Rarità

26 3 3
                                    

Cominciai ad esercitare i miei poteri fin dall'inizio.
Per esempio, dopo un'intera giornata che provavo a far ghiacciare un semplice oggetto, una bottiglia di vetro, avevo fatto enormi progressi.
Infatti riuscivo perfino a creare, con il ghiaccio, una bottiglia identica a quella che avevo fatto ghiacciare.
Poi, durante la sera, Dusky mi disse che, oltre ai poteri legati al ghiaccio e quelli che già avevo scoperto, ne avevo altri.
"E me lo dici adesso?! Cos'altro posso fare?" dissi sbalordito.
"Puoi interagire con tutti gli animali notturni e trasformarti in essi; puoi anche mutare in ombra e viaggiare attraverso essa. Puoi richiamare a te chi è morto, ossia zombie, fantasmi e cose del genere. Infine, durante la notte, tu puoi volare e puoi, come hai già notato, creare il buio attorno a te. Però per fare le ultime tre cose, dovrai avere con te l'Elmo Oscuro, che accresce pure le altre tue doti."
"Come faccio a trovarlo?"
"Non lo so. In realtà, credo che nessuno lo sappia: Rascall lo perse secoli fa."
E così finì la conversazione, anche se io continuavo a rifletterci su senza darmi tregua.
Il secondo e quindi ultimo giorno mi esercitai ancora; infatti riuscivo a congelare l'intero tavolo senza il minimo sforzo.
Quando, al crepuscolo, ripartii, evocai Jack, che mi permise di salire in groppa e partire.
Non avevo ben in mente quante ore fossero passate, ma ricordo che dopo circa tre-quattro ore c'era ancora il sole e vari incendi divampavano attorno a noi.
Così dissi a Jack di velocizzarsi e così fece, permettendomi di guadagnare molto più tempo.
Creai il buio e spensi un incendio a qualche chilometro da me, tanto per guadagnare tempo.
Ero quasi arrivato alla città, quando venni circondato da immense fiamme.
"Oh, finalmente!" esordì ridendo Randall.
"Fratello, non abbiamo molto tempo, dobbiamo ucciderlo, prima che..." tentò di dire, venne fermato da suo fratello
"No, sta zitto!"
"Lascitemi in pace" feci in modo che le tenebre ci circondarono e fuggii incurante del fatto che non stavo correndo: non ero nel buio; io ero il buio.
Viaggiai talmente veloce che mi schiantai contro mille pallazzi, semafori, macchine e ogni genere di cosa.
Finché non mi schiantai contro di lui.
"Dove è?" mi prese per il collo "Dove l'hai nascosto lurido mortale?!" continuò a stringere, a mano a mano, sempre più forte.
Una immensa colonna di ghiaccio lo colpì, trascinando quindi pure me.
Allora presi Frost e la conficcai nel terreno evocando dei golem.
Subito quelli mi aiutarono a liberarmi, per poi andare a combattere contro il gigantesco leone-fuoco.
Ora era arrivato pure il fratello.
Era distrutto, adesso aveva l'aspetto d'un uomo di mezza età e i suoi capelli erano grigi. I vestiti erano logori e la faccia era piena di rughe.
Lo presi per il collo e inizia a stritolare, poi dissi: "Allora...Rascall, che ne dici di contrattare? È per il bene del tuo fratello."
"Ok... dimmi cosa vuoi."
"Cosa voglio? Semplice, dimmi perché riesco a fare questo senza l'uso dell'Elmo"
"Tu sei un raro caso di mortale: il tuo sangue si avvicina molto al nostro, ma non sei figlio né di me, né dei miei fratelli. Se avessi l'elmo, potresti perfino andare nel regno dei morti o rievocarli."
Lo congelai subito, evocai Dusky e fuggii. Ora sapevo cos'altro fare: dovevo trovare quell'elmo e, grazie ad esso, distruggerli.
"Dove andiamo?" domandò lui
"Dovunque, tranne che qui"
"Allora conosco un posto che fa al caso nostro"
Non gli chiesi dove fosse, mi fidavo pienamente di lui.
Tuttavia, dopo qualche ora iniziò a perdere il controllo.
E, dopo neanche dieci minuti, atterammo.
"Dusky?" chiesi, vedendo che le sue pupille erano passate dall'azzurro chiaro al nero.
Scesi dalla sua groppa, gettai la spada a terra e ne feci uscire altri due draghi. Mentre uno tentava di mantenere calmo un Dusky fuori controllo, l'altro cercava di bloccarlo congelandogli gli arti.
"Amico, cos'hai?!" gli urlai contro e lui rispose, stavolta con le pupille azzurre "Scusa...non...ce...la....posso..." non finì la frase che esse ritornarono ad essere nere.
Così evocai l'Orso cosicché lo fermasse. Il problema è che Dusky, oltre che alle pupille, sembrava star cambiando.
Anzi, ne ero sicuro: divenne più grosso, con ali membramose e ricoperto di scaglie.
Davanti a me non c'era più Dusky. Di fronte a me non rimaneva più niente del mio amico.
Così partii all'attacco, seguito dall'Orso e da i due draghi.

L'inverno: Peter HowardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora