Undercover - Un'amore sotto Copertura

497 13 1
                                    

La musica lenta e sensuale del pianoforte si diffondeva nell'aria, unendosi al chiacchiericcio sommesso delle persone in sala e creando un'atmosfera che avrebbe dovuto essere intima e rilassante ma che invece la mise piuttosto a disagio.
Diana strinse convulsamente il bicchiere di champagne, che un cameriere le aveva porso precedentemente, nella mano, non era abituata a tutto quel lusso e mai l'avrebbe fatto. Diede un lento e serio sguardo alla sala dell'hotel più rinomato di Parigi, dove lei e Martin si trovavano in missione, l'ambiente era satura di conversazioni inutili sulla finanza e sulle donne, almeno da ciò che riusciva a comprendere grazie alla A+ che aveva in francese.

Si morse il labbro inferiore, spostando il peso da un piede all'altro e reprimendo un gemito di dolore causato dagli infernali trampoli che aveva ai piedi, ecco perché non indossava mai i tacchi più alti di cinque centimetri. Si sedette su uno degli sgabelli del bar e maledì il suo compagno e partner di lavoro che ancora si faceva attendere, e meno male che la donna era lei...

Quando quella mattina M.O.M aveva affidato loro quell'incarico, sapeva che avrebbe portato solo guai e per nulla al mondo lo avrebbe accettato, ma Martin era stato, ovviamente, di tutt'altro avviso. La missione consisteva nel recuperare un'antica runa celtica, portatrice di caos, che era stata rubata un mese prima in un museo da un famoso milionario francese. Ovviamente, il magnate aveva assoldato un altro per compiere quel furto, evitando così di sporcarsi le mani e di finire in galera, ma gli agenti del centro non erano così sprovveduti e dopo una serie di indagini ed intercettazioni, erano arrivati al vero colpevole.

Ed era allora che entravano in gioco loro, lei e Martin avrebbero dovuto fingersi una coppia ricca e in cerca di divertimento, avvicinarsi al milionario, un certo LeRoche, scoprire in quale suite alloggiava e perquisirla mentre l'altro lo distraeva. Inutile dire che era lei a dover compiere quell'ultima parte del piano, a quanto pare il ricco uomo era attratto dalle giovani donne brune, dagli occhi verdi e con un bel corpo e lei rientrava in tutte le categorie preferite da quel viscido. Purtroppo.

Il solo pensiero di doversi far sfiorare anche solo con un dito da quel verme, era orribile e le causava i conati di vomito, ma non poteva mandare all'aria il piano per quel futile motivo. Lei poteva anche resistere ad un paio di carezze, il mondo invece sarebbe sprofondato nel caos se quell'antica runa veniva usata.

Sospirò rassegnata, bevendo l'ultimo sorso di champagne che aveva nel flûte e posando il bicchiere sul bancone. Come se non bastasse, le occhiate lascive che molti uomini in sala le lanciavano le facevano accapponare la pelle. Eppure, con quel succinto ed appariscente vestito rosso era ovvio che attirasse certi sguardi su di sé. C'era voluta un'ora buona prima che si decidesse di uscire dalla camera conciata in quel modo, aveva sperato nella confortante presenza di Martin, ma l'amico non si era più visto dal loro arrivo in hotel.

Aveva appena appoggiato la valigia sul letto, quando il biondo le aveva riferito di doversi occupare di una questione urgente. Non aveva posto domande, anche se la cosa le era parsa strana, ed aveva annuito.

E non lo aveva più visto da allora ed erano passate già tre ore, iniziava a preoccuparsi...

Si sentì fissare intensamente ed alzò lo sguardo per cercare la fonte di quel disagio, deglutì terrorizzata quando si rese conto che era proprio LeRoche a fissarla. L'uomo panzuto e calvo le fece un cenno di saluto con il suo bicchiere e lei ricambiò con il miglior sorriso finto di tutta la sua vita.

Martin, dove sei?!, si chiese sempre più intimorita mentre si torturava le mani in grembo.

Quel comportamento non si addiceva alla donna ricca e sicura di sé che doveva impersonare e se non si rilassava rischiava di farsi scoprire.

Si voltò verso il barista, che stava asciugando i bicchieri e le fissava senza vergogna la sua scollatura. 《Excusez-moi ...》Richiamò l'attenzione dell'uomo verso il suo viso e tentò di sorridere senza lasciar trapelare il disgusto.《Pourrais-je avoir une autre, s'il vous plaît?》Chiese, puntando il bicchiere vuoto che aveva poggiato precedentemente sul bancone e che il barista non aveva ancora lavato. Il ragazzo annuì sorridendole e si affrettò a riempirle di nuovo il flûte.

Undercover - Un'amore Sotto CoperturaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora