E così rimasi sola. Guardai i miei piedi tutti fasciati impazzendo all'idea del dolore che avrei sentito togliendo cerotto dopo cerotto. Sul mignolo già si poteva notare il sangue che aveva passato la garza bianca.
"Porca puttana se fa male!" dissi a denti stretti mentre, piano piano, iniziai a togliere una ad una tutte le fasciature: ci impiegai dieci minuti abbondanti. Il silenzio era ormai calato sulla stanzetta rosa confetto. Mi guardai intorno mentre ero ancora seduta sulla massiccia panca di legno scuro, portai le gambe al petto e le abbracciai, mentre lasciai cader la testa sopra alle ginocchia. Chiusi un attimo gli occhi e ripensai al giorno prima, a quella lunga notte di giugno passata tra le fresche lenzuola bianche che profumavano di ammorbidente. L'aria era leggermente mossa dal ventilatore e l'incenso alla vaniglia si era ormai consumato.
"Stai bene?" chiesi quando si fermò di punto in bianco, iniziando ad accarezzarmi i capelli.
"Tranquilla, sono solo stanco." disse Daniel sorridendomi, baciandomi poi delicatamente la fronte. Erano ormai nove mesi che il martedì e il giovedì mi fermavo a casa sua. Il primo martedì che passai a casa sua fu una cosa molto tranquilla. Avevamo deciso di guardare un film sul divano, dal titolo così tanto semplice ma con una trama piuttosto intensa, forte, dura: "Profumo". Mi addormentai poco dopo il finale del film con la testa appoggiata sulle gambe di Dan; mi ritrovai nel suo grande lettone tra le sue muscolose braccia molte ore dopo.
Era da poco spuntata l'alba visto che la luce iniziava piano piano a filtrare tra le fessure della persiana marrone della camera. Ricordo di essermi tirata su, sui gomiti, e di averlo fissato a lungo, di aver studiato tutto il suo profilo, contato i suoi pochi nei, guardato i suoi ricci biondi, aver appoggiato l'orecchio sul suo petto mentre si alzava e si abbassava lentamente con un movimento regolare, sentendo il suo cuore martellare forte. Tolsi lentamente le leggere coperte per potermi alzare dal letto per poter andare al bagno, quando notai che mi aveva addirittura cambiata, mettendomi addosso una sua vecchia tuta e sciolto i capelli dalla presa salda dell'elastico. Mi ritrovai davanti al grande specchio del bagno a fissare la mia figura, mentre un lieve sorriso si fece strada sul mio volto. I miei occhi verdi brillavano e la lunga e folta chioma bionda era piuttosto spettinata. Provai a passare le dita tra quel filamenti, ma dire che erano intrecciati era poco. "Ci penserò dopo." sussurrai al mio riflesso. Feci quello che dovevo fare e me ne tornai a letto, abbracciandolo da dietro.
Ci conoscevamo da ormai nove anni ed avevamo sempre avuto un bellissimo rapporto, sia dentro la scuola da danza, che fuori. Lo aiutavo con le pulizie della sala, lo accompagnavo a fare le compere per il saggio, a preparare il teatro e le varie scenografie. Insomma, siamo sempre stati insieme, ma mai come in quell'anno. Quella prima mattina ricordo che mi sentii davvero imbarazzata, nonostante avessi dormito con lui per molte estati. Non so spiegarlo, ma era come se i miei occhi lo vedessero in modo diverso. Lui uomo, io ormai una donna. Non ero più la bambina che andava in cerca dei primi baci per vantarsi con le amiche, o quella che una volta, di notte, andava alla scoperta del suo corpo sul lettone dei suoi genitori mentre loro dormivano. Non ero più nemmeno l'adolescente che andava in cerca dei lunghi e bavosi baci con la lingua, delle mani sulle mutande dietro al muro del bar o delle lettere d'amore. Ormai ero una donna e sentivo il bisogno di dover appagare i miei bisogni. Non bastava più masturbarsi la notte con le dita, oppure mentre mi facevo il bagno e raggiungevo l'orgasmo con il getto dell'acqua della cipolla della doccia. Non bastava più nulla, sentivo il bisogno di andare oltre, di scoprire cose nuove.
Quando riaprii gli occhi in quella calda mattina di settembre, me lo ritrovai davanti al viso che mi fissava mentre era girato di lato, con il gomito che premeva sul materasso e con la testa appoggiata sulla mano. I suoi occhi neri penetranti stavano studiando i miei lineamenti ed in quel momento sentii corrermi su per la schiena un lungo ed intenso brivido. Gli sorrisi mentre prese tra le sue dita una ciocca bionda che la portò al naso, annusandone il dolce aroma del balsamo. Poi, piano piano, l'avvicinò alle sue labbra e la baciò, delicatamente, come se fosse di vetro. Mi raggomitolai piano piano accanto a lui, appoggiando la mia testa sul suo petto. Era caldo ed aveva ancora su il profumo da uomo della Calvin Klein.
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Secrets derrière le rideau.
RomanceUna scuola di danza, un maestro e tanti allievi. Un'amore che brucerà e farà male, amiche che volteranno le spalle e amiche che cadranno nel grande circolo dell'anoressia. Adolescenti alle prime armi con l'amore, persone che cresceranno e supererann...