Haleb Again

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Pov Hanna
Non ricordavo quanto fosse stancante Rosewood.Con il suo continuo avere qualche tragedia che fa scoop,qualche ragazza morta.
Oramai la gente credo si sia abituata ad andare puntualmente a qualche funerale.
Penso si sia abituata addirittura alla morte.
Mi sembrava tutto cosí distante quando ero a New York e mi limitavo ad ascoltare ció che mi diceva mia madre su come stavano andando le cose.
Tutto piú semplice e meno doloroso.
Quando sono arrivata pensavo sarebbe stata semplice,avrei testimoniato e poi sarei torntata a New York alla mia vita e avrei iniziato ad organizzare il mio matrimonio.
Mi sembrava un piano cosí perfetto che non pensai neanche che qualcosa potesse andare storto.Ma come sempre accade a Rosewood niente è secondo i piani.
Mia madre è entusiasta di avermi di nuovo qui,e anche io sono felice di averla rivista,ma sa benissimo anche lei che ormai questa non è piú casa mia.
Ormai non appartengo piú a questo luogo,sono tornata solo ed esclusivamente per le mie amiche,perché ci siamo promesse di esserci sempre l'una per l'altra.
Quando bussano alla porta tiro un sospiro di sollievo sapendo che tra poco potró mangiare e andare a dormire,facendo terminare questa estenuante giornata.
Non avremmo mai pensato che Charlotte potesse suicidarsi,pensavamo che fosse felice di tornare a casa e d'appartenere finalemente a quella famiglia che ha sempre invidiato.
Se l'avessimo saputo non l'avremmo mai fatta uscire dal Radley.E non avremmo mai mentito sotto giuramento.
Apro la porta e invece di vedere il solito cameriere di servizio c'è Caleb.
Non è cambiato molto.Ha sempre i capelli sbarazzini e gli occhi di chi darebbe il mondo per te,è sempre lo stesso Caleb.
Idossa un maglione color terra leggero e i pantaloni che gli regalai io per il nostro secondo anniversario.
Faccio finta di non notare questo piccolo ma fondamentale dettaglio.
Mi scruta.Forse non sa che dire dopo tutto questo tempo.
'Ehi'
Scuoto leggermente la testa confusa 'Ciao'
Non posso fare a meno che guardarlo,come se i miei occhi fossero attaccati a lui.
'Scusami pensavo fosse il servizio in camera' accenno un sorriso di scuse mentre lui alza leggermente le spalle
'Temo di no'
Ho spesso immaginato come sarebbe stato un nostro presunto incontro e nella mia mente chiaccheravamo davanti ad un caffe al Brew e ridevamo come vecchi amici mentre ognuno andava avanti con la sua vita.
'Posso entrare?' troppo intenta a ragionare su come sarebbe stata il nostro incontro non mi ero resa conto che nessuno dei due aveva mosso un muscolo dalla posizione precedente
'Certo' mi allontano leggermente dalla porta per farlo passare.
'Grazie' si guarda intorno e scruta l'appartamento,é ancora strano per tutti vedere un vecchio manicomio trasformato in un bellissimo hotel.Anche per me.
Mentre lo osservo di schiena mi sorge spontanea una domanda,a cui solo lui puó rispondermi.
'Che ci fai qui?'
Si volta verso di me e nei suoi occhi posso vedere quanto le mie parole lo abbiano ferito e confuso.
'Scusami...' scuoto la testa come per scacciare via i pensieri,la stanchezza e il fatto che lui sia nella mia stessa stanza 'è stata una giornata davvero brutta.Voglio dire,non mi aspettavo di vederti alla mia porta o da qualsiasi altra parte' ammetto quanto la sua visita mi abbia turbato e confuso,anche se sono sicura che l'avesse già capito.
Aggrotta la fronte,come se stesse ragionando su qualcosa di davvero complesso 'Si,beh,Spencer mi ha raccontato di Charlotte..non lo so...forse è stato un riflesso involontario...ma pensavo di poter aiutare'
Mi concentro sulle sue parole,infondo è sempre stato cosí lui.Pronto ad aiutarmi in ogni momento e occasione.
Accenno un sorriso,forse il primo vero di questa giornata 'Lieta di sapere che quel riflesso funzioni ancora'
Sorride e mi guarda mordendosi leggermente il labbro.Dio quante cose non ricordavo di lui. 'Stai bene?' mi chiede alla fine.
Faccio un lungo respiro e sospiro alzando leggermente le sopracciglia 'Beh,siamo tornate qui per aiutare Ali e...Charlotte si è suicidata.Avremmo potuto tenere la bocca chiusa e lei sarebbe ancora in un tranquillo ospedale,al sicuro.E invece dobbiamo affrontare un altro funerale.'
Incrocia le braccia al petto e annuisce 'Già ...pensavo di rimanere un pò infatti'
Questa notizia mi scuote piú di quanto dovrebbe,sento una piccola capriola nello stomaco e i battiti cardiaci accellerare.Tutti segni che non dovrebbero esserci.Non per lui.
'Mia mamma puó...prepararti una camera se vuoi' anche se so che devo tenermi alla larga da lui per non crearmi problemi le vecchie abitudini sono dure a morire e come ho sempre fatto gli offro il mio aiuto.Anche se inconsciamente so che è solo un modo per tenerlo piú vicino a me.
'No,è tutto apposto in realtà.Staró nel fienile di Spencer'
Tento di nascondere la mia espressione delusa con un sorriso,che esce terribilmente male.Riecco invece quel silenzio imbarazzante e fastidioso che si viene a creare appena finiamo gli argomenti.
Inclina la testa e aggrotta la fronte 'Beh,come te la passi?'
'Tutto bene'
'Vivi ancora a New York?'
'Si,ma viaggio molto di piú a causa della collezione' gli spiego.
Mentre lui sembra davvero interessato all'argomento.
Come se avessi detto qualcosa di buffo e banale sorride 'Dove ci sono i vestiti ci sei sempre stata anche tu'
Sorrido veramente questa volta,senza mascherare nulla.
Anche perchè dopotutto è la verità.
'Proprio così'
'Già'
Mentre cerco qualche altro argomento i miei occhi lo scrutano mentre anche lui fa altrettanto,e se io posso sembrare in inbarazzo lui lo fa come se fosse la cosa piú normale e naturale del mondo,come se non facesse altro nella vita.
Sbatte le palpebre e sembra essere tornato alla realtà 'Beh,se dovessi aver bisogno di qualcosa,sai dove trovarmi'
'Va bene'
Si avvia verso la porta e il mio stomaco si restringe,mentre le parole escono senza che io possa controllarle 'Perchè non mi hai chiamato prima di passare?'
Prima di rispondermi tentenna 'Non credevo mi avresti fatto entrare'
Mi fa sorridere,come puó pensare che non l'avrei fatto entrare?Mi sembra ridicolo,dopo tutto quello che abbiamo passato e dopo tutto quello che abbiamo fatto l'uno per l'altro non sarà la nostra rottura a farci dimenticare tutto,a farci diventare due estranei.Anche se forse è già cosí.
'Perchè non avrei dovuto farti entrare?Siamo ancora amici giusto?'
Spero che sia cosí.Perchè se fossimo amici lo avrei ancora con me.Anche se in un modo diverso.
'Si,certo che lo siamo' lo dice come se fossero le parole che segnassero la sua condanna,come se gli costasse tutto il suo sforzo per pronunciarle.
All'improvviso qualcuno bussa alla porta e quando Caleb apre entra il cameriere con la mia cena.
Mi ero dimenticata anche d'averla ordinata.
Mentre il camerire porta la cena in salotto io Caleb rimaniamo all'entrata dell'appartamento quando vedo nel suo sguardo che deve andare via.
'Ci sentiamo' lo guardo finchè la porta non lo copre.
Rimango a fissare la porta bianca latte mentre faccio respiri profondi.
Involontariamente tocco il mio anello,quello che rappresenta l'amore che lega me e Jordan,che rappresenta il nostro futuro.
Il futuro di cui ero certa.
Il futuro che Caleb potrebbe aver fatto vacillare.







Eiiii,ecco un'altra One-Short Haleb!
È il primo incontro dei due dopo anni e ho ritenuto degno donargli due righe e di scrivere qualcosa...con la speranza che tornino insieme.

A presto!

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⏰ Last updated: Jan 30, 2016 ⏰

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