio in bagno》sorrise leggermente alzandosi a sedere e guardandomi《esco, ti lascio vestire》si alzò in piedi venendo verso di me posando le mani sui miei fianchi e lasciandomi un bacio sulla fronte per poi staccarsi e uscire dalla stanza.

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