1. Demone

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Io sono il diavolo. Me lo hanno detto i miei genitori quando ero piccola, quando mi divertivo a mettere le lumache in una bottiglia e vederle morire. Ci ho sempre creduto e non ho mai cercato di far cambiare idea alle persone. Ma non mi definirei il diavolo, anche perché nell'immaginario comune viene rappresentato come un grande uomo rosso con le corna, circondato dal fuoco dell'inferno. Ed io sono tutt'altro. Mi definirei più un demone, anche se in realtà non ho mai fatto del male a nessuno. O almeno fino ad ora.
Mi chiamo Alice e l'unica cosa che mi circonda sono i miei genitori. E loro sono peggio dell'inferno. Ah e non ho le corna, o almeno non penso.
Fin da piccola sono stata emarginata, da tutti. Devo ammettere che i miei modi di fare sono abbastanza strani. No, non credo di essere un vampiro, e nemmeno una strana creatura sovrannaturale, ma mi piace stare da sola. Mi piace osservare il dolore, pensando di esserne immune, anche se in realtà non lo sono. Anzi probabilmente soffro molto più degli altri, ma ho visto talmente tanto dolore intorno a me, che riesco a nasconderlo.
Non ho mai capito perché definiscono l'adolescenza il periodo migliore della vita, a me sembra soltanto un periodo come tutti gli altri. Con un po' più di stress e qualche cretino che ti gira intorno. Già dimenticavo gli ormoni, non i miei ovviamente, ma dei ragazzi che frequentano la mia classe, patetici.
Per me gli ormoni non sono mai stati un problema. Nonostante i miei mi considerino un mostro, sono sempre stati iperprotettivi, e questo mi ha portato a voler infrangere ancora di più le regole. Loro non possono proteggermi, possono solo farmi del male.
Mio padre molestava mia sorella da ormai 3 anni quando si è avvicinato per la prima volta a me. Avevo 10 anni. Erano giorni che mi guardava in quel modo, nello stesso modo in cui aveva guardato Sofia 3 anni prima. Mamma era uscita, una conferenza di lavoro, ne aveva almeno una al mese, papà non ci aveva mai creduto. "Quella puttana mi tradisce", aveva detto la prima volta a mia sorella, "ed io distruggerò ciò che ha creato".
Non ho mai dato la colpa a mia madre, mio padre non è mai stato presente. Lei aveva bisogno di attenzioni, e le ha trovate in un altro uomo. E' lui il mostro, è lui il demone, è lui che ha creato me, a sua immagine e somiglianza.
Mia madre ovviamente non sa nulla. Siamo la perfetta famiglia felice delle foto, e così dobbiamo rimanere.
La prima volta non si scorda mai. E' vero. Anche se vorrei che non fosse così. Ricordo la porta che si apriva, il cigolio lento. Strusciava i piedi a terra, come al solito. Si è seduto sul letto. "Principessa è ora di diventare grande" mi ha sussurrato all'orecchio. Le sue mani sul mio corpo, la pressione in mezzo alle gambe, il dolore e poi le fiamme. Tentai di lottare ma mi rispose che me lo meritavo, che era la punizione per la mia malvagità, che stava soltanto facendo la cosa giusta per me, per farmi capire che avevo sbagliato a nascere, che ero un errore della natura. E allora mi rilassai e mi lasciai punire.
Non ho mai raccontato nulla a nessuno, mio padre mi ha sempre detto che Sofia avrebbe pagato se io avessi parlato. Il nostro segreto verrà con me per sempre, ma nessun altro sarà ferito.
Da quel momento tutto è cambiato, niente più bambina, niente più giochi, niente più serate tranquille. Il buio é entrato dentro di me una volta per tutte. Ed allora non solo le cose sono iniziate a cambiare, ma anche io.

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