Capitolo 56.

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Melissa POV

Scesi lentamente dalla macchina di Valerio, e nello stesso momento in cui mi girai per esaminare il parcheggio della scuola trovai tutti gli occhi degli studenti puntati su di me.
Feci una smorfia distogliendo lo sguardo che posai su Valerio, impegnato nel lamentarsi mentre osservava un’ammaccatura inesistente sullo sportello della macchina.

-Figli di puttana, se scopro chi è stato li ammazzo- borbottò per la milionesima volta sull’orlo del pianto. Ormai conoscevo talmente tanto bene Valerio da poter affermare che amava più la sua macchina di me. Ridacchiai alzando gli occhi al cielo mentre mi avvicinavo a  lui, tentennante visto che non mi ero ancora del tutto riabituata a camminare e coordinare i miei movimenti. –Valerio, non c’è nessuna ammaccatura.- gli feci notare passando una mano sulla vernice grigia della sua macchina. Lui mi fulminò –Attenta, così la graffi- mi sgridò osservando preoccupato la sua macchina.

Sbuffai senza trattenere una risata, per poi alzare lo sguardo al cielo. Se io vi chiedessi di descrivermi il colore di quest’ultimo, voi mi rispondereste con un azzurro o magari un grigio. E invece no.

Da quando ero uscita dall’ospedale, dove avevo dovuto trascorrere altri quattro giorni in riabilitazione, sembrava che il mondo fosse cambiato. Dei colori del tutto nuovi, il profumo dell’erba bagnata dalla pioggia, tutto ciò bastava per farmi sentire viva. Il cielo quel giorno era grigio, con delle sfumature color lavanda e vermiglio, mentre la luce del sole filtrava tra le nuvole illuminando le foglie, ancora bagnate dalla pioggia. Se chiudevi gli occhi e ti concentravi sentivi il rumore del vento, il rumore delle foglie che scricchiolano sotto i piedi e tantissimi altri suoni su cui non mi ero mai soffermata prima dell’incidente. Forse essere ad un passo dalla morte comporta il vedere il mondo come qualcosa di diverso e di prezioso, e ora anche solo rimanere immobile a guardare un albero sembrava affascinante.

Mi risvegliai dai miei pensieri quando Valerio prese la mia mano nella sua, rivolgendomi uno dei suoi migliori sorrisi. Anche il modo di vedere lui era cambiato. Quando avevo aperto gli occhi era stato come se l’avessi visto per la prima volta. Quel sorriso perfetto , gli occhi grandi e furbi, e il suo accento Romano che tanto mi faceva ridere, quelle erano tre delle cose che amavo di più di lui. Rimasi a fissarlo per un tempo che mi sembrò infinito, che bastò per farlo ridere. Chiusi gli occhi concentrandomi sul suono della sua risata, fino a quando lui non parlò attirando nuovamente la mia attenzione –Ultimamente me fissi sempre, posso sapere per quale motivo?- chiese posando le sue mani sui miei fianchi, attirandomi dolcemente a sé.

Annuii inumidendomi le labbra prima di iniziare a parlare: -Dopo l’incidente vedo tutto in modo diverso, e solo adesso mi accorgo di tanti minuscoli dettagli che prima non avevo notato. I tuoi capelli sono così soffici, e i tuoi occhi sono così grandi ed espressivi che mi deconcentrano, quindi scusa se ogni tanto sposto lo sguardo su qualcos’altro. La profondità del tuo sguardo insieme a quella luminosità che li caratterizza manderebbero in iperventilazione chiunque. Le ciglia folte che contornano i tuoi occhi, rendono il tuo sguardo sensuale e dolce allo stesso tempo. la tua pelle sembrava essere levigata per quanto perfetta, la linea dritta del naso e le tue labbra rosate e carnose , mi fanno venire voglia di baciarti per ore. il tuo corpo poi, sembra quasi che tu sia stato scolpito. Amo tutto di te,  e sono sicura che potrei rimanere a fissarti per ore senza annoiarmi- dissi tutto di un fiato, osservando la sua espressione cambiare.

Aveva la bocca spalancata per la sorpresa, gli occhi più luminosi e ardenti del sole. Mi rivolse un sorriso enorme, mostrando la sua schiera di denti bianchi e perfetti. Sembrava che gli avessi appena svelato la formula della felicità, all’improvviso mi abbracciò alzandomi e facendomi girare intorno. Cominciai a ridere senza preoccuparmi di tutti gli studenti che al momento ci stavano guardando come se avessero visto chissà cosa.

Tu amami o sparami  •Sercho•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora