Il Giorno più BELLO

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Feci un respiro profondo e poi uscì dal Covo, in cerca di qualcosa da mangiare. Andai al mercato poco distante dal Bronx. Feci un giro tra le bancarelle. Senza farmi notare presi due mele e una pagnotta, per cui ci mancò poco che mi beccassero. Dopo averla fatta franca, iniziai a mangiare la mela durante il tragitto verso il Covo. Quando arrivai della mela non era rimasto niente e presi in considerazione di mangiare anche l'altra. Ma non lo feci per poterla dare ad Andrew. Salì le scale che portavano alla terrazza del Covo, sperando di trovarlo lì. Ma di lui non c'era traccia. Tagliai il pane a metà. Un pezzo lo conservai con la mela sotto la giacca e l'altro lo mangiai mentre cercavo Andrew. Il Bronx non era affatto piccolo, anzi era difficile trovare l'uscita se non si conosceva bene il luogo. Ero parte di una comunità molto grande, ma che veniva considerata "dimenticata". Camminai in direzione della mia vecchia casa e fui tentata di entrare e controllare in che condizioni si trovasse mia madre. Ma non lo feci, perché la paura di mettere piede la dentro era più forte di me. Continuai a camminare senza una direzione precisa. Guardavo in ogni angolo o direzione per riuscire scorgere il viso di Andrew, ma non lo trovavo da nessuna parte. La mia fetta di pane era ormai terminata, eppure il mio stomaco era ancora affamato. Probabilmente dipendeva dal fatto che la sera prima mi ero rifiutata di cenare, dopo aver visto un topo nei pressi del Covo. Ripensarci mi faceva venire il volta stomaco.

"Ecco chi si rivede nei paraggi. Visto Tess te l'avevo detto che Maya era ancora viva. Mi devi dieci dollari" mi girai verso la voce alle mie spalle. Lexi, la ragazza dai capelli neri e vestiti con le borchie, rubati in qualche negozietto da pochi soldi,stava di fronte a me.

Insieme a lei, come sempre, c'era Tess. Il suo braccio destro dai grandi occhi verdi e capelli castani. Lexi e Tess erano sorellastre, la madre della prima si era messa con il padre della seconda. Da quando vivevano nella stessa casa, Lexi faceva in modo che Tess sembrasse la sua copia. Dicevano le stesse cose, facevano le stesse cose e parlavano addirittura nello stesso modo. Ciò che posso assicurare è che non ragionavano allo stesso modo, anzi credo che nessuna delle due ragionasse. Per molto tempo Lexi aveva cercato di tentarmi a diventare sua amica, ma io ero come un lupo solitario, il branco non era per me.

"Ecco chi si rivede. Blair e Serena" dissi sperando che capissero che mi riferivo a Gossip Girl. Ma nessuna delle due colse la mia battuta.

Lexi si piazzò davanti a Tess e punto i suoi occhi scuri su di me. "Come mai sei da sola? Dov'è il tuo fidanzatino" disse con un pizzico di gelosia.

Aveva una cotta per Andrew da quando era entrato a far parte della nostra comunità. Peccato però che per Andrew le ragazze erano solo un divertimento, l'unica persona importante nella sua vita diceva che ero io.

"Quante volte te lo dovrò ripetere che non stiamo insieme?!" prima che riuscissi a finire di parlare, la voce di Tess mi interruppe "Quindi non ti da fastidio se gli chiedo di uscire, vero?".

Gli occhi di Lexi saettarono da me alla sorellastra. Tess si pentì all'istante di quello che aveva detto. Guardò Lexi e si mise a ridere mormorando "Scherzavo", anche se era ovvio che non fosse vero. Stanca di stare a guardare il loro piccolo spettacolino, le salutai e continuai a cercare Andrew.

Lo trovai seduto sotto il grande salice, nel piccolo parco abbandonato, come tutto ciò che si trovava nel Bronx. Mi sedetti accanto a lui, aveva gli occhi chiusi, i muscoli del suo corpo erano rilassati, il petto si sollevava al ritmo del suo respiro. Mi avvicinai al suo orecchio "Ciao" gli sussurrai. Aprì gli occhi, dipinti dello stesso colore del ghiaccio, e li puntò su di me.

"Buongiorno dolcezza" sul mio volto si stampò un sorriso.

"Ti ho portato del pane e una mela. Direttamente dal mercato qui vicino" gli porsi ciò che avevo conservato sotto la giacca. Prese la mela e dopo averle dato un morso mi ringraziò.

"Anch'io ho qualcosa per te" mi voltai verso di lui e alzai le mie folte sopracciglia. Andrew si alzo in piedi, poggiò da una parte il pane e buttò il torsolo della mele. Mi porse le mani per aiutarmi a sollevarmi. "Voltati dall'altra parte" lo guardai senza capire "Ti fidi di me?" rimasi zitta, perché la risposta era ovvia.

Mi fidavo di lui più di chiunque altro al mondo. Feci per voltarmi dall'altra parte, dando le spalle ad Andrew e rimasi immobile. Sentì il suo respiro sul collo e poi lo sentì dire "Buon Compleanno Piccola". Volevo voltarmi per abbracciarlo e ringraziarlo di rendere ogni giorno della mia vita migliore, ma Andrew mi bloccò e mi disse di aspettare. Dopo qualche minuto di silenzio, sentì qualcosa di freddo posarsi sul mio collo. Guardai il ciondolo: era a forma di cuore e sul retro c'era una frase "Love always and forever". Mi voltai verso Andrew e lo abbracciai continuando a ringraziarlo.

Quando mi staccai dall'abbraccio, presi il ciondolo tra le mani e continuai a guardarlo con un sorriso da jolly. "Non hai ancora visto la cosa più bella" mi disse Andrew, che prese il ciondolo e lo aprì. All'interno c'era una nostra foto di qualche anno prima, che avevamo fatto in una cabina per le fototessera. Non sapevo più cosa dire. Lo guardai negli occhi, "È bellissima" gli dissi e poi lo baciai, lui contraccambiò il bacio. Aveva le labbra morbide e con le braccia mi stingeva a sé, sarei potuta rimanere per sempre così. Protetta tra le sue braccia, senza pensieri o problemi a rovinare la giornata.

Andrew mi lasciò andare e poi mi disse "Mi sembra strano che tu stia crescendo ragazzina. Ricordo che quando ti ho conosciuto eri ancora una bambina, ma eri già bella e forte. Sapevi cosa significava star male e dover crescere da sola. Eppure questo non ti ha indebolita, anzi, sei cresciuta molto bene" mi fece l'occhiolino e io mi misi a ridere mentre gli tiravo un pugno su una spalla.

"Credo che la mia infanzia non sia stata delle migliori. Ma poi sei arrivato tu e hai reso la mia vita migliore. Quindi grazie, per essere ancora qui con me" gli dissi lasciandomi trascinare dalle parole. Andrew mi mise un bracciò attorno alle spalle e mi avvicinò al suo petto.

"So che questa non è la vita che vorremo. Che siamo cresciuti più in fretta di molte persone. Ci siamo fatti in quattro per arrivare dove siamo ora. Ma il destino mi ha condotto a te ed è per questo che non rimpiango nulla. Ho sempre detto che sarei andato via da questo posto il più in fretta possibile. Ma adesso qui con te, il giorno del tuo sedicesimo compleanno... non vorrei essere da nessun'altra parte" mi diede un bacio sulla fronte e io poggiai la mia guancia sul suo cuore. Andrew era tutta la mia famiglia e non potevo chiedere di meglio.

"È il miglior compleanno di sempre. Ed è solo grazie a te."

- Non essere così triste e pensieroso, ricorda che la vita è come uno specchio: ti sorride se la guardi sorridendo – Jim Morrison

Sedicenne Ribelle _ Sabrina Carpenter/Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora