Non appena si allontana, lasciando le mie labbra desiderose delle sue, lo guardo negli occhi. Sono calmi, rilassati. Non riesco a scorgere nient'altro nel suo sguardo, solo questa evidente tranquillità che rende tranquilla anche me.
-Vestiti dai. Andiamo a fare colazione.- dice in tono dolce.
Io mi limito ad annuire e mi vesto rimettendo i jeans di ieri, la maglia con la quale ho dormito, la sua, è però troppo stropicciata.
-Genn, mi presteresti una maglia?- chiedo alzando lo sguardo verso di lui che ne ha una nera tra le mani, probabilmente la stava per mettere.
-Tieni, metti questa.- dice lanciandomela. -Io ne metterò un'altra.- aggiunge frugando infatti nel suo cassetto, scompigliando leggermente l'ordine che avevo notato da subito.
-Sei ordinato, strano per un ragazzo.- dico infilando la maglia che mi arriva poco sotto i fianchi.
-Errore. Non sono ordinato, è mia madre che sistema sempre tutto.- scoppia a ridere ed io con lui.
-Ecco qual era il segreto!- mi do un'occhiata allo specchio e noto che non sono troppo disastrosa come pensavo. I ricci mi ricadono dolcemente sulle spalle, gli occhi sono solamente un po' gonfi e non ho nessun problema di trucco sbavato, dato che ieri sono rimasta struccata tutta la sera. Ho delle occhiaie profondissime, ma a quelle sono abituata. Poi Genn mi batte parlando di occhiaie, quindi non me ne faccio un problema.
-Sisi, sei bella. Ora andiamo però.- mi prende in giro notando che mi sto guardando allo specchio da parecchio tempo. Scuoto la testa fingendomi contrariata e lo seguo in cucina. C'è una donna non troppo alta, con un caschetto biondo ad incorniciarle il dolce viso, segnato leggermente dalle piccole rughe che le contornano gli occhi e gli angoli della bocca. Ha le labbra carnose come quelle di Genn e i suoi stessi occhi blu. È intenta a sistemare la tavola bandita di cibo ma, non appena mi vede, mi viene immediatamente incontro sorridendo.
-Buongiorno tesoro, dormito bene? Tu dovresti essere Anna.- chiede gentilmente, porgendomi la mano.
Io la stringo delicatamente e sorrido, è così gentile. -Buongiorno a lei, ho dormito benissimo, grazie.-
Sposto lo sguardo sulla tavola e poi nuovamente sui suoi luminosi occhi. -Ma sono tutte per noi queste cose?- chiedo incredula.
-Certo tesoro, quando Gennaro mi ha avvertita che avevamo un'ospite ho pensato di preparare qualcosa. Sapevo che questo scansafatiche, pur di non cucinare, ti avrebbe portata a mangiare fuori.- dice guardando il figlio che sta sorridendo, un sorriso colpevole.
Rido leggermente guardandoli. -Grazie mille, veramente.-
-Ora vi lascio soli, vado in giardino a sistemare un po' di cose. È stato un piacere conoscerti Anna.- ammette poggiandomi una mano sulla spalla, per poi andare via.
-Dovresti imparare ad essere gentile come tua madre.- lo punzecchio su una spalla mentre ci sediamo a tavola.
-Io sono gentile. Anzi, ultimamente lo sono anche troppo. Devo ricompormi.- dice serio mentre addenta una fetta biscottata con della marmellata.
Faccio roteare gli occhi in risposta e lui mi rivolge uno sguardo che conferma con sicurezza ciò che ha appena detto.
Finita la colazione, mi trascina fuori non permettendomi di sistemare la tavola e tutto il resto. Mi sento in colpa per la madre, penserà che io sia una maleducata.
-Dove andiamo?- chiedo appena fuori il cancello di casa sua.
-Non devi andare a casa? Ti accompagno.- dice guardandomi serio.
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-Che vuol dire Butch? -Niente.
ספרות חובביםBeh, non saprei cosa dire. E' una storia che non so descrivere semplicemente perchè non l'ho ancora inquadrata nemmeno io. Il ragazzo di cui parlerò è ispirato alla figura di Gennaro Raia, componente degli Urban Strangers. So che stanno facendo la m...