Capitolo tre, ovvero Come Lakisha aveva scelto casa

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Quarantesimo giorno di primavera dell'anno 2013

L'apertura della pasticceria era andata benissimo, avevamo venduto tutti i dolci ed ora a me e a Lakisha, non rimaneva che traslocare nella nuova casa.

Siccome la casa dei miei genitori distava quaranta minuti di auto dalla pasticceria, ebbi l'esigenza di affittare una casa vicina al lavoro. Avevo bisogno di una sistemazione privata, lontana dai miei e da Lakisha ma riuscì ad ottenere solo la prima parte.

All'inizio avevo scelto di affittare una bifamiliare color pesca ma Lakisha bocciò subito la proposta dicendo secca: - No! Questa non mi piace! Come faccio ad ascoltare la musica a tutto volume? E i vicini sono troppo vicini! –

La casa distava quindici minuti dalla pasticciera, era piccola, modesta, comoda e arredata ma a quanto pare non soddisfaceva i gusti di Lakisha.

- Se tiro lo sciacquone qua mi sente tutto il vicinato! – disse Lakisha, contrariata.

- Voglio vedere altre case! – continuò mia sorella, pretenziosa.

Ci rimettemmo così alla ricerca di una casa. Ne vedemmo sette senza risultati, c'era sempre qualcosa che non piaceva a Lakisha, poi, finalmente, trovò la sua casa ideale e sottolineo la sua, perché del mio consiglio nemmeno ne tenne conto.

Era una casetta bianca con una simpatica edera che le cresceva sulle pareti, era circondata da alberi e il giardino, fresco ed estremamente verde, era recintato da una staccionata bianca mezza mangiata dalle termiti.

Mentre Lakisha guardava l'aspetto esteriore, io ero preoccupata per gli insetti che l'edera avrebbe condotto in casa e a quanti soldi avrei speso per riaccompagnarli gentilmente fuori.

Quel giardino, poi, sarebbe stato un vero problema in inverno, in quanto io di certo non mi sarei messa a spalare neve per far uscire la macchina e di sicuro, non avrei pagato un giardiniere affinché venisse a potare i rami degli alberi in primavera!

L'interno della casa, poi, era come fuori, terribilmente grazioso e assolutamente poco pratico.

La prima stanza che trovavi entrando in casa era il salotto. Era illuminato da una grande vetrata posta sul muro di sinistra rispetto alla porta d'ingresso, il pavimento era in legno chiaro e i muri di mattone erano stati colorati di bianco. Sulla parete di destra, di fronte alla vetrata, c'era un caminetto, il che significava che se volevamo accenderlo dovevamo spendere soldi per farlo pulire. Mancavano poi i mobili, quindi altre spese da fare.

Dopo il salotto c'era la cucina, in legno. Iniziavo ad odiare il legno, soprattutto quello azzurro! Avevo una cucina in legno azzurro, ma che meraviglia! Lakisha non faceva che dire: - Uao! – io non facevo che dire: - mmm - .

Dalla cucina, attraverso una scala a chiocciola, una scala a chiocciola! Si andava al piano superiore. Due camere matrimoniali ed un bagno. Decisamente l'ideale per due ragazze che passano un quarto della loro giornata in bagno!

Naturalmente Lakisha, poiché aveva già deciso di prendere la casa, scelse anticipatamente la sua camera da letto: quella con vista sul giardino di dietro. A me lasciò quella con vista sugli alberi! Che animo generoso che aveva mia sorella!

Per lo meno avevo il balcone più grande.

La parte che più mi piaceva di quella casa era la terrazza sul retro della casa, a cui si accedeva tramite la porta a vetri in cucina. Avevo già programmato di metterci delle sedie ed un tavolo per le cene estive ed anche d'inverno, non sarebbe stato brutto bere una cioccolata calda avvolta in una coperta.

Lakisha disse di sì alla casa ed io, per evitare di vederne altre, accettai la sua decisione.

Alla fine aveva vinto Lakisha, per sfinimento.

L'aspetto positivo della nuova casa era che si trovava molto vicino alla pasticceria, così in estate potevamo andare al negozio anche a piedi o in bici. Avremmo risparmiato un sacco sulla benzina!

Inutile dire che la casa fu arredata tutta su gusto di Lakisha, per lo meno la mia camera da letto la riuscii ad arredare come piaceva a me.

Posizionai il letto di fronte alla vetrata, con la testata imbottita contro il muro. Dipinsi i muri color crema e sotto alla finestra misi un divano bianco in ferro battuto con affianco un tavolino. Adagiati ai muri, ai lati del letto, sistemai degli scaffali su cui mettere i miei libri ed un grande armadio bianco con un enorme specchio al centro.

Tra la vetrata e la porta del bancone, misi un comò con specchio e sotto ad una finestra, a destra del balcone, sistemai uno scrittoio.

Sul pavimento, sotto al tavolino accanto al divano, stesi un bel tappeto soffice.

Al soffitto appesi degli scaccia pensieri tintinnanti e un meraviglioso lampadario a goccia.

In terrazzo misi soltanto un divano in vimini ed un tavolino con le sedie.

Alla fine di tutto, ottenni il mio piccolo nascondiglio segreto, lì Lakisha non poteva entrare (almeno in teoria).

Ora sapete come non sono riuscita a liberarmi di Lakisha e come, invece, ho fatto sì che passassimo insieme tutte le giornate da lì a qualche anno.

Volevo liberarmi della sfidante ed invece me l'ero ritrovata come coinquilina. Ho l'impressione di aver sbagliato qualcosa.

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