Mi alzai da terra, scossa, e indietreggiai di qualche passo.
-Vis, lascia che ti spieghi, ti prego.--Non chiamarmi Vis. Tu non sei mia sorella, non sei Ael! Lei è morta. Lei è morta.- singhiozzai.
Non poteva essere vero. Mia sorella non avrebbe fatto del male a una mosca, come poteva essere un'assassina?
-Sì che sono io, sorella! E lo sai benissimo.-
-Non so più niente, ormai.- singhiozzai, rabbiosa. -Che cosa vuoi da me?- urlai, mentre la ragazza si avvicinava.
-Vis, se solo mi lasciassi spiegare!- Alexandra si accostò a me, stringendomi la mano. -Ti prego, Victoria. Non rendere le cose più complicate di quanto siano.-
Scostai bruscamente la mano, e incrociai i suoi occhi. Aveva uno sguardo stanco ed esasperato. Non mi aveva mai guardata così.
Incatenò quegli occhi devastanti nei miei, e mi accarezzò una guancia.
D'accordo, lo ammetto.Stavo quasi per abbracciarla e chiederle scusa per come mi stavo comportando, quando notai che sotto alle sue unghie c'erano tracce di sangue.
Sentimenti contrastanti stavano prendendo il controllo del mio corpo, ma sopra a tutti prevalse l'orrore.
Chissà di quale malcapitato poteva essere, quel sangue.Mia sorella era un'assassina.
Spostai la sua mano dal mio viso, senza distogliere lo sguardo. Con un'aria ferita, fece ricadere la mano lungo il fianco.-Tu sei matta.- sussurrai.
-Tesoro mio, tutti i migliori sono matti.- sorrise mestamente.
Me lo ripeteva sempre, anni fa. Era il nostro motto.
Le lacrime minacciavano di uscire.Perché proprio a me?
Di nuovo ci guardammo negli occhi, e la ragazza venne presa alla sprovvista.
-Perché tanta rabbia e dolore nel tuo sguardo, sorella?- non esibì altri gesti d'affetto.
Era troppo tardi, ormai.
Avevo eretto una barriera fatta d'odio e lacrime, stavo rifiutando l'unica persona che mi ero ripromessa di tenere sempre al mio fianco.
Ed ero ben consapevole che, se rivolevo mia sorella, dovevo essere io a spezzare quella barriera.Ma ormai era troppo tardi.
Sbattei le palpebre due o tre volte, ricacciando indietro le lacrime, e cercai di ignorare lo sguardo ferito di Alexandra.
-Senti, posso ancora fare finta di niente e non denunciare Xena per sequestro di persona. Qual è la strada più veloce per tornare a casa?- mentre lo dicevo, il valore e il significato delle mie parole scemava sempre di più.
-Mi dispiace, sorella mia. Ma ormai casa tua è qui.- sussurrò, guardando in basso.
-Cosa vuoi dire?- chiesi, spaventata. Alex agganciò il mio sguardo.
-Casa nostra non c'è più, Victoria.-
-Cosa... Cosa stai dicendo...?!- la ragazza si asciugò le lacrime con il dorso della mano. -Alexandra, diamine! Rispondimi!- urlai.
-È stata distrutta, sorella... È andata in pezzi quando sei arrivata.-
-Spiegati, dannazione!-
La ragazza mi guardò, indecisa. Nel suo sguardo potevo leggere la paura. Ma paura di cosa?
Si guardò in giro, per poi decidersi e avvicinarsi a me.
Sentivo le sue lacrime bagnarmi la spalla e il collo.-È stato I.- sussurrò al mio orecchio, con la voce colma di terrore.
-Che cosa...?- ero confusa. Terribilmente confusa.
Era stato I. a distruggere la nostra casa?Una mano bianca spuntò dal pavimento, spezzando più assi di legno, e afferrò la caviglia di mia sorella. Le scappò un urlo, ma si ricompose subito, e si scostò.
Nel suo volto era dipinta l'inesorabilità.
-Ti voglio bene, Vis. Non dimenticarlo.- sussurrò, tra le lacrime.E la mano la tirò con sé sottoterra.
Le assi di legno tornarono al loro posto, e io caddi in ginocchio, in lacrime.
Sotto di me, il pavimento era identico a prima. Sembrava che non fosse successo nulla.
Le mie lacrime e le mie urla straziarono l'aria, le me unghie cercavano invano di strappare via il pavimento.L'avevo persa una seconda volta.
Piansi ed urlai, devastata.
Urlai finché la mia voce non si ridusse ad un lieve sussurro.Graffiai il pavimento finché il sangue non mi impossibilitò nel continuare.
Piansi finché ebbi lacrime a disposizione.
E infine, mossa dalla forza della disperazione, mi inginocchiai sul pavimento.
Sfiorai con la mano grondante di sangue l'asse di legno che mi separava dalla più bella cosa che la vita mi avesse donato per poi, evidentemente presa dal rimorso, essersi ripresa ben due volte.
Ci sarebbe stata un'altra volta?Mi alzai, continuando a fissare quel confine invalicabile.
-Anch'io ti voglio bene, Ael.- mandai un bacio verso terra, stringendo tra le dita il braccialetto incrostato di sangue.
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Midnight: Death is coming. _Sospesa._
FantasíaLa mia vita venne stravolta, quella notte. Ero una ragazza, proprio come te... Proprio come voi. Dovete prepararvi! Dovete sapere! Ascoltate, tacete! Ignorate il resto, questo è molto più importante. Presto anche le vostre vite verranno distrutte...