Offerte e Compromessi

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Non appena arrivai al primo incrocio, capii di essere spacciato: era una specie di labirinto di strade.
Sapevo di aver poco tempo, così scelsi una strada a caso e andai a destra.
Avevo fatto circa mezzo chilometro, uno intero contando il pezzo prima dell'incrocio, quando sentii un urlo di rabbia e vidi in lontananza che l'edificio da cui ero fuggito crollò.
Sapevo di non avere speranze: prima o poi mi avrebbe trovato, e, quando sarebbe successo, non ci sarebbe stato scampo.
Decisi di portarlo su false piste.
Appena arrivai ad un bivio evocai delle nuvole nella direziona opposta alla mia.
Ci cascò, dandomi così un vantaggio ancor maggiore di prima.
Stavo ancora correndo, quando dall'angolo uscì l'uomo, furioso.
Gridò qualcosa e comparvero uno scudo, un'armatura ed una spada, lunga e sottile, di ghiaccio.
All'apparenza pensavo fosse un ghiaccio normale, tantoché scoppiai a ridere e l'uomo, vedendomi ridere, urlò e la scagliò nel cemento: entrò fino all'elsa.
Dal punto in cui aveva incastrato la lama, si formò un cratere enorme e da lì emersero draghi, orsi, lupi e golem di ghiaccio simile alle armi dell'uomo-ghiaccio.
Così si formò un piccolo esercito di circa venti unità, ovviamente tutti mostri.
"Tu potresti avere una vita normale, potresti essere normale" tentò di convincermi l'uomo "Ma se opponi resistenza, i miei amici ti polverizzeranno..." continuò lui:"come hai notato, ho perso quasi tutti i miei poteri, ma, essendo il Signore dell'Inverno, a me appartengono ed apparterranno per sempre loro."
"Non vorresti contrattare? Così non vedresti nessuno dei tuoi alleati morire, potremmo contrattare per ottenere ciò che entrambi vogliamo".
Stavo tentando di perder tempo, cosa che forse lui aveva pure notato.
" Un patto? Perché mai dovrei contrattare con te se so che i miei seguaci non moriranno? Loro non muoiono, mai"
"E se uccidessi te?"
"Non ci riuscirai, non sei abbastanza forte per competere con anche un solo dei miei mostri."
Ad un certo punto, notai che un drago stava combattendo contro qualcosa: c'era una specie di battaglia nella sua testa; magari...
Capii cosa dovevo fare se volevo sopravvivere.
Mi concentrai sugli strani mostri e ordinai loro di tornare nella loro terra, tranne che al povero drago.
L'uomo, scioccato dall'impossibilità della cosa, rimase paralizzato per troppo tempo: l'ultima cosa che riusci a vedere era che ero fuggito col drago.
"Come ti chiami?" dissi al drago, sicuro che sapesse parlare.
Disse un insieme di versi in cui riuscii a capire solo "Dusky".
"Ti va bene se ti chiamo 'Dusky'?"
"Chiamami come vuoi" ruggì scontroso lui
"Sei arrabbiato per quel che ho fatto? Io volevo solo liberarti"
"No, sono arrabbiato perché lui vuole che io ti tratti male. È difficile da spiegare... Ti posso solo dire che lui sta cercando di controllare la mia mente, cosicché io possa ucciderti" ma aggiunse veloce "Sta tranquillo, non ho alcuna intenzione di farlo, ed inoltre tu mi hai liberato, quindi ti devo la mia vita."
"Facciamo così: se io avessi mai bisogno di te, tu verrai in mio soccorso, così come ogni volta che tu avrai bisogno del mio aiuto, io verrò da te ad aiutarti...ci stai?"
"D'accordo"
E coso ebbi finalmente un alleato su cui contare, qualcuno che potesse dirmi dove andare e cosa fare, qualcuno che mi aiutasse qualora io non ce la facessi.
Tutto questo durò circa un'ora, finché non sentimmo un forte scoppio e fummo colpiti, il che, ci fece precipitare.

L'inverno: Peter HowardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora