Cambiamenti Drastici

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Aprii gli occhi.
Ero in ospedale.
Eravamo in ospedale, con me c'erano mia madre e George.
Loro erano ancora addormentati, così decisi di andare a chiedere cosa fosse successo a qualcuno. Non appena uscii dalla stanza, arrivò un uomo e mi disse "che c..." non concluse la frase che gli chiesi "cos'è successo?"
"È svenuto, quando siamo arrivati a casa sua, vi abbiamo trovato sotto le macerie"
"Le macerie? Scusi, ma non ha senso tutto ciò"
"Non ricorda? davvero? La vostra casa vi è crollata sopra"
Sentii le gambe cedermi, ma fu allora che l'uomo mi prese e mi aiutò a non svenire di nuovo.
"Torni a letto, è troppo debole" mi invitò il signore.
Non appena mi sdraiai sul letto, mi addormentai e, per la prima volta da anni, sognai.

Ero in un immenso e bellissimo campo di rose, al riparo sotto un albero dal sole con un ragazzo che non conoscevo.
Mi guardava con un sorriso accogliente; mi prese per il braccio e mi aiutò a sollevarmi. Era alto, biondo e con gli occhi azzurri. D'un tratto, mentre lo guardavo, sentii un forte dolore al cuore e caddi.
La scena cambiò radicalmente: il campo, un tempo bellissimo, era in fiamme e in cielo, al posto del sole cocente, c'erano degli spaventosi nuvoloni neri.
Il ragazzo biondo mi stava urlando qualcosa, ma io non lo ascoltavo: sentivo una pace profonda ed insaziabile nello stare fermo ad aspettare...la morte.
Ma d'un tratto un fulmine gigantesco colpisce il povero ragazzo.
"Den!" urlai.
Corsi verso di lui, ma qualcosa mi stava trattenendo.
Mi girai per vedere chi fosse; me ne pentii: urlai, iniziai a correre, dimenticandomi che fossi bloccato da quell'essere mostruoso quanto surreale.
"Den!" urlai "Den! Scappa finché puoi!Den!" continuai. Ma qualcosa mi colpì la testa.

Mi svegliai di colpo, madido di sudore.
Mi guardai attorno e mi spaventai: non c'erano né mia madre, né George.
Mi alzai, andai in corridoio e chiesi spiegazioni al signore del giorno prima. Mi disse che erano in terapia intensiva e che rischiavano seriamente di morire. Gli chiesi cos'avessero, lui mi rispose che la temperatura era calata così in basso che sfiorava i -50°C.
Quando mi trovarono, stavo benissimo, avevo solo la temperatura bassa, ma niente di cui preoccuparsi.
Tornai in camera mia e dormii, in attesa di nuove notizie.
Dopo, trovai il signore vicino a me, probabilmente era ad aspettare che mi svegliassi, e gli chiesi come stavano.
Mi guardò e, in modo caritatevole, mi abbracciò.
Pian piano iniziavo a capire, scoppiando quindi a piangere, urlare e scalciare.
Tutti tranne lei. Non poteva né doveva succedere.
Ma la cosa peggiore non era che lei fosse morta, ma piuttosto che fosse morta a causa mia.
Mi disse che sarei andato in un orfanotrofio, dove quasi sicuramente in poche settimane sarei stato adottato da qualcuno.
Non appena me lo disse, feci finta di andare a fare un giri, per poi scappare attraverso i corridoi d un ospedale che non conoscevo. Arrivai ad un vicolo ceco, al primo piano.
Alla mia destra c'era il bagno.
Entrai dentro, saltai dalla finestra e corsi come mai non avevo corso.
Tornai a casa.
Era vero: era crollato tutto.
Mi ritornò in mente mia madre, ma feci finta di nulla e corsi in direzione opposta rispetto a prima.
Arrivato al primo incrocio, svoltai a destra.
Mentre correvo, mi accorsi che stavo andando da Will. Chissà, magari mi avrebbe pure aiutato.
Si stava facendo buio, così mi affrettai ad arrivare da lui.
Quando fui da lui, suonai il campanello.
Venne proprio lui, grazie al cielo, e mi disse "Be', che vuoi ora? Vuoi qualcuno con cui piangere perché ti manca la tua carissima amica Lily?"
" Will, ho poco tempo, posso entrare?" chiesi trattenendo le lacrime.
"Ah...sei in qualche casino?"
"Sì, dai, fammi entrare, ti prego!"
"Certo che no. Vedi, siccome tu mi hai abbandonato e mi hai fatto soffrire come un cane, ora io ricambierò il favore" e così mi chiuse la porta in faccia, così come con la nostra amicizia.

L'inverno: Peter HowardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora