Capitolo 42.

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Misurai immediatamente il battito cardiaco di Thomas e con sollievo sentii il suo cuore battere debolmente.
"Stai tranquilla, se la caverà." mi rassicurò Jeff dandomi delle pacche sulla spalla. "Ci penso io a curargli le ferite."
"Andiamo, Eli..." sussurrò Newt, incamminandosi verso la porta.
Lo seguii titubante e una volta fuori gli presi la mano, intrecciando le mie dita con le sue.
"Che ore sono?" chiesi sbadigliando.
Lui alzò il polso per osservare meglio l'orologio e poi constatò: "Le due del mattino."
Sbadigliai nuovamente e mi appoggiai stanca sulla sua spalla.
"Torna a dormire, okay?" propose indicando il Casolare con un foro nella parete.
Annuii, dirigendomi lentamente all'edificio e prendendo il sacco a pelo. Non appena chiusi gli occhi, caddi in un sonno profondo.



"Per quanto ti hanno fatto questo?" mi chiese Thomas.
"Da quando avevo quindici anni." spiegai giocherellando con il bordo della mia maglia bianca.
Perché alla W.I.C.K.E.D. doveva essere tutto monotono? Tutto era un'alternanza di azzurro chiaro e bianco.
"Perché? Io non capisco... Sin da piccolo mi hanno ripetuto che W.I.C.K.E.D. è buono." mormorò lui grattandosi la testa con fare nervoso. "Hai detto che erano dei test sul dolore?"

Annuii e aggiunsi: "Per controllare come reagisce la mia Zona di Violenza."
"Ed eri l'unico Soggetto? Perché condurre esperimenti su un unico Soggetto?"
"Dato che sono contrassegnata con il numero 2, suppongo che esista anche un Soggetto C1. Ma non ne sono sicura. Non so nemmeno in quanti abbiano avuto lo stesso mio destino."
"C1?"
"C sta per cavia. In ogni caso non ci hanno mai fatto incontrare." spiegai.
Lui annuì pensieroso e fece per aprir bocca, ma un suono di passi affrettati fece sobbalzare entrambi.

"Oh, no..." sussurrai. "Se sanno ciò che ti ho detto, io..."
"Shh... non fare rumore, forse non ci trovano." mi avvisò, portandosi un dito sulle labbra.
Annuii e lo ascoltai. Non avremmo potuto fuggire in ogni caso: nella stanza c'erano solo due porte e non sapevamo da dove sarebbero sbucati.
I passi si fecero man mano più frequenti, come se le guardie avessero iniziato a correre, e sempre più vicini.
Poi improvvisamente la porta alla nostra destra venne spalancata e tre uomini armati entrarono nella stanza.

Thomas mi prese per mano e in un attimo ci fiondammo fuori dalla porta opposta alle guardie.
La fortuna giocava a nostro favore: le guardie non ci stavano sparando e ciò significava che non avevano intenzione di farlo.
D'altronde se lo avessero fatto, avrebbero mandato all'aria i loro stessi piani. Da quanto avevo capito, Thomas era fondamentale per il Test del Labirinto, mentre io... Be' in effetti io non ero importante, ma forse volevano tenermi come cavia di scorta.
Svoltammo due o tre volte lungo il corridoio, ma senza riuscire a seminarli.

Thomas accelerò, trascinandomi dietro e aumentando la distanza tra noi e le guardie.
Sentivo i polmoni prendere fuoco e il sudore scendere sulla mia tempia. Non ero mai stata brava a correre, ma non avevo altra scelta. 
Poi Thomas, come se mi avesse letto nel pensiero, rallentò fino a fermarsi del tutto.
"Cosa... stai... facendo?" chiesi senza fiato, cercando di non accasciarmi a terra per riprendere le forze. Non era quello il momento di cedere.

"Sanno ciò che mi hai detto e sai che provvedimenti prenderanno." disse guardandosi attorno. Perché non era per niente affaticato?
I passi si fecero sempre più vicini.
"Corri! Se ti prendono tornerai a essere una cavia!" mi urlò contro, in preda al terrore. "È questo che vuoi?"
Scossi la testa, incapace di ragionare lucidamente.
"E allora vai! Corri, dannazione! Trova il Labirinto, entraci. A quel punto diventerai fondamentale e non potranno farti più nulla." mi gridò agitando il braccio. "Li distraggo io."

Esitai ancora qualche istante, poi lui mi spinse all'avanti e ripresi a correre.
Sapevo che se mai lo avrebbero punito, non sarebbe stato un provvedimento poi così drastico. Thomas era speciale e questo era ben chiaro a tutti. Non avrebbero rischiato di ucciderlo o torturarlo. Se la sarebbe cavata.
Sentii una voce alle mie spalle. Mi girai appena in tempo per vedere Thomas corrermi dietro.
"Più veloce! Mettiti in salvo, ti copro io!" 

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