"Ho un'idea migliore: perché invece non smetti di dare aria alla fogna che ti ritrovi al posto della bocca?" chiesi incrociando le braccia e rivolgendogli un falso sorriso. "Sai, faresti un favore all'umanità."
"Molto divertente, ma no." rispose lui per niente infastidito. "Ma se non vuoi che parli io, puoi farlo tu."
Alzai gli occhi al cielo, rifiutandomi di aprire bocca.
"Che ne dici se io ti faccio delle domande e tu mi rispondi?" domandò, fissandomi.
Mi girai, dandogli le spalle e continuando a rimanere zitta.
"Cos'è? Adesso fai la bambina permalosa?" chiese con un tono divertito.
Continuai a ignorarlo sperando che si stancasse di me e la smettesse."Come vuoi. La prima domanda è: tu e Thomas vi conoscete?" chiese assumendo un tono indagatore.
Rimasi immobile e zitta. Ero stanca di quelle continue insinuazioni.
La sua mano si strinse attorno al mio braccio e mi costrinse a girarmi verso di lui. "Ti ho fatto una domanda." disse a denti stretti, incenerendomi con lo sguardo.
Rimasi muta e non lo guardai negli occhi. Lui mi afferrò il mento tra le dita e mi girò il volto, costringendomi a guardarlo.
"Se non vuoi rispondere sarò costretto a fare questo." mi minacciò avvicinando lentamente la sua mano verso la mia guancia.Inizialmente non capii le sue intenzioni, poi sentii le sue dita premere forte sul mio zigomo, causandomi subito una fitta.
Gemetti per il dolore e cercai di liberarmi dalla sua presa.
"Alby ha fatto proprio un bel lavoro dandoti un pugno." sputò divertito. "Hai una mora bellissima. Ti dona questo colore violaceo."
Quanto vorrei toglierti quel sorriso a suon di testate... Pensai guardandolo in cagnesco.
Lui finalmente mollò la presa, assumendo il sorriso di chi ha appena ottenuto ciò che desiderava."Intendi rispondermi oppure devo rifarlo?" chiese squadrandomi dalla testa ai piedi.
Mi sentii improvvisamente nuda sotto il suo sguardo indagatore.
"Io e Thomas non ci conosciamo." sputai seccata guardando dritto davanti a me.
"Guardami negli occhi quando parli." sottolineò acido spostandomi il viso nella sua direzione. "Dillo ancora." ordinò, rifilandomi di nuovo quello sguardo.
Ripetei nuovamente la frase, senza staccare lo sguardo dai suoi occhi.
Mi sentii improvvisamente arrossire e cercai di soffocarlo.Perché mi sentivo come se Zart avesse abbassato tutte le mie barriere?
"Bugiarda." insinuò con un sorrisetto maligno.
"Come facciamo a conoscerci se non abbiamo ricordi?" chiesi rivolgendogli uno sguardo infastidito.
"Passiamo alla prossima domanda." constatò ignorandomi. "Cosa avete fatto a questo posto?"
"Ti ci metti anche tu, ora? Mi bastavano le insinuazioni di Alby, sul serio."
Feci per alzarmi e andarmene.
Ero stanca di essere accusata.
Non avevo fatto niente. Come poteva essere colpa mia?Lui mi bloccò il polso e sentii le sue unghie conficcarsi nella mia carne, mentre mi trascinava nuovamente a sedere vicino a lui.
Mugugnai per il dolore e contrassi la mascella.
"Non lo so, okay? Non è colpa mia, siete voi a vedere le cose nel modo sbagliato." spiegai strattonando il braccio dalla sua presa.
Mi guardai attorno e vidi che tutti i Radurai si fossero ammassati nella Cucina.
Finalmente la salvezza... Pensai alzandomi di scatto prima che Zart potesse afferrarmi nuovamente."Fry avrà bisogno di me per servire il pranzo. Mi dispiace lasciarti solo con le tue inutili domande." spiegai, fingendo un broncio e allontanandomi con un sorriso soddisfatto sulle labbra.
Lui con mia sorpresa non ribatté, ma si limitò a seguirmi, sicuramente per ricevere anche lui il pranzo.
Appena entrai in Cucina trovai Frypan indaffarato a servire e decisi di aiutarlo.
Nella Radura tutti erano più silenziosi dopo la morte di Clint. Forse tutti avevano paura di essere i prossimi a essere uccisi dai Dolenti.Zart non mi scocciò per il resto della giornata e per questo dovetti ringraziare Newt. Era andato a parlare con Alby e lo aveva fatto ragionare. Da quanto mi aveva raccontato, Alby aveva ammesso di aver fatto un errore a mandarlo a sorvegliarmi, tuttavia non aveva messo in dubbio la sua proposta – o meglio ordine – di rendere sia me che Thomas pasti freschi per i Dolenti.
Il pomeriggio passò velocemente e lo trascorsi ad aiutare tutti coloro che avevano bisogno di aiuto.
I ruoli nella Radura non contavano quasi più: ora stavamo lottando tutti per la sopravvivenza.
La sera arrivò velocemente, seguita dal terrore puro. Tutti si affrettarono a raggiungere il Casolare e questa volta anche io e Gally ci assicurammo di non rimanere fuori.Mancavano ormai pochi minuti a quella che era un tempo l'ora della chiusura delle Porte, così decisi di dirigermi verso il Casolare.
Gli ultimi Radurai stavano entrando proprio in quel momento, con Newt che li incitava come galline fuoriuscite dal pollaio.
Entrai a mia volta, seguita immediatamente dal biondino che chiuse la porta alle nostre spalle.
Proprio un istante prima dello scatto del chiavistello, pensai di aver sentito il primo spettrale lamento dei Dolenti arrivare da qualche punto profondo del Labirinto.
Quel lamento poteva significare solo una cosa: la notte era cominciata.
Gli Intendenti si erano organizzati tutto il pomeriggio per riuscire a far ammassare tutti i Radurai nel Casolare.In quel momento li stavano distribuendo nei vari spazi, insieme ai sacchi a pelo.
Nonostante la quantità di persone e il caos del cambiamento, tutte le attività si svolsero in un silenzio dannatamente inquietante, come se tutti temessero che al suono di un sussurro, un Dolente si sarebbe precipitato ad attaccarci.
Quando tutti si furono sistemati, mi ritrovai al piano superiore insieme a Newt, Alby, Minho e Gally.
Il biondino era seduto sul letto sbilenco, mentre gli altri stavano su delle sedie di legno accanto a lui.
Mi sedetti vicino a Newt, obbligandolo a farmi posto sul materasso, ma quando mi aggiunsi a loro tutti smisero di parlare immediatamente."Tranquilli, potete continuare a parlare." sottolineai facendo un'espressione scocciata.
Perché mi dovevano sempre tenere all'oscuro di tutto?
"Stavamo solo dicendo di rimanere fuori qualche giorno nel Labirinto. Per i Velocisti e i volontari, intendo, mentre gli altri devono formare delle squadre per studiare le Mappe a tempo pieno." spiegò Minho rivolgendomi un sorriso. "E ovviamente la qui presente faccia di caspio ha qualcosa da ridire." disse indicando con il mento Alby.
Mappe? Quali Mappe? Pesai confusa. Non sapevo che i Velocisti tenessero delle Mappe del Labirinto."E io..." si intromise Alby alzando il tono della voce infastidito. "Stavo cercando di spiegare ai pive qui presenti che è da pazzi chiedere alla fottuta gente di uscire e andare lì a morire, Minho! Chi si offrirebbe volontario per una prova simile?"
"Io." spiegò Minho. "E Thomas."
"Se sarà necessario lo farò anche io." sentenziò Newt di punto in bianco.
Pensavo che il Labirinto lo spaventasse più di ogni altra cosa.
"Tu, con la tua gamba scassata?" domandò Alby, facendo un'aspra risata.
Alby sei insensibile. Pensai guardandolo in cagnesco. Il ragazzo ricambiò lo sguardo, caricandolo d'odio nei miei confronti.Ritornai con l'attenzione su di Newt, preoccupandomi per come avrebbe reagito a quell'insinuazione.
Aveva lo sguardo basso verso i suoi piedi e giocava nervosamente con il bordo della sua maglia.
Gli presi la mano per mostrargli il mio appoggio e lui mi rivolse un timido sorriso. Poi parlò: "Non me la sento di chiedere ai Radurai di impegnarsi in qualcosa che io stesso non ho voglia di fare."
"Oh, dannazione. Newt, avevi ragione oggi pomeriggio. Forse sto diventando pazzo..." spiegò Alby grattandosi la fronte confuso. "Ma avete ragione. E va bene, potete fare quello che vi pare, razza di pive. Ma io non me ne starò con le mani in mano."
Gally intervenne e spiegò: "E cosa vorresti fare? Correre nel Labirinto? Alby sei uscito appena dalla Mutazione, non credo sia..."Venne interrotto bruscamente da Alby che, alzandosi in piedi, disse con un tono stranamente eccitato: "Non ho detto questo. Ma forse potete incaricarmi delle Mappe. Sfinirò ogni fottuto Raduraio a furia di fargli studiare quelle cose."
Minho e Thomas annuirono senza esitare, ma c'era qualcosa che mi puzzava in tutta quella situazione.
Prima ci vuole dare in pasto ai Dolenti e ora diventa pacifico e pronto ad aiutarci? E poi così improvvisamente... Pensai accigliata. Che la Mutazione comportasse anche un cambiamento di personalità? Forse era per questo che la chiamavano così."Allora io vado. Ora." annunciò, andando verso le scale.
Newt scattò in piedi e lo richiamò: "Ma sei pazzo a uscire ora? Abbiamo sentito i gemiti di quei cacchio di Dolenti. Possiamo benissimo aspettare la sveglia di domani."
"Siete voi le teste di caspio che mi hanno riempito di discorsi di incoraggiamento. Non mettetevi a frignare ora che vi ho dato retta. È stata un'idiozia venire a dormire qui. Dovremmo già essere nella Stanza delle Mappe."
"Non puoi dire sul serio." sussurrò Newt. "Non puoi uscire ora!"
Per tutta risposta Alby estrasse dalla tasca il suo mazzo di chiavi e lo fece tintinnare con aria di scherno. Poi sotto gli sguardi vigili di tutti, scese dalle scale e uscì dal Casolare.
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The Maze Runner - Remember
Fanfiction!!! ATTENZIONE: questo è il primo libro di una serie di quattro (Remember, Survive, Run e Live). Ogni libro è stato COMPLETATO e REVISIONATO. Se doveste trovare errori, segnalatemeli per i futuri lettori, grazie e buona lettura! Elena si ritrova nel...