Million Dollar Man

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"Everything I want I have: money, notoriety and rivieras.
I even think I found god in the flash bulbs of your pretty cameras.
Pretty cameras, pretty cameras".
Lana Del Rey, Without You




Harry P.O.V.



Steso sul letto, completamente nudo, con una sigaretta stretta fra l'indice ed il medio, ti osservo mentre lentamente ti spogli; sei davanti allo specchio, ti stai sciogliendo il nodo alla cravatta, reduce da una giornata di lavoro. I capelli tirati su in un ciuffo dal gel, gli occhi cristallini persi in un punto casuale della stanza mentre come un automa ti spogli in una sequenza di gesti automatici. Sei così assente, fuori dal mondo. Sei così anche mentre facciamo l'amore, lo sei sempre stato, non mi hai mai riservato carezze o qualche parola dolce; rude, freddo e distaccato come al solito.

Poggio le labbra sul filtro della sigaretta, buttando quanto più fumo nei miei polmoni, per poi cacciarlo in un gesto ormai abituale; ora mi stai guardando anche tu dallo specchio, sei rimasto solo in boxer. Inclini leggermente il capo facendo scorrere lo sguardo lascivamente sul mio corpo macchiato d'inchiostro da tatuaggi ormai privi di un significato, reduci di una mente troppo fantasiosa di un adolescente.

Ti avvicini lentamente, con fare cauto, già hai mente cosa fare e dove attaccare; come un leone con la sua preda. Gattoni seducentemene sul letto, leccandoti in un gesto studiato le labbra, come la peggiore delle troie. Ti guardo, le pupille leggermente dilatate dall'eccitazione, la cenere della sigaretta che delicata sporca il lenzuolo di quel letto spettatore di tante nottate d'amore e insonne; ti stendi su di me bloccandomi fra il tuo corpo che tanto bramo e il letto.

Non posso fuggire, ma è sempre stato così infondo, no?

«Sei stato bene piccolo?» mi sussuri sulle labbra, lasciandomi baci a fior di labbra mentre la tua mano mi accarezza delicatamente la guancia e i tuoi occhi mi esplorarano come se fossi fra le sculture più belle del mondo. Le mani delicate, come se avessi paura di rompermi, come se fossi una dannata bambola di porcellana.

No, non ho bisogno di questo.

Catturo voracemente le tue labbra in un bacio fatto di lingua, saliva e denti che di romantico niente ha, sa solo di rabbia repressa. Morsi, baci e saliva, tremo sotto ai tuoi tocchi; lascio che la sigaretta cada a terra e porto la mie mani ai tuoi capelli e mi ci agrappo, li stringo in un pugno, come se fossi la mia àncora e, a pensarci, forse davvero è così. Questa guerra di emozioni, fra rabbia ed un amore malsano, non avrà mai fine e tiro forte i tuoi capelli, a volerti far male perchè è colpa tua. Mi hai trascinato con te in questo baratro senza fine, mi dai libertà di uscirne ma io non voglio ed è colpa tua perchè senza di te ormai sono perso.

L'individuo dipendente tende a perdere la capacità di un controllo sull'abitudine e tu sai così di droga (*). Avrei dovuto lasciarti perdere già dopo la prima notte, prendere i miei vestiti ed andarmene ma eri così bello, carismatico ed affascinante. Senza che me ne rendessi conto mi avevi già fatto tuo. È una partita a scacchi dove tu hai il controllo e in cui già dalla prima mossa sai di aver fatto scacco matto.

Stringi il pugno intorno alla mia erezione e cominci a muovere alla giusta velocità, senza smettere di baciare la mia pelle chiara e bollente. Sospiro di piacere ed emetto un gemito gutturale; sento crescere un ghigno soddisfatto sulle tue labbra che lasciano segni violacei sul mio pallido collo.

Perchè io appartengo a te, Louis. Solo a te, ma tu non appartieni a nessuno. Sei figlio di nessuno, appartieni solo a te stesso.

«Sei il fiore più esotico che io abbia mai visto (**)» sussurri al mio orecchio. Me lo sussurri sempre mentre facciamo l'amore, come se fosse un nostro segreto. Un qualcosa di troppo intimo per essere detto ad alta voce e in una situazione che non sia questa.

Million Dollar ManWhere stories live. Discover now