L'elmo

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Ormai Dusky, il mio unico amico, era morto, sostituito da quel mostro rosso che dalla bocca sputava fiamme, che aveva ali simili a quelle di un pipistrello e con la pelle ricoperta da scaglie simili a quelle dei coccodrilli.
Stavo per fare ciò che sapevo di dover fare, quando, per l'ennesima volta, arrivarono Randall e Rascall.
Il primo aveva una frusta, ovviamente infuocata, che, sfortunatamente, notai che in realtà era un serpente; il secondo aveva una spada nera, con incise sopra strani segni, e...
"L'Elmo! Dobbiamo prenderlo!" ordinai ai miei alleati.
"Non hai speranze, ora io ho pieni poteri!" disse Rascall, che mi scagliò contro un pugnale di ghiaccio, il quale si bloccò a due centimetri scarsi dalla mia faccia.
"Così debole" sembrava un sussurro, il suo, ma in realtà stava gridando.
"Hai perso, perché non ti arrendi? Sai che se ti consegni ora, dopo non ti farò alcun male. Magari smetterai di far soffrire le persone a te care..."
"Cazzate!" urlai "Vattene, io non temo nessuno!"
"Certo... che cosa mi diresti a riguardo di tua madre, Lily e Will?"
La risposta uscì dolorosamente, aprendo così una ferita che pensavo fosse guarita "Hanno sofferto a causa mia"
"Ovvio, tu sei un mostro. Con te non c'è gioia né nessuna armonia. Tu sei fatto per torturare le persone.
Tu. Hai. Ucciso. Loro."
Caddi.
Non ce la facevo. Era troppo.
Mi guardai attorno: i due draghi che avevo evocato ora erano rossi come Dusky.
"Visto? Quei mostri stanno soffrendo... sempre a causa tua" continuò lui, avvicinandosi dolcemente a me. Mi mise un braccio sulla spalla e, incurante delle fiamme, mi disse:"Io so cosa stai passando... tutti ci devono passare."
"In che senso?"
"Non te l'ha detto? Tua madre non te ne ha proprio accennato?"
"Cosa?"  non riuscivo a capire.
"Tranquillo, Pete, non ti dirò nulla." e detto questo mi congelò.
"Randall, è tutto tuo"
Randall si avvicinò e mi disse:"Allora... essendo per buona parte umano e poco non-mortale, la frusta ti farà meno male."
Eppure, quando ricevetti la prima frustata, urlai di dolore. Nel punto in cui ero stato colpito, sentivo bruciare la pelle.
"Non dovrebbe far meno male?"
"Ti ho mai detto che non lo avrebbe fatto?" rispose ridendo.
Lo guardai, supplichevole. I suoi occhi, ora rossi, sprizzavano di folle gioia. Io ero il suo giochino, mentre lui il bambino, che si divertiva e che non avrebbe mai potuto smettere di divertircisi.
"Rascall, devi liberarlo, sennò come faccio a farli totalmente male?!" domandò il fratello all'altro.
"Ok, ma dalla vita in giù lo lascio bloccato: non voglio che fugga"
"Certo, fai pure..." acconsentì l'altro.
Siccome potevo muovere le braccia, ordinai a Blizzard di andarsene ed evocai Jack, cosicché il primo potesse salvarsi. Subito mi mise sulla sua groppa e tentò la fuga, ma qualcosa di buio, un'ombra, ci stava trattenendo. La tagliai con Frost e ricominciammo a scappare.
Ma quella tornò.
Così tentai di tagliarla di nuovo, solo che questa volta si legò attorno al mio braccio.
Ora attorno alle gambe ed ora attorno al busto.
Mi aveva intrappolato.
Perfino Jack era intrappolato.
Tentai di ghiacciarlo...ma, be', come facevo a congelarla?
Allora creai una sfera attorno a me...
Sembrò funzionare, infatti riuscivo a muovermi e...
"Oddio... Oddio..." cominciai.
Mi ero scordato che oltre a me ci fosse lui...
"Visto? Con te c'è solo morte. Distruzione. E..." continuò "Ah, giusto, sofferenza..."
"Vattene! Ti prego..."
Non finii la frase che Dusky ed i due draghi cominciarono a colpire la sfera.
Ora sputavano fuoco.
Ed ora, oltre a loro, c'erano cavalli di fuoco, leoni enormi, serpenti e ghepardi.
Fortunatamente, la sfera riuscì a resistere e così continuò per molto.
Finché...
"Dusky no!" gridai, disperato.
Aveva alzato la zampa e, con furia, la stava abbassando, in modo tale da spaccare la sfera.
Ma quando la colpì, si formarono solo delle crepe.
"Hai visto? Non ne sei degno! Non riesci nemmeno a proteggerti!" bisbigliò l'uomo.
Persi l'equilibrio.
"Cosa stai facendo?" mi dissi "È inutile, ha ragione lui, ho ucciso tutti. Sopratutto lei. Io non ne sono davvero degno."
E così la sfera esplose in mille schegge che colpirono a destra e a manca i mostri.
Rimanevano solo Rascall, Randall e un drago rosso.
"Dusky, andiamo, ti scongiuro, non posso vivere senza te"
"Il mio padrone non sei tu!"
Fiamme enormi mi stavano per avvolgere, quando qualcosa di enorme, una lastra di ghiaccio, le bloccò: avevo inconsciamente conficcato Frost nel terreno e, così facendo, evocato l'Orso.
Attaccò Dusky e Randall, mentre io combatteva contro l'Ombra.
"Codardo! Mostrati!" gridai, terrorizzato all'idea di combattere contro un'ombra.
"Non lo senti? Tu puoi percepire il puro terrore nelle persone. Ascolta... tu stai per morire, e lo sai; infatti, adesso il tuo cuore sta battendo all'impazzata. Io, al contrario di te, non ho alcun timore perché so bene come finirà questa inutile carneficina."
Il suo sussurro mi faceva perdere l'equilibrio.
"Rifletti, Pete" sentivo la sua voce.
Era mia madre.
"Basta!" urlai in preda al dolore
"Cosa c'è Pete? Non senti la mammina cara? Ti sta aiutando a ragionare"
"Va a all'inferno!"
Quello stupido Elmo ... Cazzo!
"È morta a causa tua, ma non solo lei, pure Lily!"
"Menti!" ruggii
Tutto tranne lei.
La avevo fatta soffrire, ma non era colpa mia se...
"Ah... Finalmente hai compreso... La tua amichetta è morta perché il dolore che le hai procurato la bruciava. Io lo percepivo e, lo ammetto, l'ho incrementato affinché lei si suicidasse. Cosa che ha fatto. Poi tutto è partito: tu che distruggi la tua casa. Tu che uccidi tua mamma e George nel sonno. Tu che fuggi. Tu che vieni isolato e che diventi un ricercato.
L'unica falla nel piano è che non ho pensato che tu avresti potuto imparare ad usare i tuoi poteri.
Ma non importa: stai per morire...che dovrei desiderare di più?!"
"Ti piace il ghiaccio? Prendilo!"
Esplosi...ma non servì a molto.
Rimanevamo io, l'Orso e Randall.
Avevo messo al tappeto Dusky.
"Non puoi ghiacciare un'ombra... È inutile. Non te lo ha mai insegnato questo quella secchiona di Lily?"
Caddi.
Tutto si fece buio.
Sentivo solo una cosa: qualcosa mi stava trascinando la gamba.

L'inverno: Peter HowardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora